
Nel racconto di Giuseppe Valletti (nella foto in alto) c’è la soddisfazione di fare un mestiere che contribuisce a tutelare l’ambiente, ma anche l’orgoglio di avere portato avanti la tradizione di famiglia. La Valletti nasce nel 1974 ad Ercolano, in provincia di Napoli, per volere del padre Natale, che aveva avviato un’attività di recupero e vendita di abiti usati presso i mercati della zona, e successivamente si trasferisce a Pastorano, nella provincia di Caserta.

PIO VALLETTI

GIACOMO QUARTUCCI
Da allora ad oggi si può dire che la missione dell’azienda non sia cambiata e il compito principale resta quello di donare una seconda vita a tutto ciò che non trova più posto in armadi spesso ricolmi oltre il necessario. Indumenti usati, certo, ma che grazie all’attività di un team affiatato – oltre a Giuseppe, export manager, lavorano in azienda anche il fratello Pio Valletti, quality manager, e Giacomo Quartucci, amministratore – vengono recuperati e sottoposti a trattamenti di igienizzazione prima di trovare una nuova destinazione.
Ma da dove arriva la merce da lavorare nello stabilimento casertano? “Esistono due tipi di raccolta – spiega Giuseppe Valletti –. La prima è quella attraverso cooperative onlus o società che recuperano abbigliamento usato. La seconda è quella tramite le società che gestiscono i rifiuti urbani, per fare un esempio l’Asia di Napoli, affidando in subappalto la raccolta dell’abbigliamento usato a società che poi lo vendono a impianti come il nostro”.
In entrambi i casi, una volta varcati i cancelli dello stabilimento di Pastorano, il processo è il medesimo. I capi vengono selezionati da mani esperte e occhi attenti, in grado di intuire rapidamente l’uso più adatto per un capo. E così ci sono abiti e scarpe che entrano nel circuito di negozi vintage di Roma o Milano (ma anche Amsterdam e Parigi), quelli ancora in buono stato che vengono scelti per il mercato russo oppure europeo, quelli che andranno nei paesi africani e quelli diretti in Pakistan. Ciò che non è recuperabile, viene tagliato e diventa straccio per pulizia per un riuso, ad esempio, nel settore dell’automotive.

LA FASE DI SELEZIONE DI INDUMENTI E ACCESSORI USATI
Una fase importante è la selezione per qualità di materiale. “Quando una maglia di lana, ad esempio, è usurata e non può essere venduta come di seconda mano – spiega Valletti – il capo viene sfilacciato per ricavare una nuova bobina che sarà miscelata con lana vergine”. Per questo processo l’azienda vende il materiale recuperato ai lanifici di Biella o Prato, anche se, constata l’imprenditore con dispiacere, molte lavorazioni sono fatte ormai anche all’estero per via dei minori costi di manodopera.
In generale dall’export deriva il 90% del fatturato della Valletti, che ha chiuso il 2021 poco sotto i sei milioni di euro. Il prodotto italiano, infatti, è molto apprezzato all’estero anche quando è di seconda mano. “La Russia, ad esempio, ci preferisce per il brand – racconta Valletti – mentre in Cile, che fa da porta di ingresso per il mercato del Centro America, ci scelgono per le taglie. Il prodotto che arriva dagli Stati Uniti, infatti, spesso è large o extralarge, mentre le misure italiane si adattano meglio alla corporatura di un cileno o di un boliviano”.
A proposito di Russia, domandiamo se la drammatica crisi in corso stia provocando conseguenze sulla loro attività. “I nostri ordini dalla Russia sono stati cancellati. In realtà il nostro codice doganale non rientra fra quelli dei beni sanzionati – spiega l’export manager – ma, di fatto, con la svalutazione del rublo i russi vengono penalizzati. Un mio prodotto oggi costerebbe loro il 40% in più e per questo motivo probabilmente adesso acquisteranno da Cina o Emirati Arabi. Tuttavia, la nostra politica negli anni è sempre stata quella di “mettere una bandierina” in più paesi, anche a scapito di un guadagno immediato. Questa scelta ci ha premiati durante la pandemia perché quando un paese entrava in lockdown – e dunque le richieste di prodotto diminuivano – noi riuscivamo a vendere in altri mercati. E così via, a mano a mano che la pandemia si spostava e altri paesi applicavano restrizioni. Oggi, quindi, con il mercato russo fermo abbiamo un’opzione in meno, ma non ci stiamo piegando”.
Diversa, invece, la situazione per la bolletta dell’energia elettrica, che a partire dallo scorso dicembre è raddoppiata. “Pur non essendo energivori abbiamo sollevatori e nuovi macchinari – afferma –. Stiamo dunque contattando alcune aziende per valutare di installare degli impianti fotovoltaici”.
Fresco di montaggio, invece, è l’ultimo macchinario entrato negli stabilimenti della Valletti, che trasferisce il materiale per come si trova all’interno dei camion per la raccolta direttamente sul piano di lavoro degli operatori. Il risparmio di tempo è assicurato, così come la possibilità di misurare la produttività di ciascun dipendente, facendo scattare a fine mese premi in busta paga. “In questo modo i collaboratori sono più motivati ed è importante per un’azienda che vuole crescere”, commenta Valletti.
Attualmente nell’impresa campana sono impiegati 60 dipendenti, ma la proprietà pensa di incrementare il personale proprio grazie ai vantaggi portati dal nuovo macchinario. “Attraverso i bandi europei siamo riusciti a fare un investimento che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Inoltre, con le quantità che lavoriamo ogni giorno, circa 30 tonnellate, eravamo ormai saturi per i nostri quattromila metri quadri di stabilimento. Ora, invece, con questo impianto che si sviluppa in altezza potremo raddoppiare le quantità lavorate e assumeremo nuovo personale”, conclude Valletti.

IL TEAM ALLA GUIDA DELLA VALLETTI SRL