Lei è alla sua prima legislatura, qual è secondo lei il ruolo che il Parlamento deve avere nel contesto europeo di oggi?
Il Parlamento europeo, unica istituzione eletta dai cittadini, deve essere il presidio della democrazia e dei diritti sanciti dalla Carta Ue. C’è una vulgata per cui l’Europarlamento non ha poteri concreti sulle decisioni politiche. Questo non è vero. Un esempio è il Ttip: abbiamo potere di veto e la possibilità di riformulare o rifiutare l’accordo. Abbiamo chiesto innanzitutto maggiore trasparenza nei negoziati, affinché i cittadini possano essere coscienti di ciò che potrebbe comportare il Ttip. Altro potere del Parlamento è quello sul bilancio dell’Unione: su questo punto, c’è stata una forte pressione da parte della delegazione M5S affinché i fondi Ue per le regioni e per le Pmi italiane non venissero decurtati. Si tratta di battaglie che hanno grande impatto sul territorio e sulla vita quotidiana di cittadini e imprese.
Su quali dossier si sta impegnando attualmente?
Mi sto battendo per ottenere migliori servizi nelle infrastrutture, in particolare quelle portuali, per tutelare l’agricoltura biologica italiana, per contrastare le misure per far fronte alla Xylella in Puglia, per rendere più efficace il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Sono anche relatrice di un dossier – “OT3: promuovere la competitività delle Pmi” – sui nuovi strumenti per lo sviluppo territoriale nella politica di coesione 2014-2020, un rapporto molto importante per la nostra economia perché punta a sfruttare l’enorme potenziale delle Pmi in termini di creazione di occupazione e di crescita. Nel rapporto si chiede un accesso meno burocraticizzato ai fondi Ue e al credito, indirizzando gli investimenti verso uno sviluppo realmente sostenibile, e vogliamo che si favorisca la spinta delle Pmi verso l’estero attraverso la capacità di fare qualità nel piccolo e l’offerta di servizi. In un contesto come il nostro, l’unico posizionamento sostenibile è quello della massima qualità, in un’ottica green. Fondamentale anche l’approvvigionamento di energia a costi contenuti: le imprese europee hanno il costo dell’energia più alto del mondo e bisogna proporre un deciso processo di decarbonizzazione. Il rapporto ha già ottenuto un primo ok dalla commissione REGI e presto andrà alla Plenaria a Strasburgo per il voto definitivo.
In che modo si sta adoperando affinché le proposte a cui state lavorando potranno avere un impatto positivo sull’industria italiana?
Credo che il report di cui ho parlato vada proprio nella direzione di promuovere le Pmi italiane, creando un quadro normativo più semplice e al contempo più efficace per far emergere le potenzialità e le peculiarità del sistema delle imprese italiane.
Cosa deve fare l’Europa per essere più vicina ai cittadini e alle imprese?
Ci sono forze che lavorano ogni giorno per rendere l’Europa “cosa loro”, per creare un muro tra il luogo delle decisioni e i territori. Il Parlamento deve essere un baluardo contro queste forze. Mi riferisco alla pressione delle lobby. Serve maggiore trasparenza e attenzione alle istanze territoriali, serve un dialogo costante con i territori. Noi eurodeputati abbiamo una settimana al mese da dedicare a questo e noi del M5S cerchiamo di organizzare incontri anche nei weekend sul tema dei fondi europei, per raccogliere le istanze dei territori e al contempo tenerli informati sui passi che si compiono qui.
Anche cittadini e imprese hanno un ruolo importante: senza il loro costante pungolo all’Ue sarà più difficile per noi difendere le comuni istanze in Europa. Altri paesi sono bravissimi a fare squadra e a tutelare le proprie realtà produttive.
Per questo, l’invito che faccio alle Pmi è quello di lavorare con maggiore attenzione in Europa.
Io sarò sempre al fianco di quelle realtà che hanno interesse a portare avanti un reale sviluppo sostenibile.