Andrea come nasce l’idea di WiseTown?
In azienda, all’inizio degli anni 2000, quando ancora si parlava di applicazioni e piattaforme cittadine e non di smart city, eravamo già tutti esperti di software e sistemi informativi. Nel 2003 avevamo già realizzato con dei professionisti alcune piattaforme per dei Comuni medi e piccoli. Dopodiché abbiamo pensato di sviluppare l’esperienza fatta e di aggiornarla per poterla poi strutturare in maniera più ampia andando a cogliere anche il bisogno di creare una piattaforma vera e propria di analisi, raccolta dati e gestione delle relazioni tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Nel dettaglio noi ci occupiamo di un aspetto ben preciso che sono le tecnologie che servono per migliorare la qualità di relazione e la progettazione della città verso il cittadino.
Da quanti anni è nata la startup WiseTown?
WiseTown è un brand di un’azienda, è infatti incubata dentro TeamDEV, un’azienda di Perugia che si occupa di sviluppo software e che finanzia il progetto. Come startup stiamo aspettando per nostra scelta che si rafforzi, anche se ha avuto già dei bei riscontri sia nazionali che internazionali, e che possa essere in grado di camminare con le sue gambe. L’idea è nata nel 2013, poi c’è stata la fase di incubazione, abbiamo vinto dei progetti europei sul progetto WiseTown.
A livello di risorse umane com’è costituita?
Il team che lavora direttamente su WiseTown è costituito da 5 persone che a livello di formazione sono ingegneri, analisti, informatici ed esperti in marketing con un’età media di 35 anni. Abbiamo inoltre avviato delle collaborazioni esterne con le università per approfondire alcuni temi di ricerca come ad esempio l’impatto sull’urbanistica con l’Università di Perugia.
In parole semplici, qual è l’innovazione di WiseTown?
WiseTown è di base una dashboard, un pannello di controllo, che offre la consapevolezza di quello che sta succedendo nella città, quindi raccoglie i flussi di dati da varie fonti: i sensori presenti in città, le segnalazioni dei cittadini, piuttosto che da fonti open data che sono dei dati liberi che la città anche per legge deve mettere a disposizione. A quel punto li mette a confronto e permette di avere una situazione di quello che sta succedendo nella città. Oltre a questo, attraverso un monitor che abbiamo chiamato “Situation Room”, WiseTown permette di avere una visione specifica di alcune situazioni, un pannello di controllo condiviso che permette di essere operativi e di risolvere problemi in tempo reale.
Quindi i nostri utenti sono principalmente le medie e piccole municipalità, quelle cioè che non hanno né le risorse né le competenze per fare ricerca interna e arrivare ad avere degli strumenti di controllo.
Concretamente Mariana, puoi spiegarci cosa offre WiseTown alle municipalità?
Partendo dal concetto stesso di smart city, una città cioè che utilizzando la tecnologia vuole sviluppare le proprie infrastrutture e i propri servizi allo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, WiseTown offe delle soluzioni per favorire appunto tale sviluppo.
Quando si tratta di parlare dei problemi della gente, dei cittadini, chiaramente la mobilità è uno dei principali. Quindi andare a interfacciare i dati di mobilità, dare feedback diretto al cittadino e poter ricevere riscontro da loro, permette di avere una visione della mobilità non statica ma dinamica in tempo reale e soprattutto di avere tutte le informazioni per poter poi fare dei ragionamenti sulla pianificazione dei futuri miglioramenti.
Un elemento molto importante della smart city è appunto la partecipazione dei cittadini nelle questioni urbane. WiseTown ritiene molto importante questo aspetto e lo tiene in alta considerazione nello sviluppo dei propri prodotti.
Facciamo un esempio: se sono un cittadino di un Comune che ha l’app di WiseTown, cosa posso fare?
Trattandosi appunto di tecnologie civili, quindi per il cittadino, i nostri prodotti danno sempre la possibilità agli utenti di esprimere il proprio parere, le proprie esigenze, i problemi che ci sono dietro una città e di effettuare delle segnalazioni (buche per strada, lampioni rotti, cassonetti pieni, ecc…) per dare dei suggerimenti al fine di migliorare l’ambito cittadino. Una smart city ha un approccio inclusivo e partecipativo e per noi questo aspetto è molto importante, difatti in tutte le nostre applicazioni questo fattore viene molto valorizzato. Oltre a inviare delle segnalazioni, posso naturalmente avere feedback diretti su di esse.
Si potrebbe dire che è una via di mezzo tra un social media e un servizio per il cittadino?
Esatto, ad esempio “Situation Room”, la nostra piattaforma, da un lato permette agli organizzatori di un evento di monitorare lo spostamento delle persone, prendere in carico delle segnalazioni e inviarle all’ufficio di competenza. Dall’altro il cittadino, attraverso il suo canale di accesso, tramite un’app dedicata effettua le proprie segnalazioni, anche le più piccole (bagno rotto, traffico intenso) facilitando in questo modo la comunicazione tra gli organizzatori dell’evento e il cittadino. Quello che è in grado di fare il nostro software è individuare le richieste più numerose su un certo problema, prelevando i dati dalle segnalazioni inviate dagli utenti tramite l’app, ma anche raccogliendo i dati dai social media sull’evento oppure i dati provenienti dai sensori. Se capita un incidente, ad esempio, noi lo notiamo subito da tutte queste fonti di dati.