
di Claudio Burlando, Componente Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo Confindustria
La buona formazione ha, tra gli altri, il compito di innestare la gemma della curiosità ai discenti, mentre a volte, di riflesso, è proprio nel docente che la curiosità attecchisce. Durante una lezione di comunicazione, mentre spiegavo agli studenti quanto sia importante ricercare la forza di un messaggio semplice, spesso nascosto davanti ai propri occhi, mi è capitato di fare una riflessione sul tema della cultura di impresa. Creare nessi nuovi tra cose note con creatività funzionale, ad esempio mettendo insieme le parole territorio, cultura, città e impresa; se le associamo all’etimologia e cavalchiamo il paroliberismo di Marinetti, ne rafforziamo il legame. Territorio, territorium, Paese – cultura, cultus, coltivare – città, civis, cittadino – impresa imprendere, fare. Il nesso è che si può “coltivale il territorio del Paese, facendo cultura d’impresa nelle città, per i cittadini”. Città e cultura di impresa, un binomio che crea coesione con il territorio.

CLAUDIO BURLANDO
Una ricerca Eurisko del 2007 fece emergere la convinzione che la cultura d’impresa dovesse concentrarsi sullo sviluppo dell’azienda, del territorio in cui opera e del Paese più in generale, contribuendo a stimolare il mercato del lavoro e le risorse umane, creando un circolo virtuoso al servizio di clienti e consumatori. Oggi, un’impresa rivolta al futuro deve anche comunicare meglio, valorizzando al massimo la propria identità e i suoi pregi, puntare su giovani contribuendo, al fianco delle istituzioni, al miglioramento dell’alternanza scuola lavoro, essere sempre più coinvolta all’interno della società civile con creatività, innovazione e responsabilità. È quindi necessario stimolare la curiosità verso la cultura di impresa, partendo dall’osservazione di buone pratiche e iniziative virtuose. Sono passati 33 anni dal lancio del progetto “Città Europea della Cultura”, diventato nel 1999 Capitale europea della cultura. L’iniziativa europea, nata su proposta di Melina Mercouri e Jack Lang, ha tra gli obiettivi la possibilità di mettere in luce la ricchezza e le specificità nei differenti territori europei, offrendo alla città designata una vetrina privilegiata come forte catalizzatore per lo sviluppo culturale, la trasformazione e la crescita economica e sociale del suo territorio. Sulla falsariga dell’iniziativa europea, il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo lancia nel 2014 la Capitale Italiana della Cultura, con l’obiettivo di valorizzare i beni culturali e paesaggistici della città, migliorando contestualmente i servizi rivolti ai turisti. In questo panorama, Confindustria dal 2001 promuove “La Settimana della Cultura d’Impresa”, iniziativa a carattere nazionale che si svolge ogni anno e che sostiene l’impegno delle aziende e delle associazioni territoriali nella valorizzazione di quei saperi e di quelle competenze di cui le imprese sono custodi e portavoce. Osservando con curiosità queste iniziative virtuose, dalle riflessioni del Gruppo tecnico è nata l’intenzione di innestare un nuovo progetto nel campo della cultura di impresa, creando un nesso nuovo tra cose note. Il progetto “Città della Cultura di Impresa” mira a rafforzare ancor di più la visione e l’azione nei territori, ribadendo concreta- mente l’impegno a sostegno della consapevolezza del valore sociale e identitario, oltre che economico, del fare impresa. “Città della Cultura d’Impresa è un progetto pensato per i territori, ancorato e articolato sulle loro specificità – afferma Renzo Iorio, presidente del Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo Confindustria. – Un’iniziativa per un paese più consapevole anche del valore fondante delle identità industria- li e produttive, orientato alla crescita e all’inclusione”. Più che un mero luogo di produzione, le imprese sono parte integrante – e spesso elemento identitario – di un territorio, soggetto sociale attivo e dinamico, centro di una comunità in cui si riconoscono per memoria e sistema di valori. Il meccanismo da adottare per l’iniziativa presume che ogni anno le associazioni territoriali, coinvolgendo le imprese e le filiere più sensibili al tema cultura di impresa, propongano la candidatura di una città o di un distretto di loro competenza territoriale – non necessariamente capoluogo – caratterizzato da un forte, radicato e specifico elemento identitario nel fare impresa. La proposta dovrà prevedere un programma di iniziative ed eventi locali, ma di interesse nazionale, che incuriosiscano la cittadinanza, i media e stimolino il turismo industriale: progetti di racconto, valorizzazione e qualificazione anche in prospettiva di crescita. Una particolare enfasi dovrà essere rivolta verso i giovani e le scuole, potenziando il saper fare, il sapere collettivo, le eccellenze produttive e il loro legame con quel territorio. Ogni anno Confindustria, con il supporto del Gruppo tecnico Cultura e Sviluppo, selezionerà tra le candidature trasmesse le città prescelte per l’anno successivo. L’iniziativa “Città della Cultura di Impresa” potrà offrire un contributo virtuoso alle città, perché vivano l’appartenenza a un territorio dove la cultura d’impresa è parte di un orgoglio nazionale.