La vostra esperienza di startupper inizia con la EN, azienda ingegneristica che si occupa di sistemi di illuminazione per l’industria. Può spiegarci in cosa consiste?
La nostra newco è nata dal sogno di tre giovani amici imprenditori, oltre a me Carlo Ranalletta Felluga, attuale presidente dei Giovani Imprenditori di Gorizia-Trieste, e Davide Ambrosio di Torino.
L’idea era quella di creare un collettore unico per le esigenze di risparmio energetico e per usare in maniera razionale l’energia nel settore industriale, commerciale, residenziale e dei servizi.
Potendo contare su diverse esperienze tecniche acquisite sul campo, tutti e tre operavamo nel settore civilistico e impiantistico da diversi anni, la EN tocca diversi ambiti. Si va dalla riqualifica degli impianti termici a quella dei sistemi di illuminazione pubblici e privati, dal supporto e installazione di sistemi di produzione di fonti energetiche rinnovabili agli studi per riqualificare interi edifici. Alla base di tutto poi vi è una spiccata propensione alla R&S finalizzata a proporre prodotti ottimizzati secondo le istanze progettuali.
Incidono molto nelle vostre strategie le attività in ricerca e innovazione?
Sicuramente si! Rispondo citando una frase di John Cage che mi piace spesso ricordare e che accompagna le nostre azioni, sia in azienda che fuori: “Non riesco a capire perché le persone siano spaventate dalle nuove idee. A me spaventano quelle vecchie.”
L’innovazione è ormai un obbligo per competere. In un settore estremamente dinamico come il nostro, dove il core business è la tecnologia illuminotecnica a Led, la ricerca è in evoluzione continua. Questa forte dinamicità rende impensabile ridurre, anche solo minimamente, i nostri sforzi e i nostri investimenti in attività innovative.
Per noi concentrarci sullo studio di nuove tecnologie significa poter pensare di aprire anche domani le serrande del nostro piccolo capannone, significa investire nel futuro. Come tutti gli imprenditori, soprattutto quelli italiani, non guardo alla nostra azienda come se fosse a tempo determinato ma, al contrario, la immagino per sempre! E questo per me significa fare ricerca e innovazione.
Dal 2014 avete lanciato il nuovo marchio N+. Com’è nata l’idea e di cosa si tratta?
Al momento attuale il nostro settore core è l’illuminazione. Abbiamo creduto fin dall’inizio nella riqualifica degli impianti di illuminazione esistenti con la tecnologia Led, ormai matura, affidabile e altamente competitiva in termini di prezzo. Ed è così che è nata “n+”, una linea di prodotti per l’illuminazione adatta a diverse esigenze del mercato.
Ci siamo concentrati sugli impianti di illuminazione nel settore industriale e nel grande commercio (centri commerciali, supermercati, cinema) puntando sullo sviluppo di corpi illuminanti a tecnologia Led n+ ad alte prestazioni e con cui sostituire lampade fluorescenti esistenti.
Del Led conosciamo ormai quasi tutti i vantaggi, sia dal punto di vista economico che delle performance, sia di vita media che di qualità luminosa. Il mondo ha infiniti colori e noi vogliamo dare valore proprio a questi.
Riqualificazione energetica è sinonimo di riduzione degli sprechi e dei costi. Avete delle soluzioni all’avanguardia per far comprendere al cliente i risparmi ottenuti?
Soddisfare il cliente è la nostra priorità assoluta. Per questo prima dell’intervento di riqualifica installiamo dei contatori certificati sui quadri principali dei sistemi di illuminazione.
Grazie a questa tecnologia possiamo monitorare e definire alla perfezione il risparmio energetico conseguibile. Questo permette anche di studiare, insieme al cliente, ulteriori soluzioni per ottimizzare l’utilizzo dell’illuminazione.
Ma non solo. Una volta terminato l’intervento, grazie al servizio n+ Esm (Energy saving monitoring) completo di reportistica periodica, si possono ‘toccare con mano’ i risparmi ottenuti.
Nel mondo delle startup il ruolo del team e fondamentale. Com’è nata l’idea di unire le forze?
Gli italiani hanno storicamente nel loro Dna il gene della imprenditoria. Siamo tre amici che hanno deciso di affrontare insieme con grande grinta, determinazione e coraggio la sfida di fare impresa oggi nel nostro paese. La carta vincente è stata soprattutto la complementarietà del background e non avere sovrapposizioni di ruoli.
Sin dall’inizio le nostre competenze diverse ci hanno collocato fisiologicamente, senza quasi accorgercene, nelle rispettive aree di lavoro con le relative responsabilità.
Davide è sicuramente il “tecnico puro” che si occupa della progettazione e studio attento e meticoloso del prodotto, Carlo è più “tecnico commerciale” mentre il mio ruolo è più da uomo di fabbrica, ma seguo anche il commerciale.
Lei fa parte di una famiglia che ha creato il gruppo veronese attivo nei sistemi per il riscaldamento e la climatizzazione. Perché mettersi in proprio?
Ho la grande fortuna di vantare una storia imprenditoriale familiare abbastanza antica – siamo alla quinta generazione – che mi ha permesso fin da piccolo di vivere quotidianamente la fabbrica e gli ambienti aziendali. Posso dire di essere cresciuto in azienda e che la azienda a sua volta mi ha cresciuto.
Nella nostra famiglia abbiamo una regola non scritta che rappresenta un passaggio obbligatorio per tutti: se un componente vuole avere ruoli strategici-operativi nelle aziende del gruppo deve prima dimostrare sul campo di esserne all’altezza.
Mio nonno, quando la domenica mattina mi portava in fabbrica, mi ricordava sempre che ci vuole una vita a costruire grandi imperi e poche settimane per distruggerli. Mi ricordava anche che distruggendoli non si rovina solo una attività industriale ma le persone e le famiglie che vi ruotano intorno. Per questo abbiamo sempre cercato di minimizzare questo rischio e tutti – nessuno escluso – prima di poter entrare con autorevolezza, non con autorità, nel gruppo di famiglia, devono dimostrare di saper fare impresa con le proprie forze, investendo i risparmi personali in quell’idea che riteniamo essere vincente.
Sicuramente il momento storico non è dei più semplici ma questo deve dare ancora più determinazione per conquistare traguardi tali da poter consolidare ulteriormente la EN prima e, le aziende del gruppo poi, nei mercati internazionali.
Per questo, insieme ai miei due soci, sto affrontando questa importante avventura, guardando al futuro e cercando di portare un po’ più di luce nel mondo.