
di Jyrki Katainen, Vice Presidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività
Il commercio internazionale è un elemento vitale per l’economia europea e italiana. Dagli scambi commerciali con paesi al di fuori dell’Unione europea dipendono oltre 31 milioni di posti di lavoro nell’Ue – di cui oltre tre milioni in Italia – che a loro volta danno sostegno a famiglie e comunità europee. L’obiettivo della politica commerciale dell’Ue è quello di mantenere aperti i mercati per gli esportatori europei e assicurare che i produttori europei abbiano accesso alle materie prime, ai componenti e ad altri elementi necessari per rimanere competitivi sul mercato mondiale.

JYRKI KATAINEN
L’Ue sostiene pertanto un commercio aperto, fondato sulle regole e leale, come garantito in particolare dall’organizzazione mondiale del commercio, e si oppone a tutte le forme di protezionismo. È in questo contesto che l’Unione europea sta, ad esempio, chiedendo agli Stati Uniti di non introdurre tariffe ingiustificate e incompatibili con il quadro normativo dell’organizzazione mondiale del commercio (omc) sulle esportazioni di acciaio e di alluminio dell’Ue. L’Ue si adopera anche per garantire che le imprese europee possano operare in condizioni di parità con i loro concorrenti esteri. Quando altri non agiscono in osservanza delle regole, ad esempio esportando beni sul mercato Ue per mezzo di pratiche sleali (dumping) o erogando sussidi illegali, l’Unione utilizza l’omc e le proprie misure di difesa commerciale per proteggere le imprese e i posti di lavoro dell’Ue dalla concorrenza sleale. Nei prossimi anni il 90% della crescita mondiale avverrà in paesi al di fuori dell’Ue. gli accordi commerciali aiutano le imprese europee a sfruttare questa crescita e a connettersi alle catene del valore globali. Nel 2017 l’Ue ha firmato accordi commerciali con il Canada e il Giappone. Ha appena terminato i negoziati per un nuovo accordo commerciale con il Messico e sta negoziando con il mercosur (composto da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) e con l’Indonesia. mentre colloqui con Australia e Nuova Zelanda probabilmente inizieranno quest’anno. Gli accordi commerciali dell’Ue creano nuove opportunità per le imprese italiane. Tali accordi sono particolarmente preziosi per le piccole e medie imprese perché le barriere commerciali tendono a gravare più su di loro che sulle imprese più grandi, in quanto hanno meno risorse per superarle. I potenziali benefici per le Pmi includono diversi ambiti. Vediamoli.
TARIFFE
Ci sono milioni di piccoli produttori e produttori in Italia e in tutta Europa. Le Pmi dell’Ue producono circa il 30% delle esportazioni di beni dell’Ue. Pertanto si trovano in una buona posizione per trarre vantaggio dall’eliminazione delle tariffe. Nei settori in cui queste sono ancora elevate, i guadagni possono essere elevati. Nell’attuale mercato globale, anche piccoli aumenti del costo di un prodotto a causa delle tariffe possono fare la differenza per le Pmi. In alcuni casi, la rimozione delle tariffe può consentire ad alcune di vendere i propri pro- dotti in nuovi mercati per la prima volta. Tariffe più basse sulle importazioni possono significare l’accesso a materie prime e com- ponenti meno costosi per le imprese europee, aiutandole a rimanere competitive sui mercati europei e globali.
PROBLEMI NORMATIVI E BARRIERE NON TARIFFARIE
Le barriere non tariffarie, come i ritardi doganali, gli ostacoli tecnici e i regolamenti possono colpire le Pmi più delle grandi imprese. Rispettare tali misure può essere difficile e costoso. gli accordi commerciali dell’Ue rendono i mercati di esportazione più aperti e trasparenti, riducono costi inutili e ritardi amministrativi e rendono più compatibili i regolamenti Ue e quelli del partner commerciale.
allo stesso tempo, ciascuna parte mantiene i livelli di salute, sicurezza e protezione ambientale che ritiene appropriati.
L’Ue mira inoltre a garantire maggior efficienza normativa servendosi, ad esempio, di valutazioni di impatto e applicando buone pratiche di regolamentazione e standard internazionali. in questo contesto l’Ue garantisce che il pro- cesso decisionale tenga conto del potenziale impatto sulle Pmi e riduca i costi delle imprese.
SERVIZI
L’Ue è uno dei maggiori esportatori di servizi del mondo. molti fornitori di servizi – contabili, ingegneri, specialisti in tecnologie informati che e consulenti dei servizi ambientali – lavorano in piccole imprese, spesso come parte della catena di valore delle grandi aziende. Questi piccoli fornitori di servizi beneficiano della maggiore certezza del diritto e del nuovo accesso al mercato che gli accordi commerciali possono fornire.
