Una comunità di persone che lavorano insieme verso un comune obiettivo: questo per noi è un’impresa. Non le macchine, non le mura, ma l’impegno e la fatica, le gioie e le difficoltà, l’inventiva e la capacità di trasformarla in prodotto. Lo sappiamo perché lo abbiamo imparato da due grandi imprenditori, Salvatore Giordano e Diego Lorenzon, che con il loro esempio hanno dimostrato che è possibile coniugare profitto e responsabilità, numeri e passione.
È il comune sentire della “grande famiglia” di Piccola Industria, che martedì scorso a Roma, presso la sede di Confindustria, ha ricordato i due imprenditori con un premio che ha coinvolto le persone su cui è assolutamente necessario investire: le nuove generazioni.
Alla cerimonia di premiazione hanno preso parte le famiglie dei due imprenditori, gli insegnanti dei sei istituti vincitori e i genitori dei ragazzi premiati, il Consiglio di presidenza e il Consiglio centrale di Piccola Industria, oltre a numerosi e autorevoli ospiti che hanno conosciuto e lavorato insieme a Salvatore Giordano e Diego Lorenzon.
I vincitori sono stati premiati dal presidente Carlo Robiglio, dai promotori del premio Bruno Scuotto e Stefano Zapponini, dal direttore Carlotta Baini e dalle famiglie Giordano e Lorenzon insieme a Francesco Egini dell’area relazioni esterne di Umana, e Antonello Calvaruso, direttore generale di AIF Academy, che hanno sostenuto con grande entusiasmo questa importante iniziativa.
Il premio, in coerenza con il Pmi Day – iniziativa di grande successo di Piccola Industria, nata nel 2010 per avvicinare le scuole al mondo delle Pmi – ha evidenziato quanto la contaminazione sia in grado di generare nuova ricchezza. “Il benessere mentale, la capacità di non farsi vincere dalle difficoltà della vita ma, soprattutto, di saper distinguere tra i piccoli e i grandi ostacoli che si trovano sul nostro percorso quotidiano” e “L’esperienza del Pmi Day: dopo aver visto un’azienda dall’interno, com’è cambiata la mia percezione su cosa sia un’impresa? Come la cambierei per farla diventare ancora migliore?” sono le due tracce – rispettivamente del Veneto e del Piemonte – dalle quali i ragazzi delle scuole che hanno partecipato all’iniziativa sono partiti per costruire il loro elaborato.
Quel che è emerso dai temi non solo ha stupito, ma ha rassicurato. La giuria ha dovuto scegliere tra numerosi elaborati di qualità, nei quali è stato apprezzato il coinvolgimento, l’attenzione verso il mondo aziendale e la capacità di guardare il mondo con occhi nuovi e il coraggio di tenerli sempre fissi sul futuro. Connotati di qualità che ritroviamo nelle parole di Giacomo Mosca, vincitore del 1° premio in memoria di Salvatore Giordano, dell’Istituto Gae Aulenti di Biella: “La piccola-media impresa è il cuore dell’Italia, la forza del territorio, la qualità che vince sulla quantità”.
Il premio ha stimolato i pensieri della nuova generazione, il modo in cui percepiscono le aziende e il ruolo che per loro queste hanno nel territorio. Ma non solo. Questa iniziativa ha messo in relazione le vite degli imprenditori e degli studenti. Infatti, come scrive Luca Branco, vincitore del 1° premio in memoria di Diego Lorenzon, dell’Istituto Viola-Marchesini di Rovigo – dopo aver letto l’autobiografia dell’imprenditore “Sogni d’acciaio” – “Dentro a quelle oltre 170 pagine fitte c’era la storia di mio padre, della mia famiglia di imprenditori e quella di tanti amici dei miei, imprenditori pure loro.”
L’evento si è concluso con la consegna di premi e pergamene ai ragazzi e delle targhe ai due Istituti i cui studenti hanno ricevuto il 1° premio.