Oltre a gestire otto alberghi sul territorio italiano attraverso il brand Phi Hotels, Xenia S.p.A. SB ha intrapreso un cammino importante come società Benefit, con l’obiettivo di diffondere anche nel nostro Paese un esempio più evoluto di fare impresa. Un’idea declinata rifacendosi ai concetti, da sempre centrali nella mission del gruppo, di responsabilità sociale e impegno etico, generando cioè profitto e benessere mentre tiene in grande considerazione anche gli equilibri ambientali e sociali. Xenia – 28 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 150 dipendenti –, fondata nel 1992 da Ercolino Ranieri, oltre ad essere proprietaria di alberghi a Milano, Modena, Francavilla al Mare (Ch), Gubbio (Pg), Susegana (Tv), Correggio (Re), Ozzano dell’Emilia (Bo) e Bologna, offre pure servizi e consulenze per l’industria del turismo quale specialista nell’hotellerie.
“Nel dna di Xenia c’è da sempre una forte sensibilità, un’attenzione per il prossimo e così due anni fa abbiamo iniziato una collaborazione con il Cottolengo di Torino, donando loro una parte dei nostri ricavi per camera – spiega il direttore del progetto Phi Hotels, Donato Sambuco (nella foto in alto) –. A marzo 2021 siamo poi diventati società Benefit e qualche mese dopo, sempre assieme al Cottolengo, si è deciso di costituire un’ulteriore società, la Panfilia che si sta già occupando di attività nel campo del sociale. Come quella di gestire una struttura che si trova a Roma, destinata a diventare, dopo una ristrutturazione della durata di circa due anni, la prima ad accessibilità facilitata per ogni tipo di disabilità. Casa Roma sarà sicuramente pronta per il grande evento del Giubileo del 2025 e, con gli stessi principi, noi di Xenia andremo ad occuparci di altri due immobili del Cottolengo situati a Torino ed in Liguria”.
Impegno su vari fronti che ha dovuto purtroppo fare i conti con l’impennata dei prezzi dell’energia, freno commerciale che però non ha impedito a Phi Hotels di restare attivo e propositivo nel mercato turistico. “Sì, siamo stati toccati considerevolmente dagli aumenti energetici, con bollette cresciute almeno il doppio rispetto all’anno precedente, ma ancor più dai problemi generati dal Covid-19 – sottolinea Sambuco -. È stato come fare un incidente frontale, perché sono ormai due anni che non si registra un flusso turistico accettabile. Però va anche detto che, in questo periodo oltremodo complicato, siamo comunque riusciti a crescere con tre nuovi alberghi entrati a far parte della nostra offerta. Nel frattempo, stiamo per produrre, per la prima volta, il bilancio di sostenibilità mentre continuiamo a dedicarci allo sviluppo di altri progetti legati al sociale”.
Il cliente dei Phi Hotels ha caratteristiche ben precise, anche se negli ultimi tempi si è assistito allo sviluppo di un’altra tipologia di fruitore dei servizi offerti dagli alberghi del gruppo Xenia. “In genere la clientela che si rivolge a noi è corporate e si muove per lavoro, anche se è in costante crescita la leisure, che ospitiamo soprattutto a Gubbio e Francavilla al Mare. Alcuni dei nostri alberghi, in particolare quelli di Modena, Bologna e Treviso hanno inoltre visto aumentare il numero delle presenze nei weekend, flusso principalmente domestico che speriamo, con la ripartenza del settore degli spostamenti aerei, di far tornare il più internazionale possibile”.
E per far riprendere tono al turismo, Phi Hotels ha studiato soluzioni che possano invogliare a viaggiare chi ha uno o pochi giorni liberi. Pacchetti che permettono di fare percorsi gastronomici o legati alla cultura in determinate località italiane. “Settimane dedicate alla pizza oppure alla cioccolata, allo zafferano o alla mozzarella di bufala, momenti di riscoperta del nostro qualitativo e unico patrimonio gastronomico”, commenta Sambuco.
Scelte che servono per portare nuova linfa vitale ad un settore terribilmente colpito dalla pandemia per quanto riguarda pure altri aspetti della gestione del lavoro. “Prima dell’arrivo del Covid-19 c’erano 50-60mila ragazzi in Italia che stavano provando ad entrare stabilmente nel mondo del turismo soprattutto estivo, nuove leve che adesso facciamo una incredibile fatica a riavvicinare a ristorazione e ospitalità. Molti di loro, infatti, hanno rivisto le priorità di vita e, considerato che l’impegno richiesto in albergo è sostanzialmente H24, il settore ha purtroppo perso appeal tra i giovani”, conclude il direttore del progetto Phi Hotels.