Pontarolo Engineering è una piccola impresa della provincia di Pordenone, ha una ventina di dipendenti ed è la prima ad essersi iscritta al registro delle Pmi innovative e ad aver potuto beneficiare dei vantaggi che il Governo ha destinato a queste realtà. Fondata da Giorgio Pontarolo nel 1952 come azienda di costruzioni, oggi è guidata da Valerio che insieme al fratello Andrea dai primi anni 2000 l’hanno fatta crescere e in parte anche cambiare, rendendola molto più attenta all’innovazione e alla ricerca.
La sua azienda opera nel mondo della costruzioni, sviluppando prodotti e tecnologie innovative. Cosa fate nello specifico?
Oggi abbiamo due rami d’azienda: uno è quello più tradizionale delle costruzioni ed è l’eredità dell’azienda fondata da mio padre, l’altro ramo è invece quello che ho fatto nascere con mio fratello ed è a tutti gli effetti un’azienda manifatturiera del settore gomma plastica, che fa prodotti innovativi per l’edilizia. La nostra principale attività è incentrata in ricerche industriali per lo sviluppo di sistemi e tecnologie per il settore edile. Offriamo a progettisti e costruttori una gamma di prodotti innovativi, a partire dai tradizionali sistemi di costruzione, nel rispetto delle normative e seguendo l’evoluzione del settore. Per questo secondo ramo tutto il fatturato è ottenuto dallo sfruttamento dei nostri brevetti.
Per essere una piccola impresa avete registrato un grande numero di brevetti, come fate?
Mio padre non aveva potuto studiare, parlava più friulano che italiano, ma era un innovatore a tutti gli effetti. Lui in realtà non parlava di ‘innovazione’ ma di ‘cose fatte meglio’.
Fin da piccoli ci ha insegnato che tutte le cose possono essere migliorate, ci diceva di guardare tutto con spirito critico, di cercare di capire come si possono fare meglio le cose e di farlo! Ecco, noi facciamo questo: le cose in maniera migliore rispetto a come si è abituati farle.
Innovazione non è necessariamente un’invenzione rivoluzionaria, sono anche i piccoli cambiamenti applicati alle cose già esistenti, capita di rado che si pensi a qualcosa di totalmente diverso che non esisteva prima. Quando si parla di innovazione non si deve pensare solo al prodotto o al processo produttivo, innovazione è anche l’accesso a mercati nuovi, fare marketing in modo diverso, ecc.
Noi siamo forieri di idee. Abbiamo un ufficio tecnico importante con cinque persone laureate che lavorano per sviluppare prodotti. Depositiamo tre o quattro brevetti l’anno, è un impegno anche economico importante: tra farli e mantenerli spendiamo circa 100mila euro l’anno.
Oltre all’attività quotidiana del nostro ufficio tecnico abbiamo una relazione continua con le università e gli enti di ricerca, le prove sui materiali e sui prodotti vanno fatte continuamente per rispettare le normative e quando ci serve ci rivolgiamo a questi soggetti competenti.
Esiste una correlazione tra l’investimento in ricerca e sviluppo e le performance dell’impresa?
Esiste, certo. Il fatturato del nostro gruppo dal 2012 al 2014 ha registrato il segno meno. E questa è stata anche una fortuna. Nel 2010 avevamo avuto performance eccezionali e a causa di questo successo ci siamo un po’ adagiati, nel 2011 abbiamo visto che la crisi stava tornando prepotentemente abbiamo deciso di reagire. Nel 2015 abbiamo registrato una crescita del 12% sul 2014 e nei primi 3 mesi del 2016 siamo a +30% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.
La nostra forza è avere in portafoglio tante idee perché nel tempo queste idee possano svilupparsi e diventare prodotti, entrare nel mercato, portare a casa un fatturato con un margine per l’azienda e poi entrare nel quadrante di fine vita. L’importante è che mentre un prodotto fa questo ciclo di vita si lavori a idee nuove.
Nel mio cruscotto aziendale oltre al fatturato, gli incassi, la marginalità devo controllare di avere sempre delle idee da sviluppare che tra qualche anno diventeranno prodotti e andranno a sostituire quelli che nel frattempo sono diventati vecchi.
Siete la prima impresa iscritta al registro delle PMI Innovative, quali sono i vantaggi?
Siamo stati i primi anche per un po’ di fortuna. Quando la persona che lavora in amministrazione ha chiamato la Camera di commercio per iscriversi al Registro, non era ancora possibile farlo. Dal momento che avrebbe dovuto sposarsi, e quindi assentarsi, dopo qualche giorno ha insistito perché ci consentissero di farlo. Per venire incontro a questa richiesta la Camera di commercio ha aperto il canale per le iscrizioni il giorno seguente e credo sia stata a sua volta la prima a farlo in Italia.
Come diceva Einaudi però “non c’è fortuna se non c’è anche un po’ di merito” e nel nostro caso il merito sta nell’avere collaboratori sempre attenti a tutte le opportunità che si presentano nell’ambito dell’innovazioni e delle agevolazioni e ovviamente anche nel possedere tutti i requisiti richiesti.
Uno dei principali vantaggi di essere riconosciuta come Pmi innovativa è l’accesso semplificato al fondo di Garanzia per le pmi istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico. E poi di fatto essere iscritti al Registro è come avere una patente che dimostra che sei innovativo. Nella nostra esperienza avevamo delle trattative con aziende americane che hanno scelto noi per questo riconoscimento, abbiamo appurato che la nostra reputazione era arrivata anche all’estero. Il vero vantaggio comunque è quello di essere innovativi. In Comune sulla mia carta di identità hanno scritto: professione inventore.
Quali progetti avete per il futuro?
Innanzi tutto voglio specificare che quando parliamo di futuro noi non guardiamo a domani mattina, ma pensiamo a dove sarà il mondo dell’edilizia tra cinque anni, è questo che ci porta ad avere una visione innovativa.
I prodotti che ci stanno facendo fatturare ora li abbiamo pensati negli anni Duemila quando si cominciava a parlare di Protocollo di Kyoto e ancora non c’era questa attenzione all’ambiente che c’è oggi.
Noi è già un po’ di tempo che non parliamo più di risparmio energetico e di certificazione energetica, li diamo per scontati, bensì parliamo di comfort dell’abitare, manutenzioni ridotte al minimo, prodotti che possono essere messi in opera anche da personale poco specializzato, di qualità e di sicurezza.
Ciò che è necessario è avere una visione, credere nelle idee che ti vengono in mente e osare nel portarle a termine.