Spinte dalla soddisfazione di vedere realizzati progetti di varie dimensioni e grado di difficoltà nel settore della lavorazione del legno, le tante donne di casa Pinzani hanno deciso di continuare ad alimentare la corposa storia della falegnameria Rangoni Basilio – 1,1 milioni di euro di fatturato nel 2023 e dieci dipendenti – attraverso un attento mix tra tradizione e innovazione. Nel quartier generale fiorentino riescono infatti a pensare e mettere a terra idee di indubbia qualità e resa visiva, in grado di migliorare l’appartamento di un cliente privato come anche dare una rinnovata freschezza ad opere del mondo monumentale.
“Il nostro obiettivo principale è quello di portare a termine lavori conditi da artigianalità ed un pizzico d’arte nell’ottica di impegnarci sempre nel fare cose nuove e ben rifinite, pure a costo di metterci un pochino in più in termini di tempo – spiega Armanda Angela Pinzani (nella foto in alto), presidente del consiglio di amministrazione e contitolare di Rangoni Basilio assieme alle sorelle Giuliana, Mirella e Paola –. È un modo di agire che ci dà soddisfazione e permette di occuparci delle commesse ricevute, tutte interessanti quanto sfidanti, mantenendo quella ricerca del bello e funzionale che non ci ha mai abbandonato. Nata nel 1889, la nostra falegnameria può ancora contare su un team di artigiani costantemente sintonizzato sulle necessità di chi continua a darci fiducia”.
Un know how, insomma, di primo livello che alla Rangoni Basilio cercano di tenere sempre aggiornato provando a far entrare ciclicamente nel proprio gruppo di lavoro anche nuove leve pronte a metabolizzare gli insegnamenti degli artigiani più esperti. “Credo che la falegnameria possa restare nei tempi a venire un mestiere adatto ai giovani. Negli ultimi due anni abbiamo organizzato stage per attirare verso l’artigianato legato alla cura del legno giovani che avessero piacere a lavorare con le mani e i risultati non si sono fatti attendere. Spesso sono venuti a cercarci loro stessi, invertendo di fatto il preoccupante trend del recente passato, periodo in cui non se ne trovava uno disposto a farsi le ossa nel nostro settore”.
Potendo contare su un giro di committenze parecchio diversificato, con richieste che arrivano alla Pmi fiorentina da persone di zona che hanno bisogno di interventi contenuti, ma anche da studi d’architettura, Pubblica amministrazione ed altri canali, negli anni Rangoni Basilio si è trovata a dover dare risposta pure a domande particolari o estremamente impegnative. “Partendo dal presupposto che tutti i lavori sono interessanti e, a loro modo, unici, qualche tempo fa un privato ci chiese di costruire un guardaroba direttamente sulla sua terrazza, visto che mancava spazio all’interno del piccolo attico di proprietà. È stato sicuramente un qualcosa di non usuale ma ugualmente appagante per noi abituati a prestazioni d’opera anche in ambito museale e che ci hanno fatto entrare, tra gli altri siti, sia a Palazzo Pitti come negli Uffizi”.
E mentre le quattro sorelle – poggiando su un’emotività diffusa che ogni tanto, fisiologicamente, le porta a discutere prima della decisione finale su un lavoro – proseguono la traiettoria imprenditoriale lasciata in eredità dal padre, la Rangoni Basilio rimane fedele ai propri principi pur non disdegnando di buttare l’occhio oltre il presente e verso un futuro che, nel settore del legno, ha le potenzialità per rivelarsi altrettanto bello da vivere. “Ci occupiamo di un materiale importante di per sé e che continua a mantenere un fascino nettamente superiore rispetto ad altri – sottolinea Pinzani –. Questo perché le finestre in pvc saranno pure molto performanti sotto certi aspetti, ma hanno precisi limiti a livello strutturale. E poi il legno ha una resistenza che per esempio il metallo non può avere: perdendoci tempo e ponendoci grande attenzione con un approccio sostenibile, si riescono a rimettere in piedi anche parti danneggiate dal tempo o dalle intemperie”.
In chiave futura, infine, i vertici aziendali di Rangoni Basilio sono già ben sintonizzati su quali obiettivi mettere in un planning che non potrà prescindere da alcuni passaggi tanto pratici quanto non più differibili. “Detto che abbiamo già iniziato a rifare un impianto antincendio che andava ormai rivisto, intervento per noi di enorme portata, l’altra idea a cui teniamo parecchio è quella di dotarci di una struttura per sfruttare i benefici del fotovoltaico. Inoltre, dopo l’entrata in azienda di nostra nipote Irene, contiamo di dare ulteriore impulso ad un passaggio generazionale che ci preoccupa un pochino: vorremmo trasferire ai giovani le conoscenze antiche per metterli nella condizione di poter pensare al futuro con il necessario bagaglio artigianale e culturale, indispensabile per andare avanti nel migliore dei modi. Un periodo di transizione in cui fare anche noi una più approfondita conoscenza dell’Intelligenza artificiale, strumento che credo proprio potrà darci una mano nel redigere preventivi avendo contezza immediata di quanto fatto nel più o meno recente passato”, conclude Armanda Angela Pinzani.