
Nel mondo del polistirene espanso, Polistar – 4 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 14 dipendenti – opera ormai dal 1987, anno in cui Roberto Tabelletti (nella foto in alto) ha deciso di avventurarsi giovanissimo in un settore, quello delle materie plastiche, che comunque aveva già iniziato a frequentare da qualche tempo. Una scelta per certi versi coraggiosa che ha finito per creare a Chions, in provincia di Pordenone, un’azienda in grado di produrre quegli imballi che solitamente proteggono gli elettrodomestici, i mobili o anche vini durante il trasporto verso le case di chi li ha acquistati. Angolari di protezione più economici possibile oltre che con un impatto ambientale contenuto.

IMBALLO PERSONALIZZATO PER “TERMINALE DI SCARICO MOTOCICLETTA”
“Perché non applicare le nuove tecnologie alla sezionatura del polistirene espanso? È stata questa la domanda che mi sono fatto quando decisi di iniziare a produrre sfruttando le grandi potenzialità delle innovative macchine a controllo numerico, cioè i pantografi computerizzati – spiega Tabelletti, socio unico di Polistar –. Sicuramente sono stato il primo in Friuli a decidere di fare questo deciso passo in avanti, potendo contare da quel momento in poi su un layout estremamente efficiente. Avevamo a disposizione spazi contenuti per la produzione, visto che i nostri materiali sono fatti d’aria e ingombrano non poco, ma altri parecchio ampi in cui erano posizionati i magazzini per la clientela. Idee con tanto studio dietro che ci stanno consentendo di essere ancora sul mercato dopo tanti anni”.
Il settore in cui ha messo solide radici l’azienda del Friuli Venezia Giulia sta però vivendo un periodo non troppo sereno a causa dell’imminente entrata in vigore del nuovo regolamento europeo per gli imballaggi, stretta ulteriore per chi usa nella produzione materiali plastici. “Il futuro prossimo, perciò, dipenderà molto da cosa verrà deciso a Bruxelles – conferma Tabelletti –. Nel frattempo, stiamo per ottenere una nuova certificazione, la Cam, capace, speriamo, di darci una mano nel gestire un momento assai complicato. Ci consentirà infatti di fornire al cliente imballi in polistirene espanso riciclati al 100%, in modo che il nostro prodotto, in altre parole, sia già frutto di un primo riciclo”.

PROTOTIPI PROFILI PER IMBALLO DI ANTE D’ARREDAMENTO
E per capire cosa fare in questo frangente storico per dare un futuro al proprio settore di riferimento, Roberto Tabelletti, quale presidente della filiera gomma, plastica e chimica di Confindustria Alto Adriatico, sta organizzando per l’anno prossimo un convegno-tavola rotonda in cui ci si confronterà sul tema “È veramente sostenibile sostituire la plastica?”. “Il pericolo più grande a cui andiamo incontro è la concreta possibilità che, sostanzialmente, non si possa imballare più nulla con le modalità di prima. Nonostante sia assolutamente certo che il polistirene sia ancora al passo con i tempi, questo viene sempre più spesso sostituto dal cartone, situazione per noi estremamente penalizzante e che spero possa essere compresa appieno pure dalla Ue. Nell’incontro fissato per il 2024 verranno approfonditi i punti cardine del nuovo regolamento europeo sugli imballaggi, analizzando il grado di sostenibilità del prodotto dall’inizio a fine vita (LCA)”.
Intanto a Chions si sta comunque pianificando il futuro prossimo, sforzi legati al miglioramento dell’impatto aziendale sull’ecosistema oltre che all’implementazione di tecnologie in grado di rendere il lavoro giornaliero dei dipendenti ancora più organizzato e perciò meno faticoso. “Con il progetto “No papers” abbiamo di fatto eliminato la carta all’interno degli ambienti che ospitano Polistar, mantenendo solamente quella che viene usata per realizzare i disegni tecnici – sottolinea il socio unico della Pmi del pordenonese –. A seguire siamo riusciti a cablare tutti e tre gli stabilimenti, innovative scelte tecnologiche che esaltano l’utilizzo dei palmari, con cui ormai sia fa di tutto. In tempo reale i nostri tecnici possono vedere quello che è stato già fatto ma anche il da farsi, con gli ordini in pratica sempre sotto i loro occhi”.
Il tutto per soddisfare i desiderata di clienti che sono situati nel raggio di massimo 150 chilometri, visto che l’azienda friulana non ha interesse economico, considerato il tipo di prodotto che tratta, ad avere ambizioni verso l’export. Una filiera, insomma, tanto corta quanto fidelizzata, quella creata negli ultimi 36 anni dall’impresa guidata da Roberto Tabelletti.
A breve, infine, dopo essere stati rallentati dalle grandinate che hanno squarciato i capannoni, alla Polistar si partirà con l’istallazione di un impianto fotovoltaico che dovrebbe permettere all’azienda friulana di raggiungere in poco tempo l’autosufficienza energetica. “Sarà una struttura da 80 kw che ci consentirà di andare a coprire inizialmente l’80-90% del fabbisogno. Stiamo insomma investendo non tanto sulla produzione, destinata purtroppo a diminuire per i problemi su citati, quanto sulla sostenibilità, punto focale nel nostro modo di vedere le cose”, conclude Tabelletti.