
Scuola e lavoro devono sempre più interagire, solo così si vince la sfiducia che il sistema causa nei giovani, che hanno sempre meno punti di riferimento. Solo così si rendono i protagonisti del futuro la linfa del presente.
Questa la base del progetto di Alternanza4.0_DOC pensata dal Comitato Piccola Industria Confindustria Centro Adriatico Ascoli Piceno e Fermo, guidato dal presidente
Fabrizio Luciani. Incontri e confronti con docenti ed esperti, oltre che con i ragazzi che credono e vogliono credere nell’Alternanza Scuola Lavoro che oggi li impegna per 400 ore.

SIMONE MARIANI
Un percorso che permette di superare quella che il filosofo marchigiano Cesare Catà chiama ‘sindrome di Leopardi’, ovvero il fermarsi di fronte al problema e cedere alla sfiducia. “Dopo gli studenti degli Istituti Superiori, nelle aziende entrano i docenti. Un progetto pilota, primo in Italia, realizzato per avvicinare ancora di più la scuola all’impresa, colmando un vuoto nell’Alternanza grazie al coinvolgimento di professori e dirigenti scolastici – spiega Luciani –. Idea che ha trovato nel presidente del Comitato Piccola Industria Confindustria Marche, Diego Mingarelli, il primo sostenitore.” In sintesi, il progetto riprende i contenuti dell’attività di alternanza scuola-lavoro pensata per gli studenti, concentrandola però – come detto – su docenti e dirigenti scolastici e delineando per essi un itinerario formativo con momenti di apprendimento pratico trascorsi in azienda e laboratori tematici nelle scuole.
Le esperienze accumulate dovranno essere poi trasferite e ricomprese anche nei documenti di programmazione didattica dei diversi istituti scolastici, per arricchirne i contenuti ed innalzarne il livello qualitativo, definendo i profili tecnici di interesse per il Sistema economico provinciale e regionale.
Undici le aziende coinvolte, appartenenti a tutti i settori produttivi e associate a Confindustria Centro Adriatico Ascoli Piceno e Fermo – Gela Surgelati, HP Composites, Pfizer, Artisans Shoes, Nuovo Scatolificio Valtenna, Loriblu, Sabelli, Sigma, Vega, Meccanica H7, Gem Elettronica –.
Oltre ottanta i docenti di 19 istituti scolastici tra le province di Ascoli Piceno e Fermo per un risultato finale che è andato oltre ogni aspettativa.
È il coronamento di un lungo lavoro insieme all’Ufficio Scolastico Regionale guidato dal direttore Marco Ugo Filisetti, che non ha avuto dubbi sulle potenzialità: “Stiamo
adempiendo al nostro dovere di dare la miglior offerta formativa. In campo nelle Marche mettiamo ogni giorno 30mila dipendenti, 10mila classi, 214mila studenti.
Quello che nessuno di noi vuole sentirsi più dire è ‘la scuola non ci dà quel che serve al territorio’. Ecco che questo ulteriore step ci permette di creare un legame ancora più forte con il tessuto sociale ed economico”. “Il docente vuole sapere e per questo l’adesione è stata entusiasta”, sottolinea in rappresentanza di tutti gli istituti la dirigente dell’Itt Montani di Fermo Margherita Bonanni, .
Il presidente di Confindustria Centro Adriatico Ascoli Piceno e Fermo, Simone Mariani, ha accolto con entusiasmo il progetto di Luciani: “Questa è una best practice. Una
iniziativa innovativa che ci piacerebbe far crescere fino ad un rilievo nazionale”.

FABRIZIO LUCIANI
“La formazione è un tassello fondamentale per la costruzione di un futuro migliore nel nostro territorio. Il sistema dell’Alternanza ha grandi potenzialità. E questo primo corso, durato circa due mesi e conclusosi con un convegno tematico alla presenza del presidente Piccola Industria Confindustria Robiglio e del presidente di Fondimpresa
Scuotto, ha dimostrato che i margini per crescere sono ampi. Non ci sono più alibi, per noi imprenditori e per le scuole” riprende Luciani.
Per i docenti Alternanza4.0_DOC è stata l’occasione per valutare i luoghi in cui gli studenti potrebbero passare parte delle 400 ore previste dal piano studio. “Quando
tornano in classe, affrontiamo con gli alunni il debriefing ed emergono anche criticità.
Sono una piccola parte dell’esperienza, quasi sempre vincente, ma sono anche la parte su cui dobbiamo lavorare per rendere il sistema efficace”.
“Le imprese vogliono innovare e per farlo servono menti pronte e capaci. L’obiettivo finale di tutti è dare lavoro, precondizione del benessere diffuso e del futuro. Aprendoci agli insegnanti ci mettiamo in discussione: non potremo più dire ‘la scuola non forma’ perché possiamo con il nostro lavoro dare ora degli input veri”, concludono Mariani e Luciani.