Partendo negli anni Settanta dall’intuito di papà Loriano e mamma Elisabetta, la Sa Fire Protection ha sviluppato in maniera progressiva la propria presenza nel settore dell’antincendio ad alto rischio e più specificatamente nell’oil & gas, nel petrolchimico e l’energetico. Di casa a San Pier Niceto, in provincia di Messina, l’azienda guidata dalla famiglia Barrilà – 5,5 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 62 dipendenti – è riuscita a farsi conoscere nel contesto industriale italiano prima di trovare le energie per lanciarsi pure oltreconfine con proposte commerciali e prodotti in grado di destare interesse in un campo non proprio facile da soddisfare.
“È stato mio fratello Valeriano, all’inizio degli anni Duemila a dare una prima veste internazionale a Sa Fire Protection, idee che ci hanno poi permesso di arrivare con i nostri prodotti nei Paesi Arabi, in Africa, Nord Europa e Sudamerica – spiega Cinzia Barrilà (nella foto in alto), amministratore delegato dell’azienda siciliana –. In precedenza eravamo competitivi in servizi a livello locale, caratteristica che siamo riusciti a mantenere anche nel tempo”. L’impresa del messinese, perciò, è attiva sui mercati esteri in due modalità: operando direttamente o attraverso contractor che svolgono sostanzialmente il ruolo di agenti distributori. “Questi ultimi ci aiutano ad abbattere le distanze che ci dividono, da un punto di vista geografico, da alcuni dei nostri clienti. Per loro produciamo impianti antincendio, principalmente monitori e valvole a diluvio, qui a San Pier Niceto, mentre nell’altro sito su cui Sa Fire Protection può contare sul territorio italiano, lo stabilimento attivo a Pisa, vengono seguite attività che attengono al commercio estero, ad aspetti ingegneristici e facciamo pure serbatoi sempre con scopi legati alle pratiche antincendio. Inoltre, ci proponiamo a breve di creare un laboratorio che ci permetta di simulare incendi da spegnere”.
Nella sede distaccata in Toscana, già da una ventina d’anni nella disponibilità della famiglia Barrilà e che è stata ultimamente arricchita da un capannone più grande, Sa Fire Protection ha intenzione di avviare progetti al passo con i tempi. Scelte che passeranno dal potenziamento di un’idea che ha già portato ritorni interessanti alla realtà industriale siciliana. “Abbiamo intenzione di rendere ancora più completa la nostra academy, adesso attiva solo per alcuni moduli formativi, ma che stiamo abilitando per essere qualcosa di ulteriore – chiarisce Barrilà –. Una business unit che si occuperà nello specifico di formazione e che si è resa necessaria anche per la recente implementazione di nuove normative inserite nel decreto Controlli, che ha istituito la figura del tecnico manutentore qualificato per l’antincendio. Per diventarlo bisogna studiare, aggiornarsi e quindi, anche per questo motivo, si è deciso fosse importante dotarci di un’academy interna”.
Per quanto riguarda invece la tipologia di clientela che si avvicina a Sa Fire Protection per acquistare prodotti antincendio, il campo si restringe ai grandi nomi internazionali dell’oil & gas, del petrolchimico e dell’energetico. Per riuscire ad entrare nella ristretta cerchia degli idonei a svolgere questo compito industriale, le aziende che operano nel settore sono costrette a sottoporsi ad uno screening estremamente accurato. “Per entrare nel loro portafoglio fornitori, è necessario che venga accertata la qualità della produzione, oltre ai requisiti che chi si propone deve dimostrare di avere. Un percorso talvolta farraginoso, ma che alla fine della fiera permette, a realtà industriali come la nostra, di ottenere la qualifica per gestire una commessa assieme ad altri soggetti oppure, se si è fortunati, anche da soli”.
Un impegno che comunque viene portato a termine tenendo in considerazione le distanze chilometriche e il conseguente costo di un eventuale presenza fisica dei propri tecnici in luoghi lontani. “Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, non ci occupiamo dell’istallazione dei prodotti. Il cliente viene qui in sede per controllarne visivamente il funzionamento, visto che per noi sarebbe assolutamente antieconomico recarci sul posto, anche perché la concorrenza indiana risulta più competitiva in questo specifico servizio”.
Nel viaggio imprenditoriale intrapreso da Sa Fire Protection, negli ultimi tempi aveva preso corpo il progetto di sbarcare pure sul mercato russo, obiettivo che pareva ormai prossimo ad essere raggiunto quando la guerra in Ucraina ha forzatamente stoppato le manovre della Pmi del messinese. “Eravamo abbastanza avanti nelle analisi necessarie per arrivare preparati in Russia, soprattutto attraverso certificazioni di prodotto che stavamo cercando di ottenere poco prima che si scatenasse il conflitto – sottolinea l’ad dell’azienda siciliana –. Non potevamo perciò e, in un certo qual modo per fortuna, dirci già all’interno delle loro dinamiche commerciali. Non nascondo comunque di aver sempre visto ottime potenzialità in questo progetto, ma adesso è un qualcosa che osserviamo solo da lontano”.