
Alle prese con uno dei momenti clou dell’anno, quel periodo che precede le feste pasquali in cui l’azienda è chiamata a dare il massimo per esaudire i desideri dei propri clienti, Dolceamaro – 11,4 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 65 dipendenti – continua a non derogare ai punti fondanti di un progetto originario che vincolava il marchio molisano a ricercare i migliori ingredienti per fare un regalo al palato di tanti. E così, nel quartier generale di Monteroduni, in provincia di Isernia, i fratelli Claudio e Silvano Papa hanno lavorato per costruire un team di successo dopo aver ereditato nel 1987 l’impresa di famiglia partita anni prima a Cassino, nel Lazio, con un bar pasticceria.

I MACARON PRODOTTI DALLA DOLCEAMARO
“Il nostro confettiere è di Isernia e, non potendosi più spostare avanti ed indietro, ci ha quasi costretto a trasferirci qui in Molise per allargare il preesistente stabilimento che già produceva confetti – spiega Claudio Papa (nella foto in alto), contitolare di Dolceamaro –. Devo dire che ci siamo trovati veramente bene in tutti i sensi, considerato che qui ho conosciuto mia moglie e sono stato di fatto adottato da un territorio, oltre che da gente magnifica. Ed ora mi sento a tutti gli effetti molisano”. Un lungo ed articolato viaggio nel dolce che, iniziato come detto con i confetti, è proseguito con l’ampliamento di un’offerta diventata via via sempre più ricca. “Il passo ulteriore fu fatto inserendo nel nostro menu anche una gamma di prodotti dragées, frutta secca ricoperta di cioccolato, mentre poi sono arrivate le uova sempre di cioccolato, seguite, negli ultimi anni, da prodotti da forno come doughnut e macaron. Questi ultimi sono composti da due soffici meringhe colorate con all’interno un ripieno cremoso e i francesi ne rivendicano da sempre la primogenitura non volendo ammettere che a farli arrivare oltralpe nel 1533 fu invece la toscana Caterina de’ Medici in occasione delle proprie nozze. E dopo essere stato portato all’attenzione del grande pubblico in tutti i punti vendita italiani di Autogrill, azienda di cui siamo stati per anni fornitori, i macaron, come noi ci aspettavamo, hanno riscontrato un successo tale da giustificare un impegno ancora maggiore nella loro produzione”.

LE MANDORLE LAVORATE DALL’AZIENDA PROVENGONO DA DIVERSE REGIONI
Dinamica e intenzionata a mettere a terra processi ecosostenibili, Dolceamaro poco meno di una decina d’anni fa ha decisamente imboccato la strada del biologico. “Era il 2014 quando abbiamo iniziato un percorso per poterci più in là vantare, nella creazione dei confetti, di poter disporre di una filiera agraria completamente italiana e biologica – sottolinea Papa –. Quindi abbiamo a dimora, tramite anche affiliati alla nostra cooperativa, più di un milione di alberi di mandorle, la maggior parte dei quali, circa 220mila sono a Maccarese, vicino Roma, dove è attivo il più grande mandorleto d’Italia e forse d’Europa. Il resto proviene qui dal Molise, oltre che da Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania mentre, proprio in questi giorni, stiamo progettando un reimpianto pure in Abruzzo. Nel giro di due anni, poi, dovremmo arrivare ad ingrandire anche la produzione di nocciole e pistacchi portandola a duemila ettari complessivi”.
Un impegno strategico-commerciale che ha permesso a Dolceamaro di farsi notare pure oltre confine, tanto che il fatturato si divide equamente tra Italia e il resto del mondo. “Da noi viene il 50%, mentre l’altra metà è frutto dell’export negli Stati Uniti, in Canada, nell’Europa Centrale e in quella del Nord, nella penisola arabica, ma anche in Israele, Australia e Nuova Zelanda. Siamo insomma presenti in almeno 30 paesi con i prodotti pensati e realizzati qui in Molise”, spiega il contitolare della Pmi di base a Monteroduni, intenzionato ad accrescere pure gli strumenti green a disposizione della sua azienda. “Il nostro lavoro è tutto vocato ad una sostenibilità ambientale molto marcata. Per questo motivo ci siamo dotati di un impianto a pannelli solari che per adesso copre un terzo del fabbisogno giornaliero dell’azienda in attesa, entro l’anno corrente, di metterci nella condizione di arrivare ai due terzi, se non di più. La tempistica è legata ai tanti adempimenti burocratici necessari”.

UN ALLESTIMENTO PER EVENTI
Il tutto per soddisfare sempre più compiutamente le richieste di una clientela tanto variegata quanto esigente, appartenente a varie aree strategiche di affari, ma ugualmente interessata alle delicatezze dolciarie realizzate negli stabilimenti della Dolceamaro. “Tra loro ci sono negozianti di bomboniere, organizzatori di eventi, i ristoranti, che spesso offrono i prodotti confettati a fine pasto, la grande distribuzione e i bar, che prendono i prodotti a marchio Papa per accompagnare il caffè. E poi c’è quel 30% che facciamo a nome di terzi, di private label aziendali”, chiarisce Papa, prima di soffermarsi sugli ulteriori progetti che l’impresa molisana ha intenzione di portare a termine nell’immediato futuro. “Ne abbiamo sicuramente, ma per ora l’obiettivo principale resta quello di concludere quanto già abbiamo in corso. Come il nuovo stabilimento, che, nonostante sia praticamente già operativo, ha ancora piccole cose che vanno ultimate. Stiamo inoltre portando avanti il quarto bando di filiera con il ministero delle Politiche agricole e forestali ed infine vogliamo finire il percorso legato all’idea di diventare energeticamente indipendenti”.