
Dietro il lavoro che ha consentito ad Angimed di ritagliarsi un meritato spazio nel competitivo settore sanitario c’è stata anche la volontà di non sprecare la forza innovatrice portata nell’azienda abruzzese – 900mila euro di fatturato nel 2021 e 4 dipendenti – dal suo fondatore Ettore Folcando, purtroppo scomparso cinque anni fa all’età di 39 anni. Una perdita pesantissima che ha conseguentemente messo molte più responsabilità sulle spalle dell’altro socio Alessandro Di Teodoro (nella foto in alto), con coraggio decisosi a continuare in prima persona quest’avventura industriale rilevando il 70% della società.
“Il primo obiettivo che mi sono posto è stato quello di dare praticità alle idee geniali di Ettore, continuando un percorso iniziato nel 2012 – spiega Di Teodoro, amministratore di Angimed –. Stiamo riuscendo, da azienda giovane ed ambiziosa, a far arrivare idee tanto semplici quanto innovative in un mondo della sanità in cui c’è sicuramente spazio per realtà come la nostra. Cose che magari si danno per scontate ma che invece non lo sono affatto, prodotti diversi come concezione e fattura rispetto a quelli già presenti sul mercato”.

L’INNOVATION BAG
Ampio solco commerciale nel quale la Pmi di Montesilvano, in provincia di Pescara, si è inserita così bene da portare nel settore medico-ospedaliero un proprio brevetto europeo di grande utilità. “Si tratta di un sistema monouso per la raccolta di urine e liquidi, l’Innovation Bag, che permette, attraverso utilizzo di una bustina idrosolubile, di solidificare il contenuto dei cateteri tramite una molecola gelificante – chiarisce Di Teodoro –. Prodotti che possono essere definiti di nicchia, considerato le poche aziende nel mondo impegnate in questo campo specifico, ma che comunque portano con loro vantaggi per pazienti e soprattutto operatori, facilitati nel proprio lavoro giornaliero dall’idea sviluppata da Angimed”.
Progetti di vario impatto sociale, oltre che sanitario, messi in circolo negli ultimi dieci anni dall’azienda di Montesilvano con l’intento di radicarsi progressivamente in un ambiente commerciale di non semplice lettura. “La prima cosa da fare, oggi come oggi, se si vuole entrare nella giusta maniera nell’universo sanitario è quella di avere in mano qualcosa di realmente innovativo. Prodotti con cui si può pure fare fatica all’inizio, ma che alla fine ti permettono di concretizzare il salto di qualità auspicato. Al proposito sono certo che Angimed sia destinata a crescere in modo sostanziale nel futuro prossimo, ulteriore maturazione legata al fatto che attualmente ci confrontiamo con un mercato molto più basso rispetto alle nostre reali potenzialità. In altre parole vogliamo continuare a posizionarci fuori dal coro, non partecipando a quella sorta di guerra tra poveri in atto, per essere apprezzati solo per quanto siamo capaci di realizzare anche a passi lenti”.
Scelte per certi versi coraggiose a cui non è sempre semplicissimo dare quella continuità che resta punto fondante nel quotidiano della dinamica impresa abruzzese. “Giornalmente siamo chiamati a rivisitare i progetti, ad apportare modifiche a prodotti magari vincenti perché siano ancora più aggiornati ed accattivanti agli occhi del cliente – sottolinea l’amministratore di Angimed –. In particolare, dobbiamo mettere sempre un qualcosa in più davanti agli occhi dei distributori che poi vendono ad ospedali, settore pubblico che costituisce l’80% del fatturato. E in qualche occasione gli stessi ospedali ci contattano chiedendo direttamente di inviargli la merce necessaria”.
Impegno nel pubblico che i vertici di Angimed contano di rendere leggermente meno significativo negli anni a venire, inserendo perciò una maggiore dose di privato nelle dinamiche aziendali. “Contiamo di essere più presenti nelle case di cura, ma anche di creare prodotti in grado di andare oltre gli ambienti d’uso più classici. In questa ottica si inserisce il discorso legato all’home care, destinato a svilupparsi durante il 2023 per poi sbarcare negli autogrill o a bordo delle navi, fuori insomma dal mondo ospedaliero”.
Rispetto ai pochi competitor con cui l’impresa abruzzese deve confrontarsi sul mercato interno ed internazionale, Angimed ha la possibilità di rendere unico ciò che produce, soprattutto se si guarda quello che è il suo core business. “Oltre al copri padella, come detto, il nostro prodotto di punta è una bustina gelificante personalizzabile. Siamo infatti in grado di farne da due grammi come da cinquanta, potendo servire così chiunque abbia bisogno di polvere assorbente”.
Una Pmi seria e dedicata alla creazione di strumenti innovativi in campo medico-ospedaliero che sta scontando, come tante altre realtà, i problemi derivanti dall’impennata dei prezzi delle materie prime. “Che poi non sono neanche i più pressanti, perché le difficoltà maggiori vengono in primo luogo dal loro reperimento. Nonostante questo pensiamo a breve di riuscire ad ampliare l’organigramma aziendale con figure professionali capaci di aiutarci a crescere, dando continuità ai nostri progetti”, conclude Alessandro Di Teodoro.