
Estote parati
Giancarlo Turati, presidente Piccola Industria Associazione Industriale Bresciana

GIANCARLO TURATI
“Buongiorno, abbiamo creato questo gruppo per migliorare la comunicazione e facilitare il coordinamento tra noi nella gestione di questa terribile emergenza. Grazie di cuore per esservi resi disponibili”.
Sono le 10.42 del 26 agosto 2016, a 48 ore dal sisma che ha flagellato il Centro Italia. Con questo messaggio, scritto da Diego Mingarelli, ha preso vita il gruppo WhatsApp del PGE, organizzato da Piccola Industria Marche per coordinare le attività di coloro che avevano aderito al progetto presentato a febbraio 2016. Da allora il gruppo non ha mai smesso di funzionare e di inviare messaggi di richiesta – materiale, cibi, attrezzature – a tutte le territoriali che nel frattempo si sono aggregate al progetto. Non vi sono orari, non vi sono sabati o domeniche. Solo messaggi, richieste, notizie, chiarimenti da parte di imprenditori che hanno interpretato la funzione sociale dell’essere “impresa” spingendola oltre il confine del proprio saper fare e traducendola nel concreto sostegno prima alle persone, poi alle imprese e agli enti che ne avranno bisogno.
Per capire la mia adesione bisogna tornare alla giovinezza, quando capo scout mi sono trovato in mezzo alle tragedie del Friuli prima e dell’Irpinia poi. Fare lo scout vuol dire prepararsi, infatti il motto del fondatore è “Be prepared”, che in latino suonerebbe “Estote parati”. Essere pronti, fare il proprio meglio, andare oltre, abolire la parola impossibile per credere che il mondo si possa migliorare. Ognuno deve fare la propria parte ed ecco che l’adesione da subito al progetto PGE diventa naturale, diventa la prosecuzione di quello che hai imparato e che hai sempre saputo di dover fare: aiutare gli altri.
Non c’è presunzione nel credere che portare l’ottimismo anche nella tragedia sia una forma concreta di portare aiuto e speranza. Ecco allora che il progetto, elaborato con un grande intuito dagli amici marchigiani, si presta e sottende ad una dimensione che non è solo di mecenatismo ma di volontariato, di gratuità che porta ognuno a misurarsi con le proprie difficoltà ed i propri limiti. Tuttavia agire coordinati, portare puntualmente il proprio contributo, aiutare ad individuare imprese disponibili, essere precisi nelle richieste, puntuali nelle risposte, veloci nel trasmettere le notizie diventa parte integrante del progetto e pian piano aiuta a prendere forma alla sfida che si concretizza nella delega alla Piccola Nazionale di tutte le iniziative di Confindustria per il sisma del 24 agosto. Un bel segno d’innovazione culturale delle piccole imprese italiane.
I valori della fratellanza per ripartire
Stefano Petrucci, Sindaco di Accumoli

STEFANO PETRUCCI
L’evento sismico che ha colpito la nostra terra la notte del 24 agosto ha devastato le certezze della nostra comunità, oltre a portar via delle persone che erano come fratelli. Per un attimo mi sono sentito perduto ma dopo un iniziale sbandamento, ho capito che quei valori di fratellanza che ci hanno sempre contraddistinto, sarebbero stati una solida base da cui ripartire. La nostra è una realtà dura, con pochissimi sbocchi economici, dedita per lo più alle attività agricole e zootecniche.
Piccole imprese edili di pochi addetti sono rimaste senza lavoro e quindi uno dei miei obiettivi primari è farle ripartire il prima possibile.
La ripartenza veloce dell’economia locale è la base indispensabile per ricostruire le nostre certezze. E proprio la tutela di queste attività è il primo scopo che mi pongo.
Ma è solo grazie all’aiuto incodizionato e commovente di tutti che sono riuscito ad integrare la mia forza e la mia rabbia e ripartire con la ricostruzione di Accumoli.
Tanti ci hanno aiutato e ci aiutano ancora. Non posso che essere grato a Confindustria che, tramite Roberto Cardinali, ha assecondato tutte le nostre necessità più urgenti e disparate con celerità e precisione. Porto un esempio: grazie ad un ingente quantitativo di lamiere grecate e teli di plastica donato dai vostri associati, è stato possibile riparare le coperture di alcune aziende agricole e zootecniche, permettendo loro di ripartire immediatamente e non sentirsi abbandonati. Vi sono infinitamente grato per aver “abbracciato” Accumoli in maniera così avvolgente.
In prima fila, sul campo
Cristina Moro, Responsabile area Comunicazione e Media Relation Confindustria Bergamo

