A distanza di tre anni dall’uscita formale del Regno Unito dall’Unione europea e a due anni dalla firma dell’accordo commerciale con Bruxelles, gli effetti della Brexit si sono fatti sentire. Le aziende italiane, infatti, hanno dovuto adattarsi alle nuove misure che hanno regolato il commercio transfrontaliero e hanno dovuto superare difficoltà e complicazioni che questo cambiamento ha comportato. Tra queste, ad esempio, si sono riscontrati nuovi problemi amministrativi tutt’altro che semplici, con burocrazia in aumento, ritardi nei trasporti e crescita esponenziale dei costi della logistica, aspetti che hanno costretto le aziende a modificare il modo di fare impresa.
I dati dell’export confermano l’impatto subito dalle imprese italiane, in particolare in settori strategici nel commercio con il Regno Unito: il comparto dei trasporti, primo settore manifatturiero per peso delle esportazioni italiane, è appena sopra il livello del 2019 (+2,4% nel 2022), pesa la riduzione subita dagli autoveicoli (-7,4%), il settore tessile, abbigliamento e calzature ha subito la maggiore contrazione nello stesso periodo (-26,6%), l’industria alimentare ha invece registrato una forte crescita (+23,5%), sebbene molto al di sotto rispetto a quella realizzata negli altri paesi membri (+37,2%).
In questo contesto si inserisce la Riserva di Adeguamento alla Brexit (BAR), lo strumento speciale di emergenza una tantum creato dalla Commissione europea per contrastare le conseguenze economiche, sociali, territoriali e ambientali della Brexit nei diversi Stati membri.
Sono circa 146 i milioni di euro che la BAR ha complessivamente assegnato all’Italia e di questi ben 112 milioni sono destinati proprio alle imprese che hanno registrato un aumento dei costi direttamente collegato alla Brexit.
Al riguardo, è stato recentemente pubblicato l’Avviso pubblico relativo all’erogazione di contributi in favore di iniziative delle imprese messe in atto per contrastare gli impatti negativi derivati dall’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Grazie al bando, accessibile sul sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che gestisce i fondi della BAR, le imprese che hanno sostenuto a partire dal 1° gennaio 2020 dei costi aggiuntivi direttamente collegati alla Brexit possono ottenere contributi a fondo perduto a copertura del 100% delle spese sostenute nell’ambito del regime “de minimis”.
La finestra per presentare le domande di finanziamento si aprirà il 13 aprile e il contributo sarà concesso in base all’ordine cronologico di ricevimento di quelle ritenute ammissibili.
Per fare il punto della situazione, approfondire le tempistiche e i meccanismi per identificare le spese ammissibili, presentare le domande di finanziamento e accedere ai rimborsi, Piccola Industria Confindustria in collaborazione con gli Affari Internazionali di Confindustria e con l’Agenzia per la Coesione territoriale organizzano il webinar “Riserva di adeguamento alla Brexit (BAR). Al via il bando destinato alle Pmi: modalità di accesso e fondi disponibili”, in programma mercoledì 5 aprile dalle 11:00 alle 12:30.
Per partecipare all’incontro, che si terrà esclusivamente online, è necessario registrarsi. Per informazioni cliccare qui.