
Italia, Germania, Francia. Il cuore industriale dell’Europa è qui. Fedele alla sua tradizione, nel corso del 2017 Confindustria ha proseguito e rafforzato il dialogo con le rappresentanze tedesca e francese durante i vertici tenutisi rispettivamente a ottobre e settembre scorso.
Molte le affinità emerse dalle dichiarazioni congiunte: laddove però i francesi hanno posto l’accento sulla necessità di far competere i campioni europei a livello globale, i tedeschi hanno ribadito invece l’importanza delle catene del valore intra-europee.
Comune a tutti, in ogni caso, il riconoscimento del forte ruolo delle Pmi. Pierre Gattaz, per esempio, ricorda che “quando una grande impresa europea ha successo, si porta dietro l’indotto formato da piccole e medie imprese”. Da qui il suo impegno, alla guida del Medef, affinché “le imprese europee siano messe in condizione di cooperare per formare il loro ecosistema di piccole e medie imprese sui mercati internazionali”.
Dieter Kempf, dal canto suo, esorta a cogliere la sfida della digitalizzazione, in quanto “offre l’opportunità per una cooperazione ancor più stretta delle catene del valore europee. Ciò potrebbe portare ad una maggiore efficienza nell’industria manifatturiera”. Per questo, le Pmi italiane e tedesche hanno di fronte “l’urgenza di digitalizzare i processi e offrire servizi correlati”.
Abbiamo posto loro alcune domande sulle sfide che attendono l’Europa e sul ruolo dei corpi intermedi. Ecco come hanno risposto.
Il progetto europeo ha di fronte a sé numerose sfide, dalla crisi di fiducia alla gestione dei flussi migratori, ai neoprotezionismi. Quale il contributo dei corpi intermedi nel contribuire a rispondere a queste sfide?

DIETER KEMPF
Kempf – In un mondo caratterizzato da rapidi cambiamenti e trasformazioni, le associazioni industriali europee devono concentrarsi su cosa possono fare meglio: noi svolgiamo il ruolo di intermediari tra le imprese, l’opinione pubblica e i decisori politici. Dobbiamo parlare sia il linguaggio degli esperti che quello comune. Le informazioni e le analisi accuratamente ricercate devono contribuire a un dibattito basato sulla ragione.
Gattaz – L’Europa sta attraversando un periodo d’incertezze. Ciò nonostante credo che gli imprenditori, che rappresentano una base fondamentale per affrontare le sfide di oggi, debbano guardare al futuro e ricercare soluzioni.
Il Medef ha una visione pro-europea fondamentale per affrontare le tensioni attuali. Sta a noi sostenere la convergenza fiscale, sociale ed energetica affinché l’Europa sia realmente integrata e competitiva con gli altri grandi attori internazionali. Il nostro ruolo è quello di continuare a richiamare l’attenzione su questa esigenza, sia nei confronti dell’amministrazione, sia verso la società civile. Le risposte alle sfide delle migrazioni, dello sviluppo dei nostri territori, delle tentazioni protezioniste sono di natura economica. Si tratta di costruire un’Europa competitiva, rilanciare l’attività nelle nostre regioni, essere più incisivi sui mercati esteri e investire nell’imprenditorialità in Africa.
Nel quadro della rinnovata strategia industriale per l’Europa, quali azioni concrete dovrà intraprendere la Commissione per rafforzare le politica industriale europea?
Kempf – La strategia della Commissione europea sulla politica industriale, insieme alle iniziative sulla better regulation, sull’economia circolare e sul finanziamento delle Pmi, rappresenta un buon punto di partenza. Il progetto, tuttavia, non include l’obiettivo di avere un’industria che costituisca il 20% del Pil Ue, il che mi sembra un’opportunità sprecata. Quindi, la richiesta di Confindustria e della Bdi per un bilancio europeo orientato all’innovazione deve essere ascoltata dalla Commissione europea. Una maggiore coerenza e l’esistenza di sinergie più forti tra le varie politiche a livello regionale, nazionale ed europeo sono i requisiti fondamentali per una migliore politica industriale.

PIERRE GATTAZ
Gattaz – La Commissione ha presentato un’eccellente comunicazione, secondo la quale è necessario costituire un ecosistema nel contesto del mercato interno affinché le nostre imprese industriali possano svilupparsi sul territorio dell’Unione e, a partire da questa base, essere incisive sui mercati esteri. Sono parole sicuramente condivisibili, ma rimangono tali. Ciò che conta ora è dare sostanza alle dichiarazioni.
Nel contesto globale come può l’Europa giocare un ruolo centrale di fronte alla concorrenza di giganti economici come Stati Uniti e Cina?
Kempf – È necessario che venga innanzitutto preservato il Mercato Unico europeo ed evitata la sua frammentazione attraverso l’attivazione di processi coerenti di semplificazione e innovazione. Con oltre 500 milioni di consumatori, il Mercato Unico resta un asset strategico per gli imprenditori europei.
In secondo luogo, l’Europa deve colmare il divario sull’economia digitale, sia in termini di infrastrutture, sia di processi e modelli aziendali. Terzo, l’Ue deve continuare a perseguire la liberalizzazione progressiva dei mercati internazionali
Gattaz – L’Europa ha grandi risorse: imprese globali in settori come l’energia, la difesa, le utilities, le costruzioni, l’automotive, lo spazio, il turismo. Una rete di imprenditori creativi e innovativi. Abbiamo il mercato interno, l’euro e la politica commerciale comune. Di fronte alla Cina e agli Stati Uniti sono unità e coesione a costituire la nostra forza, ma è soprattutto l’efficacia della nostra economia che ci renderà veramente credibili. Continuare a parlare con una voce sola nei forum internazionali dove si decidono le questioni ambientali, monetarie e commerciali significa anche che ci sentiamo più europei tra di noi.
Su quali temi e/o progetti ritiene che la vostra associazione e Confindustria possano più facilmente collaborare?
Kempf – La cooperazione tra Bdi e Confindustria è un impegno costante sia a livello bilaterale che all’interno di BusinessEurope. Il fiore all’occhiello del nostro impegno congiunto è il Business forum italo-tedesco che si svolge annualmente a Bolzano.
Siamo sempre in contatto e alla ricerca di mezzi per rendere noti alla politica e alla comunità imprenditoriale i risultati condivisi. Uno dei più rilevanti è stato riconoscere come scopo comune quello di trasformare il bilancio Ue in uno strumento di stimolo all’innovazione e alla crescita. Il nostro obiettivo comune rimane quello di aumentare la competitività europea.
Gattaz – Stiamo organizzando per il 25 e il 26 gennaio 2018 un bilaterale delle imprese franco-italiane a Roma. Si tratta di affrontare insieme i grandi temi europei: la difesa, l’industria e il digitale, l’unione economica e monetaria, il commercio internazionale. È anche un’opportunità unica per mettere in piedi un dialogo bilaterale permanente tra le nostre autorità politiche. In Francia, come in Italia, dobbiamo continuare a fare riforme, a diminuire la spesa pubblica e soprattutto mettere il tema della competitività al centro delle decisioni politiche.