È servito un lavoro capillare ed innovativo per portare a termine un focus mirato sulle Pmi di casa nostra ed analizzare il loro livello di performance. Analisi affidata a “Fattore I”, progetto realizzato in partnership tra Banca Ifis e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha come obiettivo primario quello di valorizzare la piccola e media impresa italiana, riuscendo anche ad individuare le eccellenze – più di 1.100 imprese cosiddette “stellari” – attraverso un nuovo tipo di ricerca basata sul web listening, il machine learning e che ha tra l’altro sfruttato le potenzialità dell’amplissimo universo dei Big data.
Punto di partenza, quello dei Big data, per tutti gli studi più aggiornati su società e settori produttivi. Il modo migliore per avere un quadro d’insieme preciso, individuare i trend emergenti e comprenderne il grado d’impatto in un dato periodo storico. Metodologia di lavoro che ha permesso di fornire un feedback tempestivo alle imprese, consentendo loro di trasformare i rischi in opportunità.
“Come Banca Ifis abbiamo dato vita a diversi progetti innovativi con l’obiettivo di aiutare la diffusione della cultura d’impresa e i ritorni sono stati positivi – spiega il direttore generale di Banca Ifis Alberto Staccione –. Con il primo progetto di “Botteghe digitali”, lanciato nel 2016 e divenuto web-serie, abbiamo approcciato situazioni d’impresa davvero primordiali, diciamo quasi dei maker. È stato un calcio d’inizio. Con “New Tour Pmi” ci siamo focalizzati su Pmi più mature e dimensionalmente più grandi, desiderose di incontrare il mondo dell’università e dell’innovazione, il cui storytelling potesse offrire spunti di riflessione, indicazioni e possibili soluzioni di utilizzo comune. Questo anche per le imprese non coinvolte nel progetto”.
“Fattore I” ha analizzato i fenomeni maggiormente significativi che muovono economia e sociale, ossia l’Industria 4.0, Smart City e Smart Agrifood, 5G, Sharing Economy, riciclo degli scarti di produzione e altri in procinto di avere un grandissimo peso negli scenari futuri. Poco meno di 62mila Pmi – dei settori agroalimentare, automotive, chimica e farmaceutica, costruzioni, logistica e trasporti, meccanica, moda, sistema casa, tecnologia – sono state studiate a fondo e poi raccontate. Screening capace di fornire anche i numeri e i risultati necessari per dare il via al nuovo Market Watch dell’Ufficio studi di Banca Ifis.
Visione complessiva, generata da chi ha lavorato al progetto “Fattore I”, in grado di portare meritatamente sul proscenio le circa mille imprese “stellari” d’Italia, quelle che hanno speso tempo, risorse e sono state vigili nello scandagliare a fondo il mondo dell’innovazione per presentarsi poi al meglio di fronte ad un mercato sempre più selettivo. Un significativo cambio di marcia, insomma, visto che in questa maniera le imprese possono decidere ancora più proficuamente le mosse da compiere, riuscendo a capire in anticipo i desiderata del mercato così da poter modificare per tempo gli stili di produzione.
In crescita costante mentre cambiano pelle, continuando comunque a seguire il solco della propria storia industriale, le migliori Pmi dello stivale hanno ritmi di sviluppo annui superiori al 20% e investono dalle 3 alle 5 volte in più rispetto all’impresa media.
“‘Fattore I’ è un ulteriore step per Banca Ifis – chiarisce Staccione –: una mappatura qualitativa del made in Italy, che per la prima volta si avvale anche del web listening e dei Big data per arricchire l’analisi dei bilanci con l’ascolto in real time delle conversazioni in rete tra imprese e imprenditori, individuando i temi di maggiore interesse e d’attualità e soprattutto l’approccio delle Pmi stellari. Aziende performanti e disponibili a confrontarsi su contenuti concreti per costruire nuove prospettive. Il format è vincente perché arriva là dove una banca tradizionale, nei confronti della Pmi, oggi ha poco da dire”.