In cosa consiste il Network delle Città Creative Unesco?
È una realtà giovane ma molto dinamica. Attiva dal 2004, promuove la cooperazione tra 180 città di cinque continenti che hanno identificato la cultura e la creatività come fattori strategici per lo sviluppo urbano sostenibile.
Le parole d’ordine sono: collaborazione, confronto, partecipazione, progettazione, condivisione di buone pratiche e valorizzazione del patrimonio storico-culturale locale. Ogni città del network eccelle in un particolare campo della creatività: artigianato e arte popolare, design, film, gastronomia, letteratura, musica e media arts.
Come è nato il progetto e quali gli obiettivi?
Arriva da lontano e ha fatto molta strada e, soprattutto, è un progetto in cui molti di noi hanno creduto. Nel 2013 Fabriano ha ottenuto il riconoscimento di Città Creativa dell’Unesco per la sua antica maestria nella produzione della carta, la seconda in Italia assieme a Bologna, la sesta nel mondo per la categoria dell’artigianato e delle arti popolari. Questo riconoscimento ha premiato la lunga storia creativa della città e il vigore con cui il territorio ha intrapreso un cammino di riconversione dalle attività industriali a un recupero della dimensione artigiana, artistica e culturale.
Fabriano città di pittori, fabbri e mastri cartai è conosciuta nel mondo per la sua carta, la cui lunga storia permea la città con un legame indissolubile tra industria e artigianato contemporaneo.
Come si articola l’edizione di quest’anno e cosa significa per la città e il Paese?
È una grande occasione culturale, di condivisione, di cambiamento. L’evento più importante organizzato periodicamente dal Network delle Città Creative Unesco è la Creative Cities Conference: quest’anno rappresentanti e delegati delle 180 Città Creative del mondo si incontreranno a Fabriano per fare il punto e confrontarsi su missione, obiettivi e strategie future dell’Unesco, con l’intento di consolidare la rete ed avviare nuovi progetti di cooperazione.
Fabriano accoglierà, dunque, il Segretariato Unesco e circa 500 ospiti tra delegati, istituzioni e personalità dell’arte e della cultura, provenienti da tutto il mondo, per ospitare un dibattito ai massimi livelli sul futuro delle città nel XXI secolo. Un programma complesso, che vede il nostro centro come un grande laboratorio a cielo aperto sulla creatività.
Nel cuore del centro storico, all’interno dei Padiglioni della Creatività, come in una piccola Expò si alterneranno eventi culturali, riflessioni, seminari, conferenze, occasioni d’incontro e di confronto. Il tutto immerso nella bellezza.
Grazie al nostro impegno e al rapporto con l’Ermitage sarà possibile, inoltre, visitare la Madonna Benois di Leonardo, che resterà esposta in città per tutto il mese di giugno.
Le città e le imprese sono due degli attori centrali del territorio. Per questa edizione ospiterete anche il convegno della Piccola Industria di Confindustria “Imprese, città e territori resilienti”. In che modo dialogano città e imprese all’interno del network e come possono contribuire a vincere le sfide del XXI secolo?
La rete delle Città Creative Unesco promuove l’industria culturale e creativa e le sue pratiche innovative: l’obiettivo è favorire modelli di sviluppo sostenibile a traino culturale. Alla luce di ciò, sia le piccole imprese e l’artigianato di qualità sia le grandi imprese, che favoriscono lo scambio, la contaminazione e l’innovazione tecnologica, possono offrire un contributo notevole per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Unesco.
Il nostro Paese, con la storia dei suoi distretti industriali e il suo modello di sviluppo decentrato e più armonioso, rappresenta infatti un modello per tante realtà a livello mondiale. Anche per questo motivo, nella conferenza di Fabriano, abbiamo voluto mettere al centro della discussione un tema come l’innovazione del saper fare e il contributo che le nuove tecnologie possono dare per rilanciare imprese e territori.