L’Intelligenza artificiale (IA) sta cambiando il modo in cui viviamo e lavoriamo. Nel business da anni l’IA viene già utilizzata per automatizzare attività, migliorare il servizio clienti e prendere decisioni più accurate. Da qualche mese, però, nel panorama tecnologico è emersa una novità: l’IA generativa. Questa forma avanzata di Intelligenza artificiale di cui abbiamo sentito tanto parlare, ma che le aziende stentano ancora a praticare, sta per sconvolgere il modo in cui abbiamo imparato a utilizzare computer e Internet negli ultimi 25 anni ed è chiaro che avrà un profondo impatto sul modo in cui operano le aziende.
Tutto della vita di una impresa sta per essere colpito dalla nuova tecnologia e le aziende che non sono preparate a questi cambiamenti rischiano non soltanto di restare indietro, ma soprattutto di giocarsi un’occasione irripetibile di avere accesso ad una tecnologia che abbassa le barriere d’ingresso al futuro e che propone anche ai più piccoli imprenditori opportunità che fino a ieri appartenevano solo alle grandi multinazionali.
Due note per dare la dimensione e la rapidità del fenomeno: dall’uscita di ChatGPT, a novembre dello scorso anno, tutte le grandi aziende tecnologiche hanno iniziato ad implementare modelli in competizione con quello di OpenAi e Microsoft chiamato GPT-4 – su cui si basa ChatGPT – come ad esempio Google con Bard, Ibm con Watsonx.AI, Amazon con Bedrock e Nvidia con NeMo, Picasso e BioNeMo. E la Cina, con aziende come Baidu, ovviamente sta già creando il suo ecosistema di Generative AI sviluppandolo velocemente per reggere la competizione delle aziende occidentali.
Un modo, semplice ma potente, in cui le aziende possono prepararsi per il futuro dell’IA è creare da subito un safe space (spazio sicuro, ndr) per la sperimentazione. Ciò significa riservare e difendere tempo e risorse affinché i team aziendali esplorino nuove tecnologie e applicazioni.
Uno spazio sicuro consente alle aziende di testare e imparare dai propri errori senza timore di fallire. Esistono molti modi in cui le aziende possono crearlo per sperimentare l’IA ma di base, che lo facciano da sole, con il supporto di esperti o supportate da associazioni come Confindustria, il punto di partenza rimane l’allocazione di tempo e risorse per gestire le sperimentazioni.
La creazione di un safe space per la sperimentazione dell’IA non è ovviamente priva di sfide. Complessità, costi e competenze sono elementi di base da considerare. Ma il problema più grande è, forse, la gestione emotiva delle persone, che si renderanno conto di quanto questa possa essere dirompente. In generale le organizzazioni, anche le più innovative, non accettano senza inerzie il cambiamento, ma in questo caso lo sforzo culturale richiesto sarà molto alto.
L’uso dell’IA generativa può essere paragonato al sedersi sul sedile posteriore di un’auto a guida autonoma dando indicazioni e lasciando che sia la vettura stessa a prendere tutte le decisioni di micro-gestione della guida. Questa nuova modalità di lavoro può suscitare una gamma molto ampia di emozioni: dal divertimento del primo giro, in cui si scopre la “magia” dell’innovazione, all’ansia durante la gestione delle prime difficoltà che l’auto deve affrontare come, per esempio, dare la precedenza ad un bambino in bicicletta o superare un’auto in seconda fila. Fino ad arrivare ad una emozione che definirei “lusso”, nella quale lasciare all’auto il compito di fare tutto autonomamente fidandoci delle sue capacità e potendo nel frattempo occuparci di altro. In questa altalena emotiva va ritrovata la sfida culturale più grande di questa trasformazione tecnologica.
Le aziende devono quindi essere preparate e non avere limiti all’interno degli spazi protetti per l’innovazione, dove re-immaginare i cambiamenti nel modo in cui operano e nel modo in cui interagiscono con i propri clienti.
