L’impresa è leva fondamentale di sviluppo e per questo è patrimonio di tutti, di coloro che vi lavorano, del territorio in cui opera e del Paese. Un patrimonio da conoscere e da valorizzare.
Rosario Amarù condivide con il vice presidente Stefano Zapponini la delega su questa tematica, alla quale il Presidente Alberto Baban ha voluto dare priorità nell’ambito del programma di attività per il prossimo biennio.
“Il presupposto della delega su Cultura d’impresa e legalità che ho accettato con orgoglio e con grandi motivazioni – afferma Amarù – è che tra le piccole e medie imprese nazionali vi sono tantissime eccellenze, tanti campioni del Made in Italy che ancora hanno enormi margini di crescita e di internazionalizzazione. Accanto al core business, un imprenditore moderno e competitivo non può trascurare la costruzione e la difesa di quei valori fondamentali del Fare Impresa che ne caratterizzano l’identità orientando nel senso della correttezza, della responsabilità e della sostenibilità dell’attività aziendale. Solo adottando tali scelte è possibile garantire un futuro duraturo alle proprie imprese, nonché lavoro e ricchezza al proprio territorio. Da imprenditore del Sud, attento ai processi di crescita aziendale e di espansione nel mercato globale, al tema della sicurezza sul lavoro e alla competitività, sono convinto che la strategia d’azione di Confindustria volta a garantire il massimo rispetto delle regole e della concorrenzialità tra gli operatori economici sia quella vincente”.
Il ruolo dell’impresa è oggi adeguatamente percepito, o prevale ancora una certa cultura anti-industriale?
Ancora oggi la figura dell’imprenditore viene talvolta associata, seppur per un pregiudizio collettivo inconscio, a quella dello “speculatore”, quando l’imprenditore ha invece radicata nella propria identità ben altri valori e obiettivi, fondati appunto sulla “cultura d’impresa”.
E questo, nella piena consapevolezza che non esiste alternativa all’impresa come leva di sviluppo, crescita economica ed occupazionale, nel rispetto dei diritti di tutti e delle regole che caratterizzano ogni società che si proclami democratica, moderna e civile.
La cultura d’impresa è portatrice di crescita sociale, culturale e professionale e si contrappone al pressappochismo, alla speculazione, alla miopia di chi cerca esclusivamente di massimizzare nel più breve lasso di tempo i propri profitti, di corrompere o entrare in affari con le organizzazioni criminali, a discapito del benessere dell’azienda, dei lavoratori e del territorio di riferimento.
L’imprenditore, invece, ha l’obiettivo di produrre benessere, per l’azienda e per i dipendenti, attraverso sì la performance reddituale, ma non a tutti i costi e soprattutto non nel breve periodo. È nel Dna dell’imprenditore perseguire il profitto, ma in modo “socialmente responsabile” e con una strategia di medio-lungo termine, dopo aver remunerato tutte le risorse e i fattori della produzione.
Quanto il mercato è attento alla responsabilità sociale d’impresa?
L’etica e la responsabilità sociale devono essere caratteri primari di ogni imprenditore perché è il territorio che lo esige. Visione strategica, legalità, flessibilità, intuito, propensione al cambiamento e al rischio, innovazione e responsabilità sono le qualità riconosciute e premiate dal mercato, in grado di accrescere fatturato e utili.
La cultura d’impresa, dunque, deve essere interpretata e fatta propria da ogni imprenditore responsabile e lungimirante come l’insieme dei valori e delle relative norme adottati e riconosciuti dall’impresa come propri, parte del proprio bagaglio culturale e professionale.
L’imprenditore è oggi chiamato ad affrontare grandi cambiamenti. Cosa significa concretamente fare cultura d’impresa quando si guarda all’interno della propria azienda?
La cultura d’impresa deve trovare espressione nel comportamento degli imprenditori così come in quello dei dipendenti, manifestandosi nel lavoro quotidiano, nella propensione all’innovazione e al cambiamento, al mercato, alla collaborazione, alla qualità del servizio, alla flessibilità, all’apertura verso l’esterno e all’integrazione sul proprio territorio, al rispetto del contesto produttivo e della sicurezza propria e dei colleghi con cui si opera.
Quanto più la cultura d’impresa è patrimonio dei vertici, tanto più sarà trasmessa a tutti i livelli dell’organizzazione e tanto più la leadership riuscirà a motivare e coinvolgere i collaboratori nella realizzazione della propria “mission” e della propria “vision”.
Il Fare Impresa in maniera responsabile si riconosce dall’intera architettura organizzativa e produttiva dell’azienda,dalle tecnologie impiegate,dai metodi seguiti, dalla qualità e dalle condizioni di lavoro, in sintesi dalla cosiddetta filosofia aziendale e dallo “stile di vita” di tutti coloro che partecipano alla vita aziendale.
La cultura per l’imprenditore è “gusto della conoscenza”, ma con una forte attenzione alla realtà, finalizzata cioè a decidere e a fare, per creare qualcosa di nuovo che abbia un valore, non solo economico. Partendo da questa visione, la cultura d’impresa è sinonimo di cultura dell’innovazione e del cambiamento.
Cultura d’impresa significa anche rispetto delle regole.
Per migliorare il contesto in cui operano le imprese,uno dei nostri compiti principali è combattere la corruzione e il malaffare, avviando una battaglia culturale sul presupposto che la legalità è conveniente ed è fattore comune del Fare Impresa. Come Piccola Industria siamo convinti che solo in un ambiente normativo e sociale favorevole all’impresa sia possibile creare le condizioni per lo sviluppo e per la crescita economica, favorendo concretamente la libertà di iniziativa economica.
Quali iniziative sono in cantiere?
Abbiamo in programma di dare forte impulso alla promozione di queste tematiche anche attraverso attività di Piccola Industria già consolidate. Stiamo ad esempio pensando ad una iniziativa specifica sulla legalità destinata alle nuove generazioni da collegare alla prossima edizione del Pmi Day e alla istituzione nell’ambito del Premio Parola d’impresa di un riconoscimento dedicato alla cultura d’impresa nell’ottica di valorizzare “piccole imprese” che hanno ottenuto “grandi risultati”.
La realizzazione di premi e comunque di iniziative volte alla diffusione della cultura d’impresa sarà promossa anche nei territori attraverso il progetto Industriamoci nel quale potranno essere ricomprese tutte le attività dedicate a questa tematica.