
Partita da lontano, nel secondo dopoguerra dall’idea di raccogliere rottami ferrosi, la storia del Gruppo Santini – oltre 50 milioni di euro di fatturato a fronte di 140 dipendenti – è proseguita negli anni fino a raggiungere l’alto livello tecnologico che permette all’azienda con quartier generale a Bolzano di essere punto di riferimento nel settore del recupero e della gestione dei rifiuti. Aiutata da una crescita dimensionale non di poco conto, la Pmi dell’Alto Adige si è infatti imposta sul mercato sfruttando il know how che, assieme alla propria struttura logistica, le consente di essere la soluzione ai desiderata anche dei più grandi e conosciuti brand presenti nel suo perimetro d’influenza commerciale.
“Quando a fine anni ‘90 è entrato in vigore il decreto Ronchi, che stabiliva nuove regole per lo smaltimento dei rifiuti, con questi non avviati direttamente in discarica ma trattati prima per ridurne la quantità, inevitabilmente aziende come la nostra hanno visto premiati gli sforzi fatti in precedenza in questo settore – spiega Mauro Santini (nella foto in alto), socio del Gruppo Santini –. In tal modo riusciamo a salvare materiali diciamo più nobili come carta, legna e plastica, inviando verso la discarica solo quelli non più recuperabili. Processo che, tra le altre cose, ci permette anche di dare certezza al cliente su dove finiscono i propri rifiuti, considerato che portiamo la carta in cartiera o i metalli in fonderia direttamente con i mezzi guidati dai nostri dipendenti”.

ESEMPIO DI MATERIALI FERROSI RECUPERATI DAL GRUPPO SANTINI
Attualmente operativa in quattro sedi – oltre alle due di Bolzano sono infatti attive pure quelle di Merano e Innsbruck, in Austria –, la macchina industriale allestita dalla famiglia Santini sviluppa la propria attività principalmente nelle zone altoatesine, oltre che in Veneto e nel nord Tirolo. “Nel corso di un anno trattiamo solitamente circa 180 milioni di chilogrammi di rifiuti e riusciamo a recuperarne una percentuale piuttosto alta poiché, tra le altre cose, gestiamo molto materiale ferroso. La logistica in ingresso la curiamo in maniera diretta, senza affidare nulla a soggetti terzi, a differenza di quella in uscita che talvolta necessita di strumenti complessi”.
La clientela del Gruppo Santini si attesta sulle 10mila unità annue ed è multiforme: si passa dalle piccolissime imprese a soggetti commerciali invece di una certa stazza, in numero sempre crescente e spesso desiderose di avere certezze da un punto di vista della cura ambientale. “Sono privati, inteso come aziende, enti pubblici e comuni del territorio ed ora, per esempio, capita pure che ci chiedano di utilizzare camion Euro 5 per abbassare ulteriormente l’impatto sulla natura circostante. Ma ne serviamo pure di estremamente piccole come parrucchieri, estetisti e tatuatori: per questi ultimi, per esempio, ci occupiamo degli aghi che usano per creare i tatuaggi. Un mondo molto variegato, perciò”.

IL GRUPPO SANTINI SI OCCUPA ANCHE DELLO SMALTIMENTO DELLA PLASTICA
“Tante aziende stanno pure sviluppando seri piani ambientali, confidando nel circolo virtuoso che abbiamo concorso a creare in questi anni di applicazione sull’argomento dell’ecosostenibilità. Ci è anche successo di sentici domandare quanta energia verde produciamo e quanta invece siamo costretti ad acquistare. Fortunatamente possiamo contare su un impianto fotovoltaico che copre il 70% delle nostre necessità energetiche e siamo perciò perfettamente inseriti in quel processo sostenibile che qui in Alto Adige sta cercando di formare vere e proprie comunità energetiche. Idea basata sul principio che quando si ha energia in surplus, magari se un’azienda non è in produzione il sabato e la domenica, la si può cedere a chi ne ha invece bisogno in quel momento”, chiarisce Santini.
Un altro aspetto importante dell’impegno giornaliero del Gruppo Santini riguarda la partecipazione al progetto di messa a terra dei principi dell’economia circolare. Un approccio globale, ampio che consente al team aziendale di occuparsi di una parte del lavoro di filiera. “Siamo, comunque, un anello importante e cerchiamo per prima cosa di far capire i vantaggi di questo genere di processo al consumatore. A livello governativo, poi, speriamo possa entrare in vigore a breve il decreto Rentri, sistema di tracciamento digitalizzato del rifiuto. Mancano ancora i decreti attuativi, ma quando sarà finalmente operativo pensiamo proprio possa cambiare per tutti l’approccio al processo produttivo e non solo. Costringerà, infatti, i nostri clienti ad occuparsi del rifiuto in modo più attento e costante, un passo gestionale di cui non si è forse ancora compresa la reale portata”.
In ottica futura, infine, il Gruppo Santini ha progetti che sono stati pensati per provare ad accelerare ulteriormente le conoscenze sui temi della digitalizzazione, ma sta anche studiando attentamente un altro aspetto legato al riciclo. “Sì, al momento stiamo valutando il recupero di quelli tessili, mercato abbastanza nuovo ed interessante. In giro inizia ad esserci una quantità notevole di abiti e affini, meno costosi rispetto al passato e magari usati solo un paio d’anni vista la velocità delle mode. E questo sta diventando un problema a cui contiamo di contribuire a dare presto una risposta”, conclude Mauro Santini.

BALLE DI RIFIUTI DESTINATE ALLO SMALTIMENTO