FORUM BILATERALE CONFINDUSTRIA BDI
Quali sono i dossier comuni su cui state lavorando?
Confindustria, BDI e MEDEF lavorano insieme su questioni di politica industriale, come ad esempio il quadro finanziario pluriennale, la politica commerciale e la ricerca e sviluppo. Credo che in questi settori possiamo imparare gli uni dagli altri e guidare il dibattito nella comunità imprenditoriale europea.
Quali sono le questioni chiave nel contesto dei negoziati in corso per il quadro finanziario pluriennale?
L’Europa deve avere un ruolo di leadership nella competizione globale, per garantire il benessere dei cittadini e la qualità dei prodotti per i propri consumatori. Per mantenere tale posizione, l’Unione europea deve investire di più e in maniera più intelligente nella ricerca e nello sviluppo, aumentando i fondi disponibili e creando possibili sinergie con altri fondi europei, come la coesione.
La BDI ha presentato uno studio sulla decarbonizzazione della Germania e fornito chiare indicazioni all’Ue da qui al 2050. Che cosa dimostra e perché è importante?
Lo studio BDI dimostra che avremo bisogno di investimenti aggiuntivi se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici che ci siamo prefissati. In totale stiamo parlando di almeno 1,5 miliardi di euro fino al 2050 per la sola Germania. La buona notizia è che le tecnologie necessarie per ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2050 sono già disponibili. Il messaggio che vorremmo dare all’Europa è di promuovere la cooperazione internazionale a vantaggio di tutti. Più i paesi si impegnano in azioni ambiziose per il clima e implementano strumenti efficaci, più velocemente otterremo progressi. Così anche i mercati per le tecnologie a basse emissioni si evolveranno più velocemente.
Parlando di commercio internazionale, quali sono i rischi del protezionismo per l’industria europea?
L’industria europea dipende in gran parte dal commercio extra Ue. In Germania, ad esempio, un lavoro su quattro dipende dalle esportazioni. I principali partner commerciali dell’Ue, Cina e Stati Uniti, sono attualmente coinvolti in un conflitto commerciale. In particolare gli Stati Uniti hanno adottato tariffe su acciaio e alluminio, minacciando di imporre tariffe anche sulle automobili. Nell’insieme, il protezionismo colpisce tutti, dobbiamo quindi combatterlo attraverso confronti bilaterali, nell’Organizzazione mondiale del commercio e nei vertici internazionali, come il G20.
Cosa ne pensa del nuovo Governo italiano e delle sue prime mosse?
Ci aspettiamo che il nuovo Governo generi fiducia e prosegua sulla via delle riforme. Una strategia fiscale bilanciata e ben ponderata è una delle chiavi per costruire fiducia e reputazione. La politica fiscale deve essere sia sostenibile che credibile. Inoltre, l’Italia è stata recentemente leader a livello mondiale con politiche a favore delle start-up e delle soluzioni digitali per l’industria. Esortiamo il Governo a resistere alla tentazione di fare un passo indietro rispetto a questi investimenti e a stimolare le politiche necessarie per la quarta rivoluzione industriale.
L’Unione europea funziona così com’è o ha bisogno di essere ripensata in alcune delle sue funzioni? Pensa che siano necessarie alcune riforme?
L’Ue non è il problema, è la soluzione. Le nostre industrie possono essere forti solo se i loro mercati non si limitano ai confini nazionali. Questo è uno dei motivi per cui un’Unione europea funzionante è così importante. Ciò di cui abbiamo bisogno è il completamento del mercato unico europeo, in particolare per quanto riguarda la digitalizzazione e il mercato dell’energia. Inoltre, l’Ue deve avanzare con la riforma dell’Unione economica e monetaria, verso un sistema che garantisca finanze sane per gli stati membri. Infine, l’Unione europea deve dare, in termini di politica estera e cooperazione per la difesa, risposte più coerenti per gestire meglio i rischi esterni.