Cosa l’ha spinta ad adottare l’Art Bonus?
Iacovone In una stagione segnata dallo sforzo di puntare sulla cooperazione tra pubblico e privato in materia di attività e beni culturali, è essenziale che ciascuno nel proprio ambito si attrezzi per creare le condizioni nelle quali l’incontro sia facilitato e prima ancora possibile. La cooperazione, infatti, crea interdipendenze e relazioni virtuose tra i sistemi. Tale convinzione ha spinto il consiglio di amministrazione di Amgas, azienda barese di distribuzione del gas al servizio della città dal 1964 (con le diverse trasformazioni soggettive), a rispondere alla “chiamata alle arti” del Comune di Bari che, impegnato in una politica volta a restituire centralità al patrimonio culturale cittadino, ha aderito all’iniziativa Art bonus.
Attraverso l’uso dello strumento a favore dei beni culturali della città, abbiamo inteso contribuire ad affermare che la cultura è un elemento essenziale per favorire lo sviluppo di una coscienza civica fondata sulla partecipazione e sul pensiero critico.
Berti Riboli L’opportunità di poter finalmente sfruttare una normativa, sicuramente migliorabile, ma che da tempo era attesa. Negli Stati Uniti, per esempio, interi musei e prestigiose iniziative culturali hanno avuto e continuano ad avere sostegno da situazioni di similare – ma anche ben più consistente – agevolazione fiscale che ben si combinano con la volontà di filantropi, benefattori, “mecenati”. Offrono, infatti, la possibilità di costruire e mantenere contenitori di cultura, individuare allestimenti artistici o anche solo logistici e di infrastrutture utili a queste attività, consentono la promozione e la conoscenza di siti culturalmente rilevanti. In Italia c’è ancora da ottimizzare questo percorso, ma certamente sembra un buon inizio.
Quale intervento ha finanziato e perché?
Iacovone Il Comune di Bari ha approvato un elenco di interventi finalizzati alla tutela del patrimonio culturale, allo sviluppo della cultura e al rilancio del turismo, indicando i beni di proprietà comunale e i progetti culturali cittadini sui quali far convergere le erogazioni liberali in denaro da parte dei soggetti terzi.
Nell’ambito di tale elenco abbiamo scelto di destinare l’erogazione alla manutenzione di tre beni storico-culturali della città vecchia, importanti sia per la localizzazione sia sotto l’aspetto simbolico. Innanzitutto la “Colonna della giustizia”, nota come “Colonna infame”, risalente alla metà del Cinquecento e alla quale, secondo alcuni studiosi, venivano legati ed esposti al pubblico ludibrio debitori insolventi, bancarottieri e falliti. Il monumento è divenuto un simbolo cittadino, però sottoposto alle ingiurie del tempo e al vandalismo occasionale.
Il secondo bene culturale è il Fortino di S. Antonio, una torre edificata nella prima metà del 1400 su strutture difensive preesistenti, localizzata su un’ansa delle mura che abbracciano il borgo antico di Bari, da cui si domina il mare e parte della città nuova. È posto in un’area della città vecchia molto frequentata da cittadini e da turisti e necessita di alcuni interventi di manutenzione straordinaria. Infine, la Chiesa Santa Maria del Buon Consiglio, risalente al IX-X secolo, realizzata nell’omonima piazzetta del centro storico, spazio molto vissuto dagli abitanti del quartiere. Un adeguato intervento di tutela e valorizzazione avrebbe, pertanto, un impatto significativo sia quale arricchimento degli itinerari turistici, sia per rafforzare processi di rigenerazione urbana sociale e culturale dell’area.
Berti Riboli Coinvolti in qualità di sponsor dal 2013, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova abbiamo completato il nostro impegno nei confronti di un progetto di “sperimentazione gestionale mista pubblico privata” per la gestione del Museo di Arte contemporanea di Villa Croce, con il restauro di una parte dei serramenti esterni dell’immobile che ospita questa iniziativa.
Tramite lo stesso Assessorato abbiamo destinato un’altra somma al Museo dell’Accademia Ligustica per attività varie. Infine, abbiamo supportato l’Ente lirico cittadino, il Teatro dell’Opera Carlo Felice. Con lo stesso strumento continuiamo – e abbiamo intenzione di proseguire anche per il corrente esercizio – a supportare sia il teatro, sia il Comune di Genova per altre attività museali civiche.
Come migliorare lo strumento?
Iacovone L’Art bonus rappresenta una forma supplementare di finanziamento “amministrato”, orientando e destinando in maniera certa una parte del gettito fiscale a favore della cultura. In realtà chi dona le tasse le ha già pagate investendo in cultura, anche nel comune di appartenenza contribuendo attivamente a creare comunità, cittadinanza.
Se è vero che l’innovazione dell’Art bonus sta nella possibilità per tutti i contribuenti di donare somme di denaro a favore del proprio comune, sostenendo attivamente la tutela e la valorizzazione dei beni culturali che quotidianamente sono sotto i propri occhi, è anche vero che questi hanno bisogno di certezze, per esempio con riferimento ai tempi di realizzazione degli interventi.
Sotto tale profilo, pertanto, un miglioramento potrebbe andare nel senso della indicazione perentoria delle scadenze, oltre le quali permanendo il vantaggio fiscale, la donazione potrebbe essere destinata ad altro obiettivo socialmente rilevante scelto dal privato titolare della liberalità. Si tratterebbe di una autentica ed effettiva pratica di partecipazione. Un ulteriore intervento potrebbe essere quello della visibilità per il soggetto titolare della liberalità, come nelle sponsorizzazioni. Ne aumenterebbe la spendibilità pubblicitaria per gli eroganti.
Berti Riboli Consentendo maggiori vantaggi alle persone giuridiche ma anche a quelle fisiche, fermo restando l’indicazione chiara e univoca e il relativo censimento delle iniziative coinvolte da questo progetto. E poi creando un albo pubblico di “mecenati” e divulgando, con indicazione anche sul sito, la procedura.