Volendo essere concreti, l’obiettivo delle Pmi è quello di essere competitive in un mercato sempre più aperto, rapido e connesso. È per questo che le infrastrutture materiali e immateriali restano una priorità per l’ecosistema delle piccole e medie imprese.
L’inserimento da parte del governo della bretella Cisterna Valmontone tra le opere prioritarie e l’annosa questione della “semplificazione” rappresentano senz’altro elementi fondamentali da affrontare per la ripartenza di tutta la regione Lazio, in un contesto economico, sociale e di emergenza sanitaria senza precedenti. E i cantieri vanno aperti subito, entro un anno, lo dobbiamo al Paese e alle nostre aziende terribilmente provate. Anche perché per ora c’è l’indicazione del commissario, ma non ancora l’incarico formale. Speriamo che la burocrazia non prenda il sopravvento, l’elemento timing è decisivo.
Forse nel settore delle infrastrutture l’elemento della semplificazione è tanto più evidente quanto contingente. Le imprese, grandi o piccole che siano, hanno bisogno di tempi certi, rapidi, e procedure snelle, così come di opere sicure, affidabili e moderne.
Semplificare non significa e non deve significare disattenzione, tutt’altro. Le regioni italiane in questo senso “virtuose” mostrano come velocità e certezza dei processi amministrativi fungano da leva anche per l’attrazione di investimenti, che, ripeto, non necessariamente riguardano le grandi imprese o i grandi gruppi. Al contrario sono le medie imprese che ancor oggi nel Lazio, come in Italia, rappresentano oltre il 90% del tessuto economico e produttivo.
D’altro canto, le Pmi per crescere devono investire e innovare. Non si può crescere rimanendo fermi. Da qui la spinta verso il rafforzamento patrimoniale, una maggiore capacità ad essere innovativi in chiave 4.0 e, infine, il guardare a nuovi mercati puntando maggiormente sull’estero e sui canali di vendita online, oggi imprescindibili.
Il mio impegno come presidente della Piccola Industria di Unindustria per i prossimi mesi sarà proprio quello di fare sintesi delle diverse istanze delle aziende, con la consapevolezza che siamo di fronte a una delle più gravi crisi dal dopoguerra e che pertanto il contesto economico e sociale nel quale siamo chiamati a operare richiederà capacità speciali e competenze adeguate per ripartire una volta che la pandemia sarà finita, grazie alle enormi iniezioni di finanziamento che dovremo saper davvero cogliere.
Senza dubbio dobbiamo porci anche il tema dell’accesso alle competenze specializzate delle piccole e medie imprese, perché crescere significa poter contare su skill manageriali che non possono e non devono essere esclusivamente appannaggio delle grandi imprese.
Per questo motivo anche come Piccola Industria appoggiamo in pieno il progetto del presidente di Unindustria, Angelo Camilli, di creare un Politecnico del Lazio riunendo le eccellenze degli atenei romani e laziali nelle aree accademiche di architettura, ingegneria e disegno industriale presenti nella regione.
Da molto tempo siamo impegnati ad aumentare la percezione del Lazio come realtà industriale. Il progetto va quindi in questa direzione e contribuisce a creare una fucina di talenti per i tanti settori d’eccellenza della nostra regione, dal farmaceutico al digitale, dall’aerospazio all’automotive.