CRISTINA MORO
La richiesta di aiuti giunge al collega Paolo Piantoni poche ore dopo il catastrofico sisma e viene soddisfatta da quattro piccole imprese tessili della Bergamasca, che donano 442 coperte e 204 guanciali. Il 9 settembre, caricato il furgone guidato dal collega Emanuele Moioli, partiamo alla volta della sede del gruppo intercomunale di volontariato della Protezione Volontariato Civile dell’Unione Comuni di Valdaso, a Moresco nel Fermano.
Ad attenderci la Comandante Serenella Ciarrocchi, che ci propone di raggiungere i campi a cui è destinata parte degli aiuti, distribuiti con grande efficienza: ogni richiesta è vagliata attentamente per evitare sprechi.
Con due volontari raggiungiamo la prima tendopoli ad Arquata del Tronto. Da poco ha terminato di piovere, incontriamo la popolazione all’esterno delle tende impegnata senza sosta nei tanti gesti, piccoli o grandi, indispensabili per ripristinare una ritualità quotidiana lacerata. Veniamo accolti con grande dignità e poche parole per esprimere una riconoscenza quasi affettuosa e chiederci di non essere dimenticati.
Commossi, tra abbracci e strette di mano ci congediamo per raggiungere la piccola frazione di Pretare: 25 famiglie raccolte attorno al parroco, don Francesco Armandi, che ci fa accomodare dentro la “tenda-cappella”, allestita dai volontari della Croce Rossa Italiana. Veglia su questa piccola comunità un crocefisso, recuperato dalle macerie quasi intatto, a cui manca solo il braccio destro “perso dal Cristo – ci dice don Francesco, parafrasando il testo di Guareschi in un episodio di ‘Don Camillo e Peppone’ – nel tentativo di proteggere il suo gregge”.
La giornata si è consumata, è ora di rientrare; in tarda serata ci informano, con il tradizionale WhatsApp, che la restante parte di cuscini e coperte è stata consegnata nei campi di Visso, Castel Sant’Angelo sul Nera e Ussita. Siamo provati da un’esperienza forte, abbiamo vissuto momenti e incrociato sguardi che non dimenticheremo, perché ci hanno insegnato a guardare al domani anche attraverso il nulla lasciato dal terremoto, ad avere fiducia nel prossimo, sempre e comunque.
Il grande cuore del nostro gruppo
Serenella Ciarrocchi, Comandante dell’Unione Comuni Valdaso Responsabile area Polizia Locale e Protezione Civile

SERENELLA CIARROCCHI
Oltre 2.000 ore di volontariato, 290 interventi individuali con 64 comunicazioni alla Sala operativa Soup del Dipartimento della Protezione Civile di Ancona, più di 8.000 chilometri percorsi.
Con questi dati abbiamo risposto all’appello del PGE per ripercorrere quel ponte della solidarietà già costruito nel 2009. Un gran cuore quello della nostro Gruppo Intercomunale di Volontariato di Protezione Civile dell’Unione Comuni Valdaso (UCV). A poche ore da quelle 3.36 del 24 agosto è ripartito spontaneo il motore della solidarietà che accendemmo sette anni fa. Quella prima intesa è stata poi perfezionata e articolata grazie all’appoggio delle istituzioni visti i positivi risultati raggiunti.
Unico obiettivo: supportare i cittadini e le istituzioni colpite dal sisma consegnando quando serve, dove serve, come serve e a chi serve beni i materiali necessari.
Ci siamo attivati subito aiutando le popolazioni tra le macerie e poi, con una presenza quotidiana sul posto, abbiamo raccolto e trasmesso le reali esigenze del territorio, inviandole in tempo reale al capo della Task Force del PGE, Roberto Cardinali, che insieme a noi, 24 ore su 24, è riuscito ad interagire in maniera instancabile, aggiornandoci costantemente sulle disponibilità delle aziende scese in campo. La base logistica dell’operazione ha consentito poi di portare il necessario sul cratere del sisma, attraverso i nostri volontari che si sono fatti carico sia del trasporto che della consegna in loco. Anche il presidente dell’UCV, Barbara Toce, in questo percorso ci è stata accanto e sin da subito si è mobilitata sensibilizzando il territorio.
Così ha raccontato la sua esperienza: “Una rete di protezione sociale, un fiore all’occhiello di questa comunità della Valdaso che in sinergia con Confindustria e con il coordinamento della responsabile di Protezione Civile, ha raccolto grandi numeri.
In 3 occasioni specifiche questa Unione Comuni si è posta in evidenza: per le operazioni per il terremoto dell’Aquila, quando ha sostenuto 60 famiglie a Pedaso, per il sisma in Emilia con il supporto ai Campi di Medolla e Finale Emilia ed oggi, ancora, con questo nuovo evento. Da parte mia, come primo cittadino e presidente dell’Unione dei 7 comuni della Valdaso, un plauso va anche agli industriali che hanno fatto parte di questo riuscitissimo progetto nazionale a beneficio della collettività”.
Aiuti più forti del sisma
Simone Bettini, Amministratore Delegato ROSSS

SIMONE BETTINI
Abbiamo condiviso ed accettato subito la richiesta di aiuto di Confindustria Fermo. Siamo da sempre sensibili e disponibili a dare una mano a chi ha bisogno ed è stato quindi naturale decidere di donare al Comune di Accumoli una innovativa scaffalatura portapallet, detta Iron Fist, per custodire e proteggere il materiale da distribuire alle popolazioni colpite.
La nostra è un’azienda familiare quotata in borsa, molto attenta alla sicurezza sul lavoro ed all’antisismica, tanto da farne uno dei pilastri della ricerca e sviluppo interni.
Progettiamo, produciamo e distribuiamo strutture metalliche e scaffalature per la gestione di spazi industriali e commerciali e siamo anche dei pionieri nella progettazione antisimica. I nostri prodotti sono creati secondo le normative antisismiche nazionali ed europee e al nostro interno vengono eseguiti scrupolosi test sui materiali utilizzati, sui dettagli costruttivi e sulle strutture montate. Ogni anno dedichiamo ingenti investimenti alla ricerca, collaborando con prestigiose università italiane, perché se non possiamo impedire certi eventi dobbiamo almeno evitare i loro effetti devastanti sulle persone, sulle merci e sul magazzino di un’impresa.
Sono convinto che tutta la comunità deve stringersi attorno alle popolazioni colpite dal sisma, ognuno donando quello che può, perché in condizioni così estreme ogni piccolo gesto può fare la differenza per chi lo riceve. E chi può fare di più, deve dare di più. Per questo, assieme ai miei fratelli, stiamo lavorando ad un progetto più ampio per ridare serenità alle popolazioni colpite dal sisma, ed in particolare a quelle più fragili.