
Irritec vanta un’ultraquarantennale storia aziendale. Avete iniziato con la produzione di avvolgibili in pvc, oggi operate in tutt’altro settore. Cosa la spinse ad un cambiamento di indirizzo così radicale?

CARMELO GIUFFRÈ
I motivi risiedono nella visione che tutti i sistemi di irrigazione per allagamento allora utilizzati sarebbero cambiati in favore di criteri più precisi ed efficienti. In particolare, poiché la Sicilia era un’area caratterizzata da un’agricoltura “assetata”, era logico pensare che il mondo dell’irrigazione si sarebbe evoluto, dando spazio a metodi che avrebbero consentito il risparmio e l’ottimizzazione della risorsa idrica. Attraverso l’irrigazione a goccia, l’acqua e le soluzioni nutritive sono distribuite in piccole quantità e con maggior frequenza, in modo da mantenere un livello di umidità ideale nella zona radicale. La pianta raggiunta dal metodo a goccia riceve il 90% dell’acqua, permettendo così di irrigare fino all’80% in più rispetto al sistema a solco, con un risparmio idrico del 45%. Inoltre, grazie alla microirrigazione, la pianta è più produttiva, non è soggetta a stress idrico né a problemi fitopatologici, poiché la goccia permette la giusta localizzazione dell’apporto idrico e così l’apparato fogliare è mantenuto asciutto. Infine, la microirrigazione permette anche l’utilizzo di acque saline.
Da una piccola azienda a Capo d’Orlando al mondo. Oggi avete stabilimenti produttivi in Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Brasile e Cile, un processo di internazionalizzazione che pare proseguire spedito.
L’internazionalizzazione è partita negli anni ‘80, con partecipazioni alle fiere internazionali. Nel 1997 abbiamo inaugurato il primo stabilimento in Spagna, a Carmona di Sevilla. Già allora, comunque, vendevamo all’estero una rilevante quota del fatturato, il 40%. Nel 1999 siamo entrati nel mercato statunitense con una joint-venture in California, che aveva come obiettivo la produzione e distribuzione di soluzioni per la microirrigazione. Nel 2000, poi, abbiamo creato un nuovo stabilimento produttivo: la Siberline Mexico, oggi Irritec Mexico, mentre nel 2007 è stata aperta una filiale commerciale in Algeria e nel 2012 siamo approdati anche in Brasile. L’anno successivo è nata la nostra sede commerciale in Germania, la Irritec Deutschland e nel marzo del 2017 quella in Cile. Dal 1990 ad oggi le aziende Irritec si sono dedicate all’evoluzione e al perfezionamento del sistema di irrigazione a goccia, che ancora oggi costituisce il nostro core business.
Come vi siete adattati alle differenze presentate dai vari paesi?
Attraverso l’analisi del mercato, studiando gli usi e costumi del luogo e introducendo le nostre tecnologie per rispondere alle esigenze locali. Gli investimenti produttivi all’estero sono stati effettuati soprattutto per essere più vicini al mercato, ridurre i tempi di consegna e i costi di trasporto. Scelte che ci hanno permesso di essere più competitivi. Ed ora stiamo valutando ulteriori investimenti, non solo produttivi, con particolare attenzione ai continenti africano e asiatico.
Negli anni avete impresso una forte accelerazione al settore, rivoluzionando il concetto di irrigazione ecosostenibile. Quali sono state le idee vincenti al proposito? E quali i nuovi progetti?
La microirrigazione, la localizzazione della goccia e lo sviluppo di prodotti di semplice utilizzo, capaci di far ottenere un considerevole risparmio idrico, energetico e, in alcuni casi, permettendo di fertilizzare il terreno con un sempre più ridotto impatto ambientale. Abbiamo sviluppato nuovi gocciolatori, meno sensibili all’occlusione e meno soggetti a intrusione radicale, nonché prodotti resistenti agli attacchi di invertebrati, roditori e volatili. E, nell’ottica dell’ecosostenibilità, abbiamo avviato il progetto “Green Fields”: al momento del ritiro del rifiuto, all’agricoltore viene rilasciato un Fir (formulario di identificazione dei rifiuti, ndr) dal raccoglitore, che attesta il suo corretto smaltimento. Fir che deve essere inviato ad Irritec, pronta a riconoscere un bonus sul successivo acquisto di ala gocciolante, che si raddoppia se quanto smaltito è stato prodotto dalla nostra azienda. Il progetto ha riscosso ampio consenso in Italia, sbarcando anche all’estero. Step logico, considerato che Irritec è tra le aziende italiane riconosciute e prese ad esempio per l’applicazione dei principi dell’economia circolare, come attesta l’ultimo report redatto dalla fondazione Symbola ed Enel.
Com’è strutturata Irritec? E quali sono i numeri generati dalla vostra impresa?
Il gruppo Irritec ha stabilimenti produttivi in Spagna, Stati Uniti, Messico e Brasile e commerciali in Germania, Algeria e Cile, potendo contare su oltre 700 dipendenti. Oggi i nostri prodotti e servizi sono diffusi in circa 140 paesi, con un’attività all’estero del 70% e un fatturato consolidato di 161 milioni di euro. Irritec è dotata al proprio interno di appositi reparti di ricerca e sviluppo, agronomico e logistico.