Il rapporto fra mercato e intervento pubblico è entrato in una fase nuova. Non è una tendenza soltanto italiana, ma globale. Se l’Europa non sarà capace di adottare una politica industriale coordinata, corre il rischio di produrre una competizione distorta fra i singoli Stati. Se ne parla nell’ultimo numero della Rivista di Politica Economica
Negli ultimi due anni il tasso di risparmio degli italiani è aumentato fino a toccare il 9,3% nel primo trimestre del 2025; a fine 2022 era il 6,9%. Tuttavia, questo trend non si è tradotto in una crescita degli investimenti produttivi. Pesano alcuni fattori, sia culturali che strutturali. Una riflessione tratta dall’ultimo numero della Rivista di Politica Economica
A un anno dalla presentazione del Rapporto sulla competitività europea, l’ex presidente della Bce fa il punto della situazione. Di fronte a sfide che si sono fatte più acute, l’Ue risponde con lentezza generando frustrazione nei cittadini e tra le imprese. Ma affinché l’Europa sopravviva “dobbiamo fare ciò che non è mai stato fatto prima”. Un’analisi degli elementi principali del discorso
Il programma presentato a fine gennaio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen detta la linea sulle priorità per i prossimi cinque anni. Diverse le iniziative mirate per le realtà più piccole, a partire dalla proposta di abbassare l’obbligo di rendicontazione del 35%, così come di istituire un 28° regime giuridico differente e semplificato per le aziende innovative come startup e scale-up
Si comincia il 15 gennaio con la Bussola della competitività, iniziativa cardine per il secondo mandato di Ursula von der Leyen e basata sui tre pilastri indicati dal Rapporto Draghi. A febbraio il vice presidente esecutivo Raffaele Fitto presenterà la Visione per l’Agricoltura e l’Alimentazione