Nel percorso finora condiviso abbiamo approfondito diversi aspetti: le modifiche al modello di business, l’innovazione del processo di produzione e innovazione dell’offerta, la gestione del differente contesto normativo, la gestione integrata dei rischi, il dialogo con le banche e revisione dell’assetto debitorio, l’adeguamento degli assetti organizzativi e amministrativi, l’implementazione di nuove metodologie e strumenti di pianificazione e controllo. L’imprenditore deve essere pronto a gestire tutte queste tematiche e deve gestirle tutte insieme, in modo coordinato e integrato.
Per non perdere la rotta l’imprenditore ha però bisogno di una “bussola”. E per non subire gli eventi e farli diventare opportunità, l’imprenditore deve evitare di spezzare l’unitarietà della gestione ricorrendo a singoli interventi slegati tra di loro.
Nel contesto di rilancio dopo la crisi Covid-19, con la guerra, con l’entrata in vigore delle nuove norme sull’assetto organizzativo dell’impresa e prevenzione della crisi, diviene fondamentale il ruolo dei professionisti. In particolare, in un modello di collaborazione che consenta un’effettiva interazione tra imprenditore, organo amministrativo e di controllo e professionista, quest’ultimo può assumere una posizione fondamentale nella predisposizione e attuazione di interventi coordinati e integrati che consentano all’impresa di avere il pieno controllo della gestione e della salute aziendale e di individuare e adottare le misure per migliorare.
Soprattutto le Pmi si trovano necessariamente a compiere un salto evolutivo, strutturando i propri assetti, la funzione strategica, finanziaria e di controllo. Una simile logica, tuttavia, in questo tipo di aziende, spesso non può trovare adeguata concretizzazione se non grazie all’apporto del commercialista giurista d’impresa, il quale è il fulcro attorno al quale ruotano le attività di gestione dei rischi, di pianificazione economico-patrimoniale-finanziaria, di controllo di gestione e di monitoraggio continuo, di verifica degli equilibri e delle sostenibilità.
Così come le imprese sono in profonda trasformazione, anche la professione di dottore commercialista è in forte evoluzione, con lo sviluppo di nuove competenze specialistiche e metodologie e strumenti di supporto per offrire servizi a valore aggiunto per le aziende.
Dire commercialista, infatti, non deve essere sinonimo di tributarista, ma semmai di giurista e consulente d’azienda: colui che sa guidare il titolare nella conduzione della propria impresa, perché ha una conoscenza trasversale di tutte le scienze economiche. Il commercialista autentico è esperto non solo in materia tributaria, ma anche finanziaria, economica, commerciale e amministrativa.
Se nei tradizionali settori di contabilità e di fisco si scontano gli effetti della digitalizzazione dell’economia, grandi opportunità sono nate, e ancor più si svilupperanno, in materia di consulenza aziendale, di business intelligence, di prevenzione e gestione della crisi d’impresa e altro ancora.
Questa evoluzione suggerisce l’importanza di avviare collaborazioni tra studi professionali, così da rendere più efficiente l’uso di strumenti condivisi per l’analisi dei dati e delle informazioni a supporto delle attività di consulenza e dei nuovi servizi che fidelizzano la clientela.
I commercialisti, per aiutare i propri clienti ad avere il controllo delle loro aziende e far loro rispettare il nuovo art. 2086 2° comma c.c. (e a vivere più tranquilli), non possono conoscere solo normative e tecnicismi, ma devono avere sistemi testati e collaudati per trasformare queste competenze in servizi da offrire alla clientela.
Quando parliamo di soluzioni di processo e di strumento intendiamo suite di servizi integrati, modulari e scalabili, calibrati sulle singole specificità aziendali, sviluppate grazie all’esperienza maturata in contabilità e bilancio, consulenza fiscale e societaria, pianificazione e controllo, auditing e compliance, risk management, analisi creditizia.
La soluzione di processo e di strumento non è un software, bensì una metodologia di analisi e gestione. Gli strumenti a supporto costituiscono un pacchetto funzionale composto da moduli integrati tra loro e scelti, anche separatamente, sulla base delle esigenze uniche e particolari delle singole aziende (si veda il grafico).
La soluzione di processo e di strumento consente: la condivisione di metodi e processi tra professionisti, la riduzione da parte di ogni singolo professionista dei tempi e dei costi di analisi, il mantenimento da parte del professionista del rapporto esclusivo con il cliente, l’aumento della visibilità e l’individuazione del professionista come detentore della best practice da parte degli stakeholder aziendali (es. banche finanziatrici) e, infine, la concentrazione negli stessi uffici di più competenze a servizio dei clienti.
(Contributo 15/16. Prossima uscita: 21 aprile)
Articoli precedenti:
Capire la crisi, cambiare il paradigma: appunti per ripartire (pubblicato il 16 settembre 2022)
L’impresa ha un’anima: il cambiamento nei modelli organizzativi (pubblicato il 30 settembre 2022)
Il “next new normal”: collaborare per crescere e ripensare il modello di business (pubblicato il 14 ottobre 2022)
Come allineare strategia e azione: lo strumento della Balanced Scorecard (pubblicato il 28 ottobre 2022)
Il piano industriale: cos’è, a cosa serve, chi lo elabora (pubblicato l’11 novembre 2022)
Il piano industriale: fasi e contenuti (pubblicato il 25 novembre 2022)
Il piano industriale: un esempio di struttura (pubblicato il 9 dicembre 2022)
Il controllo di gestione: strumenti per un monitoraggio efficace (pubblicato il 23 dicembre 2022)
La valutazione dell’impresa (pubblicato il 13 gennaio)
I nuovi doveri degli organi di gestione e controllo (pubblicato il 27 gennaio)
Cogliere gli indizi di crisi per tutelare la continuità aziendale (pubblicato il 10 febbraio)
Risk management e strategia, un connubio virtuoso (pubblicato il 24 febbraio)
Assetti organizzativi e Compliance: come integrare i modelli (pubblicato il 10 marzo)
Dall’organizzazione aziendale alla performance: consigli per le Pmi (pubblicato il 24 marzo)
Nota sull’autore
Andrea dalla Chiara è partner dello Studio dalla Chiara 1884, che conduce come rappresentante della quarta generazione, ed esercita e coordina l’attività di consulenza societaria, tributaria, legale e di controllo di gestione.
Si è laureato nel 1989 in economia e commercio all’Università di Torino ed è iscritto dal 1990 all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Ha seguito numerosi corsi di approfondimento e master di specializzazione nelle seguenti materie: diritto tributario, societario, finanza e controllo, contenzioso tributario.
Fa parte del gruppo di studio dell’Ordine dei dottori commercialisti di Torino per i Piani industriali. È consulente del Tribunale e della Procura della Repubblica di Torino, nonché revisore contabile.