Nei prossimi cinque anni, nelle maggiori economie mondiali, oltre il 50% delle professioni conoscerà una trasformazione. La stima viene da una pluralità di fonti accreditate: da McKinsey al Forum economico mondiale di Davos. Molte attività verranno realizzate da sistemi automatizzati intelligenti, in grado di sostituire l’uomo; altre richiederanno evoluzioni legate ad un approccio sempre più digitale. Le imprese, in ogni caso, chiederanno competenze sempre più aggiornate e flessibili: necessarie per affrontare una realtà in continua evoluzione.
La rivoluzione è già iniziata. L’automazione estrema, determinata dall’impiego dell’intelligenza artificiale e della robotica, unita alla globalizzazione ed a modalità avanzate di interconnessione tra i prodotti stanno riconfigurando le modalità di produzione.
La sfida per l’Industria 4.0 non è quindi soltanto quella di sviluppare la tecnologia, ma anche di individuare le risorse e le competenze necessarie ad integrare tra di loro tali strumenti e ad orientare in un’ottica sempre più digitale l’intero modello di business.
Su entrambi i fronti una buona parte delle pmi italiane risulta ancora poco attrezzate: per svilupparsi dovranno rapidamente investire nella “fabbrica digitale”, non solo rispetto alle tecnologie, ma anche in relazione alle competenze di cui dotarsi.
In questo scenario Confindustria ha da tempo deciso di dare centralità alla questione del digitale all’interno della sua politica industriale.>
L’attenzione è stata focalizzata su alcune azioni prioritarie: sensibilizzare il sistema delle imprese attraverso iniziative diffuse di informazione e formazione; creare una rete italiana dei “Digital Innovation Hub”, punto di incontro tra domanda di innovazione delle imprese ed attori della filiera digitale. Ad oggi sono già 18, e ne nasceranno altri a breve, creando una mappatura totale del Paese. Offriranno servizi di informazione, supporto alle aziende nella costruzione di progetti 4.0 e nell’accesso a finanziamenti pubblici e privati, ed estenderanno il loro lavoro all’autovalutazione della maturità digitale delle aziende.
Ai Dih si affianca un programma di formazione sulle competenze digitali per i manager delle imprese e gli stessi imprenditori. Per colmare lo skill gap che si sta sviluppando, infatti, le aziende sono chiamate sempre più ad investire in formazione digitale dei propri lavoratori in tutti i settori della fabbrica.
L’iniziativa di Confindustria, prendendo le mosse dalle “Prime indicazioni sul Piano di digitalizzazione dell’industria italiana” fornite al governo e dalle “Linee Guida per l’attuazione degli impegni di Confindustria” nei confronti del governo stesso, intende supportare le proprie imprese associate attraverso la realizzazione di un programma di informazione e formazione che permetta alle tante pmi italiane di aprire le porte al digital manufacturing, partendo da un’autovalutazione sull’utilizzo delle tecnologie in azienda, per offrire poi una rosa di proposte formative e di strumenti di supporto per la transizione al digitale.
Parliamo di 300 ore di formazione per 2.500 partecipanti, tra aula e online. L’iniziativa è strutturata in una mattinata di workshop con esperti di digital manufacturing, cui segue un pomeriggio di confronto con i referenti di quelle imprese del territorio che rappresentano best practice sui temi della digitalizzazione.
A questo modulo base vengono collegati, in una struttura che incrocia processi ed applicazioni con le cosiddette “tecnologie abilitanti”, una serie di moduli di approfondimento specialistico, che partiranno dopo l’estate, avranno una durata di mezza giornata e si faranno sia in aula che tramite webinar e video. L’offerta formativa viene inoltre completata con un insieme di strumenti per l’autoformazione e l’approfondimento, veicolati attraverso il sito Internet di progetto in modalità multipiattaforma, fruibili sia da computer che da tablet e smartphone.
Quello di Industria 4.0 è un fronte su cui Confindustria sta lavorando anche al suo interno, formando tecnostruttura e dirigenti. Tredici tappe, in 13 città italiane, per una giornata intera di aula, ospitata presso le nostre associazioni territoriali e realizzata con il contributo del Politecnico di Milano per quanto riguarda gli scenari globali e tecnologici e dell’Università Luiss per esaminare l’impatto sui modelli di business, la gestione dell’impresa e gli aspetti manageriali e professionali.
Il sito dedicato (preparatialfuturo.confindustria.it) sarà la piattaforma per lo sviluppo di comunità di pratiche tematiche, dedicate allo scambio e alla condivisione di pratiche e conoscenze, all’individuazione di partner ed opportunità di collaborazione.
Preparati al futuro, dice il claim. Al momento può sembrare solo un invito, ma l’accezione è doppia. Post iniziativa, infatti, sarà il risultato ottenuto: quello di essere pronti per affrontare la rivoluzione digitale.