
Come nasce l’idea di Brochesia?

CHRISTIAN SALVATORI
L’idea è nata più di 4 anni fa quando un cliente della Trans Tec Services Srl – una società italiana con sede a Roma specializzata in tecnologie dell’informazione e della comunicazione e innovazione tecnologica – ci chiese di proiettare su delle lenti o visori alcune informazioni. Sulla base di questa richiesta abbiamo individuato gli smart glasses, che all’epoca erano alla prima generazione, come i dispositivi adatti a soddisfarla. La richiesta non è poi andata come sperato, ma ci è servita a identificare gli smart glasses e le soluzioni software che possono utilizzare i dispositivi indossabili come un settore interessante e di potenziale crescita per il futuro. Da lì la decisione di investire sulla realtà aumentata.
La Trans Tec Services Srl, in un’ottica di innovazione, ha così autofinanziato questo progetto stanziando delle risorse per lo sviluppo e la crescita del team della startup. Brochesia è a tutti gli effetti un marchio registrato di proprietà della società che l’ha finanziato.
Com’è formata la vostra startup in termini di risorse umane?
Al momento siamo in 9 a lavorare in Brochesia, si tratta di un piccolo team la cui età media si aggira intorno ai 30 anni, quindi il gruppo è veramente giovane, in particolare quello che si occupa dello sviluppo.
In termini di composizione siamo molto eterogenei: 50% donne e 50% uomini. Mentre per ciò che riguarda le figure professionali, ci sono persone diplomate e laureate in informatica, diversi ingegneri e, visto che ci occupiamo noi stessi del nostro marketing, abbiamo anche persone laureate in marketing e comunicazione.
Ci può spiegare con parole semplici in cosa consiste la vostra innovazione?
L’innovazione, per ciò che riguarda i nostri software, consiste nel permettere di far comunicare una persona che indossa gli smart glasses con un’altra che si trova in un luogo diverso, anche dall’altra parte del mondo. Quest’ultima, senza indossare il dispositivo, può stabilire una comunicazione audio/video dove vedrà il punto di vista di chi indossa gli smart glasses, semplicemente collegandosi attraverso un browser dal proprio pc.
Si tratta quindi di una comunicazione bilaterale.
Sì esatto, ma c’è di più. Per rendere più efficace la collaborazione tra persone che non si trovano fisicamente nello stesso luogo, abbiamo integrato la comunicazione audio/video con una serie di funzionalità che utilizzano la cosiddetta realtà aumentata. Se ad esempio chi lavora su pc fa un disegno, può proiettarlo in tempo reale sul display del dispositivo smart glasses. Vale a dire che da browser è possibile inviare immagini che verranno proiettate sull’ambiente circostante di chi indossa il dispositivo, perché con la realtà aumentata riusciamo ad introdurre degli strati di informazione tra il suo punto di vista e ciò che gli sta fisicamente di fronte senza far perdere la percezione della realtà stessa. Questo perché si tratta di una tecnologia non immersiva.
Siamo inoltre capaci di fissare le informazioni nello spazio. Ciò significa che, inviando un’immagine in un punto specifico della visuale, questa resterà ancorata in quel punto preciso, perciò sarà visibile solo guardando in quella direzione, come fosse una sorta di “leggìo virtuale”. Questo processo si chiama ancoraggio di informazioni.
Chi sono i vostri utenti?
Il nostro target è principalmente aziendale. Si tratta cioè di utenti che utilizzano gli smart glasses per migliorare la loro capacità professionale e operativa limitando gli spostamenti spesso necessari. Inoltre un’attività può essere svolta fisicamente da qualcuno che viene seguito e guidato in remoto dall’esperto in materia. Parliamo quindi di tecnici di società o ancora di persone alle prime armi che devono imparare a svolgere alcune attività e possono farlo a distanza. Soprattutto perché chi indossa il dispositivo ha le mani libere e ha quindi totale libertà di movimento, sia per svolgere le proprie mansioni seguendo istruzioni da remoto, sia per mostrare ad altri come svolgere le attività. I nostri clienti sono dislocati in varie parti del mondo oltre che in Italia, come ad esempio Europa, Asia e Nord America.