di Agostino Miozzo, Direttore del Dipartimento della Protezione Civile nazionale.
A novembre l’Italia ha ospitato il Forum europeo per la Riduzione del rischio da disastro (European Forum for Disaster Risk Reduction – Efdrr), in quanto detentrice della presidenza della piattaforma europea per la riduzione dei rischi nel 2018.
Il Forum europeo di Roma, co-organizzato dal Dipartimento della Protezione civile (Dpc) insieme all’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio da disastro, ha riunito la piattaforma regionale europea, che è composta non solo dai paesi dell’Unione europea ma da tutti i paesi di un’Europa allargata che arriva fino all’Asia centrale.
L’evento ha facilitato lo scambio di informazioni e conoscenze, il coordinamento degli sforzi, le strategie e i piani d’azione in tutta la regione.
Esistono, infatti, piattaforme per la riduzione del rischio da disastro a livello nazionale, continentale e globale finalizzate alla definizione di politiche ed interventi per ridurre i rischi e gli effetti delle catastrofi.
Il meccanismo delle piattaforme è stato promosso in ambito Onu prima con la strategia di Hyogo del 2005 e poi con l’attuale strategia internazionale di Sendai del 2015 per la riduzione dei rischi da disastro.
Il Dpc esprime per l’Italia il punto di contatto nazionale e l’ente di riferimento italiano per la strategia di Sendai, coordinando a livello nazionale la piattaforma nazionale italiana per la riduzione del rischio da disastro istituita nel 2008.
L’Efdrr, che ha visto la partecipazione di 55 delegazioni nazionali, anche di livello ministeriale, e 20 organizzazioni internazionali, ha riunito oltre 700 delegati provenienti da istituzioni pubbliche, mondo accademico e scientifico, organizzazioni non governative e settore privato. Per tre giorni i delegati si sono confrontati su temi relativi alla riduzione del disastro: dalla tutela dei beni culturali alle innovazioni tecnologiche, dal finanziamento delle opere di prevenzione alla ricerca.
Su iniziativa italiana, a seguito della tragedia del ponte Morandi di Genova, è stato affrontato il tema della tutela delle infrastrutture che “invecchiano”, riscontrando particolare interesse poiché rappresenta una sfida per tutti i paesi europei.
L’evento si è svolto presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria, che ha offerto la sua sede per ospitare l’evento in considerazione della crescente attenzione nei confronti della resilienza.
Al riguardo, sussiste un Protocollo di intesa stipulato tra il Dpc e Confindustria nel 2016, volto ad avvicinare il Servizio Nazionale di Protezione Civile al mondo dell’impresa, sia in emergenza che nel tempo ordinario.
In merito, va considerato che il tema del partenariato pubblico-privato rappresenta, nel settore della riduzione del rischio da disastri, la prospettiva futura cui offrire sempre più spazio; per lo stesso motivo il Dpc, sempre in linea con quanto raccomandato dalle Nazioni Unite, mira ad un approccio sempre più inclusivo del settore privato.
In merito, vale la pena di evidenziare che il Dpc punta ad ampliare il supporto della propria azione in favore dei due aspetti cardine a cui è legata la ripresa dei territori colpiti da disastri: scuole e imprese, elementi vitali per il territorio, la cui continuità può evitare che le popolazioni si allontanino, disgregando il tessuto sociale.
Rispetto alle imprese, in attuazione del protocollo di cui ho parlato, il Dpc intende contribuire al processo di formazione per il personale delle imprese e fare in modo che sia rafforzata la resilienza dei luoghi dove insiste il sistema produttivo, ad esempio attraverso l’elaborazione di sistemi di comunicazione e allerta rapida dedicati alle imprese, volti a “mettere in sicurezza” risorse e materiali prima degli eventi prevedibili.
In materia di formazione l’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza del valore economico dell’investimento sulla riduzione del rischio da disastro prima che l’emergenza si verifichi. Ogni strumento dovrà essere adattato alla realtà economica locale, per cui auspichiamo che le imprese possano apportare un proattivo, e quanto mai decisivo, contributo.
Il Governo italiano ha prestato particolare attenzione all’evento con l’apertura dei lavori da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la partecipazione di altri rappresentanti politici che hanno dato impulso in momenti successivi del Forum. Inoltre, nel quadro dell’Efdrr si è tenuta una tavola rotonda di alto livello, copresieduta dal viceministro italiano per le Infrastrutture e i trasporti, Edoardo Rixi, e dalla Rappresentante Speciale del Segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio da disastro, Mami Mizutori, in cui i rappresentanti politici di oltre 20 tra paesi e organizzazioni intergovernative si sono confrontati sul tema: “Proteggere i cittadini europei: il contratto sociale sulla resilienza alle catastrofi”, riuscendo a individuare dinamiche politiche che possono portare al rafforzamento della resilienza alle catastrofi.
L’Efdrr ha rappresentato, dunque, un momento importante e ha confermato che il nostro Paese, nel suo complesso e rispetto alle singole componenti, viene preso a modello, a livello europeo e internazionale, per il sistema di protezione civile che ad oggi risulta essere molto strutturato ed efficiente.
Al tempo stesso è emerso chiaramente che l’Italia può e deve rafforzare il settore della prevenzione, potendo contare sul determinante contributo di tutte le componenti, pubbliche e private, del sistema e del Paese.