L’internazionalizzazione delle imprese è chiaramente il fattore chiave per il rafforzamento competitivo del sistema industriale nazionale e per la crescita economica del Paese. L’accentuarsi dei processi di liberalizzazione dei mercati e l’estensione su scala globale della catena del valore hanno determinato un aumento significativo del volume degli scambi a livello mondiale affermando il commercio come driver decisivo per lo sviluppo economico. Ciò è tanto più vero per un sistema industriale come quello italiano che importa materie prime e semi lavorati e fonda le proprie eccellenze sulle fasi di industrializzazione e sull’esportazione.
La connessione tra mercati più aperti e crescita economica è alla base di politiche commerciali che puntano all’abbattimento degli ostacoli sia daziari che non tariffari per consentire e incoraggiare la libera circolazione delle merci. Tali politiche si sono sostanziate, soprattutto negli ultimi dieci anni, nella conclusione di numerosi accordi commerciali tra paesi e aree regionali, cui anche l’Unione europea è protagonista.
In questo quadro di apertura dei mercati ma anche di sempre più forti pressioni competitive, è fondamentale per le imprese avvalersi di tutti gli strumenti in grado di abbattere costi ed oneri amministrativi per ampliare i margini di profitto derivanti dalla loro attività internazionale. Il primo passo fondamentale per accedere ai mercati esteri è la conoscenza delle procedure vigenti, delle innovazioni normative, delle soluzioni tecniche e degli sviluppi attesi nella legislazione doganale in Europa e nei mercati internazionali.
Il nuovo Codice doganale dell’Unione – già in vigore dall’ottobre 2013 ma pienamente efficace solo dall’emanazione delle nuove disposizioni di attuazione – apporta un cambiamento profondo della normativa di riferimento. I pilastri principali della nuova disciplina includono la rimodulazione del rapporto doganale che punta a maggiori standard di qualità e di sicurezza nelle transazioni internazionali, affidando alle Autorità doganali anche un compito di tutela del territorio interno, incoraggiandole a stabilire rapporti di partnership con gli operatori economici finalizzati a semplificare le procedure amministrative e di controllo.
In tale quadro, la figura dell’Esportatore economico autorizzato – Aeo diviene centrale per potersi avvalere delle numerose semplificazioni amministrative ed operative riservate ai soggetti che, attraverso questa certificazione, stabiliscono un rapporto fiduciario e di collaborazione con l’Amministrazione, grazie al quale ambedue i soggetti possono operare in maniera più efficace ed efficiente.
Inoltre, la piena attuazione del nuovo Codice doganale comporterà la completa telematizzazione delle procedure e degli adempimenti previsti, superando progressivamente, ma in maniera irreversibile, il supporto cartaceo. Si tratta di un mutamento che comporta un adeguamento da parte degli operatori economici, che va sostenuto, guidato ed assistito.
A questo fine, per approfondire i cambiamenti in atto, le loro ripercussioni sull’operatività delle imprese ed informarle degli strumenti a loro disposizione per accedere alle semplificazioni già in vigore, Confindustria, in collaborazione con le Associazioni, sta conducendo un ciclo di seminari tecnici sul territorio nazionale.
Tema centrale degli incontri è la certificazione Aeo, ancora utilizzata in maniera limitata dalle imprese italiane ma destinata a divenire indispensabile con l’attuazione del nuovo Codice doganale per accedere alle procedure semplificate. L’obiettivo è sensibilizzare le imprese sui vantaggi derivanti dalla certificazione, che accerta l’affidabilità degli operatori ai quali vengono concessi considerevoli vantaggi in termini di snellezza e celerità dei rapporti con le dogane nazionali. L’obiettivo di incrementare l’utilizzo di tale certificazione, che ha valenza su tutto il territorio Ue ed è riconosciuta anche da paesi terzi tra cui gli Stati Uniti, si inquadra nel più ampio contesto di priorità condivise con il governo di innalzare il numero delle imprese esportatrici stabili, soprattutto pmi, e di sostenere l’incremento del contributo dell’export al pil nazionale.
Per giocare al meglio la partita della ripresa economica intercettando la domanda mondiale di beni made in Italy, le nostre imprese hanno il massimo interesse ad approfondire la conoscenza e l’utilizzo di questi importanti strumenti e prepararsi per tempo all’entrata in vigore della nuova disciplina che richiederà un sostanziale cambio di mentalità e di approccio alle procedure doganali. La risposta fornita dai partecipanti ai primi undici seminari è stata positiva, a conferma dell’interesse delle imprese per la materia. Si profila dunque l’opportunità di fare seguito a questo primo ciclo di seminari di informazione con iniziative più mirate rivolte alla formazione tecnica per ottenere la certificazione.
Confortata dai riscontri dei seminari, la riflessione su questa ulteriore e più articolata iniziativa di sistema è già in corso.