Di Giovanni Ottati, Presidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo
In Italia c’è uno iato di conoscenza sul Marocco economico, uno dei paesi protagonisti di Connext.
Conosciuto in Italia principalmente come destinazione turistica (11,3 milioni di visitatori tra gennaio e novembre 2018 ), il Marocco è un paese emergente sotto molti punti di vista, compreso quello linguistico, con un facile gioco di parole.
Si chiama infatti “Emergence Maroc”, (la cui traduzione non è “Emergenza Marocco” bensì “Marocco che emerge”) anche il Patto nazionale di sviluppo sottoscritto da istituzioni e imprese presentato al Re il 29 giugno 2008 in una grande manifestazione a Tangeri, in cui Assafrica fu l’unica Associazione imprenditoriale italiana ad essere presente.
Sin da allora il Regno è balzato alla ribalta per la sua visione-Paese. Nella classifica annuale “Doing Business 2019” della Banca Mondiale sulla facilità di fare impresa il Marocco ha guadagnato nove posti rispetto allo scorso anno, collocandosi al 60°, primo tra i paesi del Nord Africa, ad una manciata di posizioni dall’Italia, classificata al 51° posto. E sempre secondo la Banca Mondiale nell’anno in corso il Paese crescerà del 2,9%.
Sono risultati legati principalmente alla strategia di integrazione economica e politica con l’Africa sub-sahariana messa in atto negli ultimi dieci anni attraverso le due leve della politica estera e di quella economica.
Sul piano della politica estera, infatti, il Re ha intrapreso un’efficace strategia, tessendo una fitta rete di contatti diplomatici volti a costruire il consenso necessario per reintegrare la presenza marocchina nell’Unione africana (il paese non aveva aderito per motivi legati al conflitto con il Fronte Polisario per la sovranità sulle pro- vince meridionali del Sahara Occidentale), per poi rientrare nella Ua ad inizio 2017. Ma al tempo stesso ha anche messo a punto uno schema di diplomazia economica sovrapponibile alle missioni di Sistema italiane, facendosi costantemente accompagnare dalla Cgem, la “Confindustria” nazionale, che a sua volta ha costruito una altrettanto fitta rete di contatti imprenditoriali e accordi di collaborazione con le consorelle dell’Africa sub-sahariana.
I massicci investimenti in Africa sub-sahariana nel settore finanziario attraverso l’acquisizione di molte banche ed in quello Ict hanno completato l’opera sul piano della politica economica. Terzo settore (e terzo filone) attualmente emergente in Marocco è quello delle energie rinnovabili, grazie alle quali nel 2030 il paese intende coprire il 52% del suo fabbisogno energetico.
In termini di business community il Regno può contare su una organizzazione centrale imprenditoriale ben strutturata e che condivide con i vertici politici una visione aperta ai mercati e all’imprenditorialità. La Cgem ha infatti anche una sezione in cui rappresenta e associa gli imprenditori marocchini all’estero: una visione d’avanguardia che aggiunge valore all’identità imprenditoriale oltre che alla territorialità e che si declina anche in una ripetuta osmosi tra il mondo imprenditoriale e quello della politica.
Il ministro dell’Industria Elalamy è stato infatti presidente della Cgem e Salahhedine Mezouar, attualmente in carica, è stato anche il ministro degli Esteri del paese. Un mix di fattori e settori che impongo- no quindi di guardare al Marocco come modello di politica estera, economica e imprenditoriale da considerare con attenzione, come esempio di patto corale di sviluppo a medio-lungo termine di un paese sempre meno emergente e sempre più “emerso”.