
Fare della competitività la “stella polare” dei prossimi anni. Questo l’obiettivo, nella parole di Ursula von der Leyen, del Competitiveness Compass (o Bussola della Competitività), l’ambizioso programma quinquennale presentato dalla Commissione europea il 29 gennaio e volto a rilanciare l’economia dei 27 e colmare il divario di crescita con le altre grandi potenze economiche mondiali.
La Bussola – che prende le mosse dalla Dichiarazione di Anversa, dai Rapporti Letta e Draghi e dalla Dichiarazione di Budapest – propone un approccio integrato tra politiche industriali, investimenti strategici e riforme strutturali.
Sebbene sia solo un programma di lavoro e non contenga nessuna proposta concreta che consenta di giudicarne la portata reale al di là dei proclami politici, è sicuramente degno di nota che la Bussola contenga numerose misure pensate per le Pmi, che rappresentano il 99% delle imprese europee impiegando più di 85 milioni di cittadini.
Il documento presentato dalla Commissione è articolato in tre pilastri strategici: colmare il divario di innovazione, bilanciare decarbonizzazione e competitività e ridurre le dipendenze esterne; ci sono poi cinque fattori trasversali: semplificazione normativa, potenziamento del mercato unico, finanziamenti, competenze e coordinamento delle politiche.
I TRE PILASTRI STRATEGICI PER RILANCIARE LA COMPETITIVITÀ UE
Per colmare il divario di innovazione – primo fattore strategico individuato dalla Commissione – si propone una serie di iniziative mirate a Pmi e startup. Tra queste, spicca la strategia per favorire la crescita e la scalabilità delle startup, accompagnata da una strategia europea per le infrastrutture di ricerca e tecnologiche.
Un’innovazione significativa è la proposta di un 28° regime giuridico pensato in particolare per le aziende innovative come startup e scale-up, atto a semplificare le normative su fiscalità, diritto societario e fallimenti. Come previsto, viene ribadita la necessità di semplificazione e riduzione degli oneri per le imprese.
La Commissione ha inoltre previsto iniziative specifiche nell’ambito dell’Unione del Risparmio e degli Investimenti, al fine di promuovere il capitale di rischio europeo. Allo stesso scopo, sono previste misure per sbloccare il finanziamento bancario rilanciando il mercato della cartolarizzazione nell’Ue, soprattutto per i portafogli aziendali e delle Pmi); inoltre, il programma di investimenti TechEU, in capo alla Banca europea degli investimenti, vorrebbe a colmare il gap di finanziamento per le tecnologie dirompenti.
Il secondo pilastro si incentra su decarbonizzazione e competitività. Fondamentale in tal senso sarà il Clean Industrial Deal, atteso il 26 febbraio e focalizzato su industrie manifatturiere clean tech e altamente energivore. Esso prevede l’accelerazione degli investimenti nelle infrastrutture energetiche, la promozione di mercati leader per prodotti a basse emissioni di carbonio e il via ad un quadro di aiuti di Stato più flessibile a supporto della transizione verso tecnologie pulite.
Ulteriore misura in questo campo sarà il Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili, che punta a costi energetici minori per le imprese, specialmente Pmi.
Piani simili sono previsti per i settori automobilistico, dell’acciaio e i metalli, e dell’industria chimica, con l’intento di affrontare sfide specifiche come l’accesso ai materiali e la sovraccapacità globale. Attesa inoltre la revisione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), di forte interesse per le industrie.
Il terzo pilastro si concentra sulla riduzione delle dipendenze eccessive e l’aumento della sicurezza economica europea. In quest’ ottica, la Commissione intende ampliare la rete di accordi commerciali dell’Ue, garantendo maggiore reciprocità e promuovendo apertura e condivisione di regole del commercio globale.
Per schermare le imprese europee da pratiche commerciali sleali, il Berlaymont ha poi ribadito l’utilizzo di strumenti di protezione commerciale e l’implementazione della strategia di sicurezza economica. Inoltre, si prevede la creazione di una Piattaforma per l’acquisto congiunto di materie prime critiche e l’introduzione di una preferenza europea negli appalti pubblici per settori e tecnologie critiche.

LA BUSSOLA DELLA COMPETITIVITÀ
I 5 FATTORI TRASVERSALI DI COMPETITIVITÀ
Con l’obiettivo di semplificare il contesto normativo e ridurre gli oneri amministrativi, attraverso il pacchetto Omnibus previsto sempre per il 26 febbraio, l’esecutivo intende abbassare gli obblighi di rendicontazione del 25% per le imprese e del 35% per le Pmi.
Il pacchetto includerà interventi nei settori della rendicontazione finanziaria sostenibile, due diligence di sostenibilità e tassonomia e l’introduzione di un nuovo controllo “Pmi e competitività” nelle valutazioni di impatto, con l’intenzione di diventare un filtro più forte per le nuove iniziative, valutando anche gli effetti attesi sui differenziali di costo rispetto ai concorrenti internazionali. Si presterà maggiore attenzione alla valutazione dei costi degli atti delegati e di esecuzione proposti rilevanti per le Pmi.
Per garantire una regolamentazione proporzionata, sarà poi proposta una definizione di Small Mid-Cap, per consentire a circa 31mila imprese Ue di beneficiare di oneri di rendicontazione più semplici. Ulteriore proposta sarà lo European Business Wallet, con cui la Commissione si prefigge di agevolare le interazioni tra imprese e pubblica amministrazione.
Per sfruttare al meglio il Mercato unico europeo, è prevista una strategia orizzontale volta a eliminare le barriere interne all’Ue e a modernizzarne il quadro di governance. Inoltre, la revisione del Regolamento sulla standardizzazione guarda a processi di definizione degli standard più rapidi e accessibili, in particolare per Pmi e startup.
Per rafforzare i finanziamenti – in linea con i 750-800 miliardi di investimenti aggiuntivi annui auspicati dal Rapporto Draghi – la Commissione ha avanzato l’idea di un’Unione del risparmio e degli investimenti, oltre al riorientamento del prossimo bilancio Ue verso una maggiore competitività, con particolare attenzione alle esigenze finanziarie delle Pmi. Il Fondo per la Competitività, inserito nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), dovrebbe rispondere a queste esigenze in modo integrato.
Altro obiettivo trasversale sarà quello di promuovere competenze e posti di lavoro di qualità garantendo l’equità sociale. È in questo quadro che si inseriscono un’Unione delle competenze – basata su investimenti, formazione e riconoscimento dei titoli di studio in tutti gli Stati membri – e un Piano per l’edilizia abitativa accessibile.
Infine, la Commissione ha messo sul piatto un nuovo strumento di coordinamento e governance delle politiche degli Stati membri, basato su Piani d’azione settoriali, coordinati a livello nazionale ed europeo. L’intento è quello di mobilitare risorse finanziarie ingenti e sviluppare mercati di capitali più integrati, che favoriscano l’accesso al credito per le piccole e medie imprese.