
Cresce la diffusione del welfare aziendale tra le imprese e con essa il rapporto Welfare Index PMI. Promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni, ha coinvolto per l’edizione di quest’anno, la terza, più di 4.014 imprese, il venti per cento in più dell’edizione 2017.
Come negli anni passati, le imprese appartengono ai settori agricoltura, industria, artigianato, commercio e servizi, studi e servizi professionali e terzo settore.
Una continuità che si traduce in storicità e che, grazie alle quasi 10mila interviste raccolte in tre anni fra le Pmi dei sei settori produttivi, permette di tracciare il trend della diffusione negli anni del welfare aziendale tra le imprese. Un andamento, questo, che si rileva in costante aumento e che registra complessivamente 200 imprese con Rating 5 W e 4 W, di cui 38 nell’edizione di quest’anno.
La ricerca, condotta da Innovation Team, divide infatti le imprese secondo il Rating Welfare Index PMI, con valutazioni da 1W a 5W, misurando la loro azione nel welfare e permettendogli di conoscere il proprio livello e di comunicarlo.
In particolare, il numero delle imprese attive in almeno quattro delle 12 aree di welfare aziendale individuate passa dal 31,3% del 2017 al 39,8%. Allo stesso modo, cresce anche il numero di imprese molto attive – almeno sei aree coperte –, che sono nel 2018 il 14,9% rispetto al 12,6% dell’anno precedente.
Il rapporto sembra poi certificare una “traiettoria a senso unico”, rilevando che solo l’1,4% delle imprese ha ridotto le attività di welfare nell’ultimo anno. Un progressivo sviluppo che si concentra in particolare nelle iniziative di “sanità e assistenza”, “conciliazione e sostegno al lavoro” e “giovani, formazione e istruzione”, individuate come le tre aree strategiche dove il welfare aziendale è più presente.