APPALTI PUBBLICI
L’accesso ai mercati degli appalti pubblici può portare beneficio anche alle Pmi. in molti paesi gli enti pubblici acquistano una vasta gamma di beni e servizi dalle imprese del settore privato. a questo si legano opportunità di lavoro per le industrie che forniscono servizi di consulenza, infrastrutture e altri prodotti e servizi.
DOGANE E FACILITAZIONI COMMERCIALI
Costi inferiori, maggiore trasparenza e minore burocrazia alle frontiere avvantaggiano i piccoli esportatori e produttori anche più dei loro concorrenti più grandi, così come le piccole imprese di vendita al dettaglio, all’ingrosso, di trasporto e di logistica. Quando negozia accordi commerciali, l’Ue mira a ridurre costi e ritardi non necessari per i commercianti migliorando la prevedibilità, la semplicità e l’uniformità delle procedure. Le riforme doganali e di facilitazione degli scambi commerciali costituiscono un vantaggio per il commercio delle Pmi con paesi terzi.
PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Le Pmi sono leader nell’innovazione e nella creatività, che generano posti di lavoro e crescita economica. i loro diritti di proprietà intellettuale (Dpi) devono essere adeguata- mente protetti, in quanto rischiano spesso di essere infranti. L’Ue garantisce che gli accordi commerciali includano impegni per una forte tutela dei diritti di proprietà intellettuale e il rispetto delle norme per le Pmi. L’Ue utilizza gli accordi commerciali per garantire che i partner commerciali rispettino le indicazioni geografiche (ig) – i marchi assegnati a prodotti alimentari e regionali, come il prosciutto di Parma o il Balsamico di Modena – e impediscano che i prodotti di imitazione vengano venduti sul loro mercato.
COMMERCIO ELETTRONICO
internet sta consentendo a milioni di Pmi europee di raggiungere clienti stranieri, aumentando così il volume di mercato e sostenendo posti di lavoro nelle comunità locali. Le Pmi online sono molto più propense delle loro controparti offline a esportare verso clienti di più paesi. Gli accordi commerciali dell’Ue promuovono il trattamento esente da dazi doganali dei prodotti digitali. L’accesso dei consumatori a servizi e applicazioni di loro scelta su internet può aiutare i rivenditori e i fornitori di servizi a prosperare nel mercato online.
CATENE DEL VALORE
Molte Pmi che non esportano direttamente al di fuori dell’Ue, possono comunque beneficiare degli accordi commerciali che l’Unione conclude, intermediandosi a società che operano all’estero. in questo modo possono beneficiare degli accordi, anche se ancora non esportano direttamente al di fuori del loro mercato nazionale. Negli accordi commerciali vi sono una serie di meccanismi che consentono a entrambe le parti di lavorare insieme per poter rendere più semplice per le Pmi l’accesso ai mercati internazionali. Vi sono, ad esempio, un comitato per le Pmi e un help-desk online con l’obiettivo di informare le Pmi e aiutarle a capire in che modo possono trarre vantaggio dall’accordo commerciale. Anche i capitoli dedicati alle Pmi nei singoli accordi possono rafforzare la cooperazione esistente tra la Commissione e le autorità dei paesi partner. Oltre agli accordi commerciali, l’Ue utilizza la sua strategia di accesso al mercato per mantenere i mercati aperti e gli scambi commerciali attivi. La Commissione lavora a stretto contatto con gli Stati membri e le imprese per garantire che le opportunità commerciali concordate nei negoziati siano tradotte in un reale accesso al mercato per gli esportatori europei. affrontando gli ostacoli alle esportazioni dell’Ue in altri paesi e alle pratiche anticoncorrenziali, la Commissione migliora la posizione competitiva dell’industria europea, creando ulteriori opportunità di esportazione per un valore di 4,8 miliardi di euro all’anno. Per aiutare gli esportatori europei, l’Unione ha istituito il cosiddetto “market access Database”, il quale fornisce informazioni alle aziende che esportano dall’Ue in merito ai requisiti di importazione in paesi al di fuori dell’Unione. il market access Database copre questioni come dazi e imposte, procedure e documenti e comprende una sezione sui servizi per le Pmi. Lo “Eu’s Trade helpdesk” fornisce, invece, in- formazioni sulle norme e i regolamenti dell’Ue. È l’ideale per gli importatori europei che vogliono sapere cosa devono fare per importare materie prime, componenti o prodotti finiti. innumerevoli Pmi italiane hanno già beneficiato degli accordi commerciali dell’Ue. La Commissione continuerà a promuovere un commercio aperto, fondato sulle regole e leale, in modo da aprire nuove opportunità e mercati per le imprese e i lavoratori italiani, pur agendo fermamente per proteggerli da pratiche commerciali sleali.