
C’è forte preoccupazione tra le imprese per la proposta di regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti che sarà votata al Parlamento europeo in sessione plenaria il prossimo 22 novembre. Alla commissione Ambiente dello scorso 24 ottobre è prevalsa la scelta del riuso a scapito del riciclo e se l’orientamento sarà confermato si prospetta uno scenario critico per il nostro Paese, che ha investito molto nel tempo raggiungendo con nove anni di anticipo gli obiettivi di riciclo fissati al 2030.
Per questo motivo le principali associazioni – Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e CLAAI –, dopo l’audizione ieri alla Camera, hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale chiedono al Parlamento di “fare pressione sulle istituzioni europee per un maggiore buon senso ed equilibrio nell’introduzione della nuova disciplina”.
“È a rischio oltre il 30% del Pil del Paese – si legge nella nota –, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Parliamo dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori di materie prime, dell’intera industria italiana del riciclo, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dall’agricoltura a tutte le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending, alla logistica, ai produttori di macchinari”
Le associazioni criticano in particolare “la mancanza totale di neutralità tecnologica” e sottolineano come non ci siano “evidenze scientifiche che confermano che il riuso sia migliore del riciclo sotto il profilo ambientale, anzi per quanto riguarda i beni alimentari è vero il contrario. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un maggior consumo di acqua ed energia e le emissioni di CO2 sono nettamente peggiorative”. “L’Italia – prosegue la nota – è tra i paesi dell’Unione che, a detta della stessa Commissione, non corre il rischio di mancare gli obiettivi di riciclo né per gli imballaggi, né per i rifiuti urbani. Non si capisce quindi il motivo di penalizzare il riciclo a favore del riuso, sia sotto il profilo ambientale che economico”.
I prossimi passaggi vedono, oltre al voto del 22 novembre, anche “l’intenzione della presidenza spagnola di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre”. Per questo secondo le associazioni firmatarie occorre intervenire al più presto su tre fronti, ovvero “la presentazione e il sostegno di emendamenti per il voto in Parlamento europeo; il dialogo con la presidenza spagnola e i paesi che sostengono la proposta per evitare scelte arbitrarie ed estremamente impattanti per la nostra economia; il consolidamento delle alleanze con gli altri Stati membri – ve ne sono molti – che come l’Italia non condividono le misure del Regolamento, poiché non consentono la necessaria flessibilità e non riconoscono il principio di neutralità tecnologica per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi ambientali attraverso l’economia circolare”.