Due anni fa il dramma del sisma nel Centro Italia. Piccola Industria Confindustria mise in moto una macchina dei soccorsi non da poco con il Programma Gestione Emergenze, supportando aziende e comunità. Oggi che l’emergenza è passata su cosa è impegnato il Pge?
Detto in estrema sintesi, lavoriamo per contribuire a mettere in sicurezza il Paese. Si tratta di un impegno irrinunciabile per Confindustria. Il primo passo formale è avvenuto nel dicembre del 2016 con la firma del Protocollo d’Intesa con la Protezione Civile, attraverso il quale abbiamo attivato una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato per promuovere azioni di prevenzione, preparazione e risposta all’emergenza. Allo stesso tempo si è lavorato per diffondere la cultura della resilienza conferendo un approccio più strutturato nell’interesse di collettività, cittadini e imprese, e coinvolgendo le istituzioni locali. Oggi portiamo in dote questo nostro bagaglio di esperienza e lo mettiamo a disposizione di tutti.
In che modo?
Grazie al lavoro del Tavolo di Coordinamento di Protezione Civile e Piccola Industria, abbiamo avviato un ciclo nazionale di incontri sul territorio. I primi due si sono svolti a Parma e Torino, due aree particolarmente attive nell’ambito del Pge che hanno dato prova di concretezza, grande generosità e di un approccio tempestivo ed efficiente. In questi appuntamenti cerchiamo di consolidare la cultura della prevenzione, informando gli imprenditori su rischi, com- portamenti e buone pratiche e guidandoli ad affrontare l’emergenza. A nostro avviso, infatti, è molto importante riuscire a quantificare il ritorno degli investimenti in resilienza, così come analizzare le correlazioni esistenti tra la fragilità del territorio e quella aziendale e viceversa.
Per quale motivo?
Investire in resilienza per un’impresa significa innanzi tutto garantire la tutela delle persone che lavorano con noi e poter contare sulla continuità delle attività produttive. Senza di questo le comunità si svuotano, i territori muoiono e le attività economiche altrettanto.
Che taglio avete dato a questi incontri?
Poiché noi imprenditori abbiamo bisogno di numeri e di esperienze concrete, gli appuntamenti sono strutturati in modo da offrire sempre il contributo di un esperto del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e della Protezione Civile regionale. A Torino, peraltro, era presente con il presidente di Piccola Industria Carlo Robiglio anche Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. Una presenza, questa, che è stata per noi il segno tangibile di una sentita e strutturata collaborazione fra la nostra associazione e la Protezione Civile. Fondamentali, poi, le testimonianze degli imprenditori, attivi nei settori più diversi. Il fil rouge che li unisce è il fatto di aver investito in prevenzione, preparazione e capacità di risposta alle emergenze, con risultati concreti e misurabili. Partendo da questi esempi vogliamo quindi rendere sempre più resiliente la nostra comunità di imprese e territori.
Impossibile abbassare la guardia, giusto?
Assolutamente sì. Basti pensare che il “Rapporto sulla Promozione della sicurezza dai Rischi naturali del Patrimonio abitativo” del 2017 ha quantificato in 290 miliardi di euro i danni economici causati da fenomeni idrogeologici e sismici negli ultimi 70 anni e in oltre 10mila le vittime. Ci fa, dunque, piacere che il roadshow stia riscuotendo successo e che stiano arrivando nuove candidature per ospitare l’evento. Questo dimostra il crescente interesse verso un tema nuovo, ma già accolto a pieno titolo nell’agenda di Confindustria. A questo proposito non dimenticherei che lo scorso anno proprio Confindustria è stata l’unica associazione di imprese, a livello europeo, a partecipare a Istanbul all’European Forum on Disaster Risk Reduction. Quest’anno poi sarà un anno ancora più significativo perché l’Italia ospiterà a fine anno l’edizione 2018.
Sensibilizzare gli imprenditori e l’opinione pubblica resta un obiettivo prioritario.
Ed è quello che il Pge fa in “tempo di pace”, potremmo dire, mantenendo viva la collaborazione con la Protezione Civile e le imprese grazie ad incontri, esercitazioni e altre attività congiunte. Da queste iniziative deriva una maggiore o minore capacità dell’azienda di fronteggiare l’interruzione di attività che, come riporta l’Allianz Risk Barometer 2018 – il sondaggio annuale sui principali rischi di impresa condotto su 80 paesi –, costituisce il rischio più sentito a livello globale dalle imprese.
Accanto all’attività formativa condotta con il roadshow, quali i prossimi impegni in questo senso di Piccola Industria?
Sarà prioritario far diventare realtà la nostra proposta di un piano nazionale per la resilienza, capace di coinvolgere istituzioni e stakeholder al fine di incentivare gli investimenti delle imprese per mitigare i rischi e prepararsi alle emergenze. Il tutto a beneficio della continuità d’impresa e della protezione dei territori e delle comunità.