di Emanuela C. Del Re, Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L’Africa è stata vissuta e raccontata dalle istituzioni alle imprese, dall’accademia alle associazioni di volontariato, come la “Metà di un sole giallo“, per dirla col titolo del romanzo della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Sole a metà, fra sviluppo e arretratezza, relazioni economiche e solidarietà.
Vent’anni fa l’Africa si presentava al mondo con ferite appena cicatrizzate: la fine dell’apartheid in Sudafrica, la pace in Mozambico, l’indipendenza della Namibia e dell’Eritrea.
Era un momento di grandi speranze, che oggi si sono tradotte in realtà maturate, in gran dinamismo. Il continente da più di dieci anni registra la più rapida crescita economica, secondo solo all’Asia nel 2017, per incremento in termini di esportazioni. Il Rapporto dell’Ince e Istat di luglio riporta che in Africa subsahariana il Pil è aumentato del 2,8% del 2017, con una accelerazione stimata al 3,4% nel 2018.
L’Africa subsahariana presenta una classe media con capacità di spesa quantitativamente superiore all’India (più popolosa) e con gusti che ci premiano (+5,5% l’export italiano nella regione nel 2017); economie molto diversificate, non più solo monocolture o commodities (basti pensare a Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Ruanda); superamento della forte frammentazione delle economie, divise e quasi contrapposte da ostacoli tariffari, dazi e quote, per aprirsi finalmente ad un’area di libero scambio continentale: un accordo del dicembre 2017 prevede l’eliminazione dei dazi e delle barriere doganali sulla quasi totalità delle merci tra 55 paesi africani.
Occorre che le istituzioni seguano il ritmo delle imprese per cogliere la crescita senza sottostimare la “metà di sole giallo” ancora nascosta. Circa 196mila imprese italiane si sono affacciate sui mercati internazionali nel 2017, ma circa la metà sono monomercato o monoprodotto.
È necessario uno sforzo, proprio su nuovi mercati come l’Africa, per una crescita dell’export e del fatturato.
Quali rischi e quali opportunità per le Pmi? Tre i pilastri su cui contare: strumenti per l’internazionalizzazione, certezze giuridiche nel quadro di accordi internazionali, crescita delle competenze locali. Le risorse per l’Africa non sono mai state così tante: lo European External Investment Plan, parte dell’Alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione, è in assoluto il più grande programma di investimento mai varato per l’Africa con sovvenzioni, prestiti, garanzie in grado di far leva per oltre 40 miliardi di euro di investimenti privati entro il 2020.
La Commissione europea prevede di creare con tali risorse fino a 10 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni, portare energia a 30 milioni di persone e strade a circa 25 milioni. Come sostegno nazionale, oltre ai voucher per l’internazionalizzazione e ai contributi per le attività promozionali di consorzi di imprese, sono stati consolidati strumenti assicurativi per l’export, diversi finanziamenti agevolati per le Pmi, e un ventaglio di strumenti di venture capital.
A tutto questo si unisce la cooperazione: l’aiuto italiano per lo sviluppo ha registrato una costante crescita, fino a raggiungere nel 2017 la cifra di 5,2 miliardi di euro all’anno. Il MAECI con l’Agenzia per la Cooperazione (AICS) ne gestiscono una parte significativa e il 42% del totale è destinato ad interventi in Africa (governance, diritti, aiuto umanitario, alimentare, infrastrutture, agricoltura, istruzione ecc.).
Il settore privato è motore della crescita perché promuove occupazione e innovazione, investe nel capitale umano. La cooperazione italiana ha indetto nel 2017 – tramite l’AICS – una procedura di evidenza pubblica per il settore profit per lo sviluppo di idee innovative da realizzarsi nei paesi partner: si vuole coinvolgere il settore privato nelle attività di cooperazione con premi per progetti con multi-stakeholder partnership (settore privato con Ong o altri attori). Vengono anche privilegiati progetti innovativi con un contributo da parte del privato di almeno il 50% del costo per la realizzazione. Un esercizio davvero importante: i risultati di questa iniziativa indicheranno eventuali azioni correttive per un miglior coinvolgimento del settore privato nella cooperazione, incluso un maggior ruolo di Cassa Depositi e Prestiti per l’intervento del profit nella cooperazione, anche grazie ai nuovi strumenti finanziari dell’Ue.
L’Italia è promotrice nell’Ue di diversi schemi di preferenze commerciali con i paesi africani: l’iniziativa Everything but Arms prevede l’ingresso a dazio zero per merci provenienti dai paesi africani meno avanzati; il Sistema delle Preferenze Generalizzate; l’Economic Partnership Agreement. Sono cornici giuridiche che danno certezza agli imprenditori.
Di recente si è aggiunto l’accordo sulla trade facilitation, in ambito Omc, che definisce i tempi doganali. L’ultimo elemento è quello della creazione delle competenze di cui investimenti, programmi di espansione economica o crescita aziendale non possono fare a meno.
Per questo assieme ai partner europei abbiamo previsto un forte investimento nell’Alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione: 35mila studenti e docenti universitari africani beneficeranno di Erasmus+ entro il 2020, a cui altri 70mila si aggiungeranno entro il 2027.
Inoltre 750mila persone riceveranno una formazione professionale. Crediamo che lo sviluppo sarà realmente sostenibile se saremo in grado di dar corso ad un processo di capacity building che – partendo dall’esempio di Aid for trade – porti i paesi africani a consolidarsi come paesi esportatori, non solo di commodities ma di manufatti, servizi, prodotti innovativi. Un rinascimento africano di cui parlò a Roma due anni fa l’allora presidente della Commissione dell’Unione africana Nkosazana Dlamini-Zuma potrà coinvolgere la piccola e media impresa in un’epoca ricca di opportunità da cogliere, prima che di insidie da contrastare.
L’Italia Africa Business Week è il primo evento in Italia dove imprenditori africani ed italiani possono incontrarsi e comunicare. Un forum per sviluppare opportunità d’affari e accordi di cooperazione.
Due giorni di networking, incontri e conferenze organizzati per creare partnership produttive, in collaborazione quest’anno, con Assobiomedica e Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
La conferenza di apertura della due giorni (17 e 18 ottobre) è patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e vede, tra gli altri, gli interventi di Emanuela Del Re, Vice Ministra MAECI e di Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria.