È QUANTO CHIEDONO GLI OPERATORI DEL SETTORE, COME SPIEGA IL
PRESIDENTE DI FEDERTURISMO GIANFRANCO BATTISTI, CHE INVITA A
METTERE IN CAMPO STRUMENTI PER FAVORIRE LA DIGITALIZZAZIONE E
L’INTEGRAZIONE FRA LE IMPRESE
Il turismo mostra segnali di ripresa, anche a livello internazionale. È un trend destinato a consolidarsi?
Il turismo italiano ha chiuso il 2017 con oltre 120 milioni di arrivi (+4% rispetto al 2016) di cui la metà dall’estero, con 424 milioni di notti trascorse presso le strutture turistiche e con una crescita del 6,8% della spesa da parte dei turisti stranieri. E anche per il 2018 le previsioni sono buone: si stima che gli arrivi mondiali in Italia cresceranno del 4,7% con una buona affluenza dagli Stati Uniti e dal Giappone anche se i paesi dell’Europa centrale rimangono, con oltre 25 milioni di arrivi, il principale mercato di origine per il nostro Paese.
Questo andamento positivo è destinato a consolidarsi anche a livello mondiale con la previsione da parte dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto) di una crescita media annua, fino al 2030, degli arrivi internazionali del +3,3% con un trend a due velocità caratterizzato da un ritmo più rallentato per le economie avanzate rispetto a quello dei paesi emergenti.
Federturismo ha presentato alle forze politiche prima delle elezioni un documento che delinea strategie e proposte per la crescita del settore. Tra queste proponete una politica industriale mirata. In che cosa consiste?
Nonostante il turismo contribuisca per più del 10% al Pil nazionale con più di 180 miliardi di euro di contributo e oltre due milioni e mezzo di occupati, non è ancora considerato – come accade negli altri paesi competitor – un vero settore industriale che, in quanto tale, richiederebbe una struttura di governo dedicata. Sia essa un ministero con competenza diretta dotato di portafoglio o una Direzione generale del ministero per lo Sviluppo economico.
Per poter competere a livello internazionale è necessario elaborare una politica industriale per il settore che persegua il miglioramento della produttività, l’incremento degli investimenti, la promozione e lo sviluppo dei territori attraverso una gestione integrata, coordinata e condivisa del settore.
Per un effettivo rilancio del turismo, quali sono gli investimenti pubblici prioritari? E in che modo attrarre quelli privati?
“Investire” è la parola chiave in un orizzonte di medio-lungo termine e le istituzioni possono giocare un ruolo fondamentale sia come investitori primari, sia come facilitatori
attraverso l’attrazione di capitali dall’estero e a un maggiore movimento di quelli interni.
Una disponibilità adeguata di risorse è presupposto indispensabile affinché gli investitori possano svolgere il proprio ruolo, ma per renderlo possibile è necessario ridurre l’eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale turistico e semplificare le procedure burocratiche e fiscali. Il livello dimensionale delle imprese turistiche rappresenta uno dei principali freni agli investimenti, occorre quindi implementare strumenti che favoriscano forme di integrazione fra le imprese e facilitino tanto la promozione di innovazione, digitalizzazione e creatività, quanto il rafforzamento organizzativo e culturale del sistema imprenditoriale.
Come sta cambiando il mercato turistico a livello internazionale? Cosa chiede oggi chi visita il nostro Paese?
Il turista di oggi richiede sempre più il valore esperienziale della vacanza, di trasformare il viaggio in un’esperienza unica fatta di incontri e conoscenze. È alla ricerca di un’offerta sempre più personalizzata, rispettosa dell’ambiente, accessibile e integrata. Per il turista non conta più la distanza, ma il modo con cui si raggiunge una destinazione. È quindi essenziale migliorare l’efficienza infrastrutturale e la qualità dei servizi, favorendo sempre più l’integrazione tra le diverse modalità. Gli operatori turistici devono quindi lavorare per la definizione di un prodotto completo che richieda proposte flessibili, dinamiche e motivazionali e per facilitare la promo-commercializzazione.
La domanda turistica viaggia sempre di più sulle piattaforme digitali. Gli operatori turistici stanno sfruttando questa opportunità? Anche in termini di promozione?
Il web ha sostituito e amplificato il vecchio passaparola, i social media hanno assunto un ruolo sempre maggiore sia come strumento d’informazione sulla destinazione che sull’acquisto di viaggi. Sebbene strumenti digitali di base siano abbastanza diffusi, un loro utilizzo efficace è ancora appannaggio di pochi che stanno investendo in modo strutturato su una vera strategia di digitalizzazione. Si può accelerare il cambiamento, ma serve un deciso investimento in strumenti e competenze adeguate. Per raggiungere il vantaggio competitivo sui nostri concorrenti occorre prestare maggiore attenzione al social media marketing, un nuovo modello di promozione turistica, diversificare i mercati, innovando il linguaggio online. Definire una strategia digitale per il settore turistico attraverso l’e-tourism è un’opportunità irrinunciabile per la crescita delle imprese turistiche, così come sviluppare una promozione coordinata del nostro Paese creando piattaforme social di racconto, condivisione e aggregazione dei prodotti che si promuovano attraverso il content marketing e il social media marketing.
Il legame tra le imprese manifatturiere e la filiera turistico culturale, richiamato nell’Accordo tra Federturismo e Piccola Industria Confindustria, che contributo può dare alla
crescita dei territori?
L’integrazione tra le imprese manifatturiere e la filiera turistico-culturale rappresenta una priorità per la crescita economica e sociale del Paese. È importante saper sviluppare una seria politica in tema di valorizzazione, salvaguardia e fruibilità del patrimonio e ognuno di noi deve prendersi carico con responsabilità del proprio ruolo. La cultura deve essere viva nei territori e stimolare nuova produzione artistica e culturale, innalzando da una parte la qualità della vita dei cittadini e dall’altra promuovendo
l’attrattività e la crescita economica. Per questo occorrono impegno e strategie di lungo periodo a partire dalla formazione per creare opportunità soprattutto per i giovani e un contesto favorevole all’innovazione.