
Il 2019 sarà l’anno in cui Matera vivrà da Capitale europea della cultura, abbattendo definitivamente i retaggi di un passato, neanche troppo lontano, in cui sembrava destinata a rimanere una delle città minori del Sud Italia. L’istituzione della Capitale europea della cultura è giovane ma non giovanissima. Ha infatti più di 30 anni (il titolo è stato fondato dal Consiglio dei ministri europeo nel 1985) e più di 50 città, ad oggi, hanno raggiunto il prestigioso riconoscimento, testimoniando la capacità della cultura di dialogare con la società e l’economia, superando i confini nazionali.
Per candidarsi al titolo, le città devono attendere il turno del proprio Stato, regolamentato da una Decisione della Comunità europea che risale al 2006. Considerata la complessa macchina organizzativa che deve essere messa in moto, nulla può essere lasciato al caso o affidato all’improvvisazione. Lo sa bene Matera che ha inviato il primo dossier di candidatura nel settembre 2013 e ha ricevuto l’assegnazione del titolo dall’Ue a maggio 2015. Un successo raggiunto dopo un percorso tutt’altro che facile, che l’ha vista competere con altre cinque città italiane con altrettante qualificate carte da giocare. Tra Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena, il dossier di candidatura di Matera ha fatto la differenza, agli occhi della giuria internazionale composta da 13 membri, per la sua politica di inclusione progressiva, l’impegno con le istituzioni, la grande attenzione alla tecnologia e, soprattutto, una strategia che guarda al futuro.
Le imprese e gli imprenditori hanno un ruolo decisivo nella costruzione di questo futuro, aperto e inclusivo. A loro, allo spirito di innovazione delle imprese e alla loro capacità di visione, è dedicata la call to action “L’open future delle imprese italiane” che Confindustria e Fondazione Matera Basilicata 2019 hanno annunciato in occasione delle Assise generali di Verona lo scorso 16 febbraio. Il bando, riservato alle associazioni e alle imprese associate a Confindustria, mira a selezionare 50 realtà che si contraddistinguono per attività e progetti dal forte potenziale innovativo diretto alla valorizzazione del fattore culturale, sia come prodotto che come processo.
Non solo culturali e creative, ci sarà spazio anche per le imprese creative-driven, ossia tutte quelle attività produttive che non rappresentano in sé un bene culturale, ma che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività. Alle 50 realtà che avranno superato l’iter di selezione, sarà offerta una straordinaria occasione di visibilità a Matera, durante tutto il 2019, per presentarsi e raccontarsi ai visitatori della manifestazione e ai media che arriveranno da tutto il mondo.
Il 23 marzo a Matera, con una conferenza stampa presieduta da Renzo Iorio, Pasquale Lorusso e Paolo Verri, è stato ufficialmente aperto il bando che sarà attivo fino al mese di giugno. L’incontro ha rappresentato la prima pubblica occasione per far conoscere, alle imprese presenti, le opportunità collegate al bando e, più trasversalmente, per parlare di cultura e di innovazione culturale. Ma non è finita. Fino al mese di giugno saranno organizzati altri incontri territoriali, in collaborazione con le associazioni ospitanti.