Quando la tecnologia spinta ai massimi livelli riesce ad unire le forze con i migliori architetti e designer del mondo il risultato finale non può che impressionare chi vi si trova davanti. Un connubio che per Frener & Reifer – 38 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 130 dipendenti – continua a risultare vincente e, di conseguenza, redditizio, oltre a permettere all’azienda con quartier generale a Bressanone, in provincia di Bolzano, di farsi conoscere sempre di più soprattutto al di fuori dei confini nazionali come realtà portatrice di un modo innovativo di mettere in opera facciate di edifici attraverso strutture in vetro, metallo ed altri materiali.
“Dopo il ritiro dall’attività dei fondatori, sei anni fa in tre abbiamo rilevato l’azienda proseguendo il percorso avviato in precedenza e proseguendo la collaborazione con architetti di fama mondiale, tra cui Renzo Piano – spiega Gerhard Ploner (nella foto in alto) amministratore delegato di Frener & Reifer –. Con loro e altri studi medio-piccoli, portatori di idee altrettanto straordinarie e complesse da realizzare, abbiamo dato vita a progetti che hanno soddisfatto le esigenze di grossi player internazionali dell’automotive oppure della moda, come anche quelle di albergatori e di privati proprietari di ville”.
Specializzati quindi nel riuscire a presentare al cliente suggestioni tecnologiche tanto funzionali quanto belle da vedere, i team di lavoro gestiti dalla Pmi altoatesina sono in grado di creare, tra le altre cose, facciate motorizzate e vetrate apribili di grandi dimensioni. “Spesso, in questo tipo di progetti, i due materiali usati, solitamente acciaio e legno, debbono lavorare assieme e il loro impiego deve essere sempre mediato per evitare problemi di staticità. Al proposito, un mese prima dell’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024 abbiamo terminato la facciata della stazione Saint-Denis, di cui Frener & Reifer ha curato i rivestimenti e le vetrate”.
Potendo contare su un’incidenza altissima dell’export sul fatturato complessivo, percentuale arrivata ormai a variare tra l’80 e il 90 per cento, l’azienda dell’Alto Adige si deve misurare con richieste che le vengono fatte dall’Europa e ancora di più dagli Stati Uniti, da dove arrivano non di rado idee estremamente interessanti e testanti. “Oltre alla domanda relativa al mercato europeo, siamo molto presenti dall’altra parte dell’oceano – chiarisce l’ad dell’impresa di base a Bressanone –. Ci hanno infatti chiesto la disponibilità sia sulla costa est che su quella ovest degli Stati Uniti e così siamo andati a soddisfare le necessità dei committenti su Rodeo Drive ad Hollywood, come pure nella zona di Boston: lì ci siamo occupati di un significativo lavoro presso l’università di Harvard e di una villa privata”.
Ma l’impresa più impegnativa, sicuramente mastodontica, portata a termine da Frener & Reifer è probabilmente quella legata alla progettazione, realizzazione e installazione di una cupola in vetro sulla nave da crociera Iona della P&O Cruises. “In sostanza ci hanno chiesto di fare una copertura serica a cupola che potesse essere posizionata sopra il ristorante di extralusso della nave. Ovviamente non era un lavoro facile e il problema più grande all’inizio è stato quello del peso, considerato che la cupola di vetro doveva essere di circa 1.000 metri quadri e pesare intorno alle 120 tonnellate. Dopo dieci mesi di studi e collaudi, avuta finalmente la conferma della sua fattibilità, ci è stato detto che per la posa avevamo a disposizione due settimane invece dei quattro, cinque mesi da noi stimati. Non potendo fare altrimenti, abbiamo quindi dovuto costruirla a terra e poi, con un solo movimento di una delle gru mobili più grandi del pianeta, siamo riusciti a posizionarla come volevano, confermando di essere capaci di rispondere ai tre canoni richiesti dai nostri clienti, che sono qualità, costi e tempi di consegna”.
Nel frattempo, Frener & Reifer non disdegna di occuparsi anche di altri generi di progetti che hanno come punto di partenza un materiale tornato in cima ai desideri sia dei designer che dei clienti di tutto il mondo. “Sì, non c’è dubbio sul fatto che l’acciaio sia di nuovo di gran moda – conferma Ploner –. Pure nel settore del recupero di vecchi capannoni con l’intento di farli diventare spazi per eventi, in sostanza un ritorno al vintage di qualità, l’acciaio sta sempre più salendo alla ribalta soprattutto nella sua versione con trattamento martellato”.
Per il futuro prossimo, infine, Frener & Reifer si prepara ad essere ancora più presente sul mercato statunitense, area commerciale in cui la clientela è capace di fare alla Pmi di Bressanone richieste estremamente interessanti in termini economici. “Mentre qui in Europa la crisi si sta facendo sentire, negli Usa c’è ancora chi ha voglia di investire molti soldi, in particolare per dare tocchi d’ulteriore prestigio a ville private. Lì c’è chi è disposto a pagare milioni, pure 5-6, per le sole vetrate degli edifici di cui ci occupiamo”, conclude l’amministratore delegato di Frener & Reifer, Gerhard Ploner.