Fausto Bonelli, Direttore Generale della MCE Srl
Sicurezza al primo posto
Cosa significa cultura della prevenzione?
Moltissimo, e parlo per esperienza: mio padre si è ammalato gravemente per aver lavorato in un’azienda che non si preoccupava dei propri dipendenti. Per questo, per me, sicurezza e benessere dei miei lavoratori sono al primo posto. La MCE fa parte della prima rete di imprese della provincia: dieci aziende che funzionano come un consorzio, senza cariche gestionali. Prendiamo la commessa dal cliente e gli facciamo tutto: dall’elettronica ai cavi, dalla meccanica alla plastica. Siamo 105 tra dipendenti e soci, più del 10% della popolazione del paese. Come direttore generale mi sento sulle spalle una grande responsabilità, visto che la mia è quasi l’unica impresa del territorio. E la vivo come se fossimo una grande famiglia, spesso vado anche a giocare a calcetto coi miei dipendenti, perdendo ovviamente… Scherzi a parte, il mio impegno per rendere l’azienda sicura è radicato e parte da lontano. Da 15 anni – sono stato tra i primi – ho assicurato il credito sostenendo costi importanti.
Quando avete cominciato a investire in prevenzione?
Molti dei miei più importanti clienti sono stati duramente colpiti dal sisma dell’Emilia. Siccome anche dalle nostre parti, negli ultimi trent’anni, di terremoti ce ne sono stati, mi sono detto che dovevo fare qualcosa, soprattutto per garantirci continuità produttiva. E siamo partiti con un progetto di adeguamento degli edifici aziendali per rischio sismico. All’epoca non si parlava ancora di “sisma bonus” o delle altre detrazioni delle spese sostenute per lavori edilizi antisismici su abitazioni e immobili per attività produttive.
La prevenzione è un costo?
Un valore aggiunto. Noi siamo a Mercatello sul Metauro, piccolo paese di mille abitanti in provincia di Pesaro-Urbino. Fare impresa qui è difficilissimo, oltre ad essere in un centro molto piccolo, siamo logisticamente svantaggiati. Fino a qualche anno fa da noi non arrivavano nemmeno i corrieri, i pacchi li lasciavano nel bar di un paese vicino. Oggi abbiamo 20 corrieri, cinque mezzi nostri e siamo arrivati a un livello importante di spedizioni: circa 40-50 bancali di materiale al giorno.
Sono stato il primo a certificarmi nella mia zona per l’ISO9000, sono il 220° in Italia, frequentando i corsi a un’ora e mezza di macchina.
Nel 2008-2009, periodo di crisi nera anche nel mio settore, eravamo una delle poche aziende marchigiane che ha perso solo il 5% di fatturato. Abbiamo voluto la certificazione antisismica proprio per mantenere un primato di eccellenza sul territorio, dare ai nostri clienti quella sicurezza in più che i competitor ancora non possono garantire.
Riccardo Berti, Security&General Services Manager Chiesi Farmaceutici Spa
È presente anche nella nostra mission
Cosa significa cultura della prevenzione?
La nostra azienda, oggi presente in 26 Paesi, sente un’importante responsabilità nei confronti dei territori in cui opera. La collaborazione con il Programma Gestione Emergenze di Confindustria rientra proprio in questo impegno a essere parte attiva e responsabile. Quando si parla di prevenzione non si può non focalizzarsi sulle persone: da noi il personale è addestrato ad affrontare situazioni di emergenza e l’azienda ha creato una vera e propria cultura della prevenzione. Vengono fatte esercitazioni e le squadre di emergenza aziendali si addestrano mensilmente: per contenere e prevenire i danni, infatti, è essenziale una perfetta preparazione. In azienda ci sono 105 dipendenti formati a interventi di primo soccorso e antincendio.
Quando avete cominciato a investire in prevenzione?
Il sisma dell’Emilia ci ha sfiorato facendo emergere alcune criticità, soprattutto relative agli edifici industriali. Da allora il nostro impegno in prevenzione, da sempre molto forte, ha subito un’ulteriore accelerazione. Nelle aziende farmaceutiche, infatti, le autorizzazioni per la commercializzazione dei farmaci si ottengono in base al sito in cui vengono prodotti. Questo vuol dire che non è immediato spostare la produzione di un farmaco da uno stabilimento a un altro. La circostanza per cui un sito produttivo subisca danni e non possa continuare l’operatività rappresenta un danno elevato, comportando un blocco della produzione che potrebbe compromettere la disponibilità dei nostri prodotti. Proprio per questo la prevenzione è per noi fondamentale.
La prevenzione è un costo?
Se gli interventi vengono fatti in fase di progettazione, con un piccolo investimento si ottengono grandi risultati, anche molto innovativi. Per esempio, quando è stato progettato il nuovo head quarter Chiesi la classe sismica è stata volutamente maggiorata rispetto al minimo normativo, garantendo un terzo di vita in più; ciò è stato possibile con solo il 5% di investimento ulteriore. Oggi, inoltre, ci sono diversi strumenti che consentono di avere un’adeguata tutela anche sugli edifici esistenti, per evitare ciò che è successo in Emilia quando i capannoni sono crollati addosso a chi, per la voglia di ripartire, era tornato subito al lavoro. In quest’ottica, abbiamo effettuato studi strutturali e dotato i nostri siti produttivi di accelerometri, in modo da avere indicazioni di possibili danni in relazione all’intensità della scossa sismica rilevata. Grazie a queste informazioni l’azienda, senza dover attendere verifiche esterne, decide autonomamente di far rientrare i dipendenti al lavoro solo quando le condizioni sono di tranquillità e sicurezza, perché si può stimare il livello di danni subiti e la conseguente stabilità dell’edificio.