COSA DEFINISCE UN SAFE SPACE?
Uno spazio sicuro è un luogo in cui le persone prima di tutto si sentono a proprio agio nell’esprimersi, senza timore di giudizi o ritorsioni, e nel quale possono sperimentare senza mettere a rischio informazioni sensibili dell’azienda. Sarebbe dunque uno spazio in cui le aziende possono discutere e scambiare idee su come usare l’Intelligenza artificiale per migliorare le operazioni e risparmiare tempo. Ecco, a seguire, qualche esempio di attività:
- Comprendere il contesto. Le aziende dovrebbero dedicare del tempo a capire da dove e come si sta sviluppando l’IA. Ciò include la comprensione delle tecnologie emergenti, delle soluzioni e degli impatti delle stesse. E, soprattutto, occorre tempo per definire le nuove domande sulle quali la tecnologia impone di riflettere: che cosa significa “lavoro”? Quale è il ruolo delle persone e delle macchine in questo nuovo modo di operare? Come devono relazionarsi questi due mondi? Quale sarà il principio che definisce il “valore aggiunto” nei prossimi anni, quando il time to market di qualsiasi attività digitale tenderà a zero?
- Sperimentare e familiarizzare con diverse applicazioni di IA. Oggi ci sono centinaia di microSaaS (Software as a Service) che ogni giorno vengo immessi su Internet. Si può dire – parafrasando Steve Jobs che lanciando il suo App Store annunciava “c’è una App per tutto” – che oggi “c’è una IA per tutto” e si trova a pochi click dalla routine quotidiana. Basta fare un semplice test: provate a scrivere sul campo di ricerca in Google il nome del compito che state per svolgere nella prossima ora di lavoro: leggere un contratto, rivedere un documento, definire una strategia o qualsiasi altra cosa dobbiate fare. Vi assicuro che esistono decine di strumenti pronti ad aiutarvi ad automatizzare la vostra sessione lavorativa. Un esempio tangibile potrebbe essere “ChatwithPDF” (parla con il tuo pdf, ndr). Questo permette di automatizzare compiti articolati, come estrarre informazioni rilevanti da testi complessi e in altre lingue, risparmiando ore preziose di lavoro che possono essere impiegate in attività più creative e strategiche.
- Spazio per la discussione e il brainstorming. Le aziende dovrebbero avere momenti aperti alla riflessione e all’ideazione, senza limiti e inerzie.
- Spazio per provocare idee cercandone i limiti. Quando tutto cambia occorre avere il coraggio di spingere sulla creatività. Non è sufficiente riadattare modelli di lavoro esistenti a questo nuovo paradigma: serve rivederne le fondamenta e i limiti sono tutti ancora da scoprire.
- Costruire progetti pilota. In questo safe space ci deve essere posto per elaborare progetti sui quali testare la fattibilità reale: è grazie ai progetti pilota che una tecnologia entra nella quotidianità delle imprese.
In sintesi, è necessario iniziare a sperimentare ora perché tra poco il mercato non farà sconti a chi resta indietro. E il lavoro non lo ruberanno le macchine, ma l’inettitudine all’uso di questi nuovi strumenti. La cosa importante, dunque, è non prendere questa rivoluzione con superficialità.
In base alla mia esperienza, vedo ancora oggi aziende astenersi dallo sfruttare il potere dell’IA generativa, usando spesso la questione etica come freno per rimanere fermi. Non è un tema da minimizzare, certamente, ma per farsi un’opinione diretta oggi l’unico modo è abbracciare l’IA come catalizzatore dell’innovazione.
È imperativo, pertanto, trovare un equilibrio tra le considerazioni etiche e il perseguimento del progresso, che richiede di tradurre le intenzioni in passi concreti e coraggio di crescere.
(Articolo pubblicato sul numero di luglio dell’Imprenditore)