In merito ai contenuti emersi dal convegno viene dato spazio all’interno di questo numero della rivista; vorrei però dedicare l’editoriale ad uno specifico aspetto che, non solo a parer mio, ha ampiamente connotato l’evento; per quanti di noi sono giunti a Soverato dalle varie parti del paese, è apparsa infatti subito evidente una chiara e netta sensazione positiva.
In Calabria abbiamo incontrato una realtà certo non facile, abbiamo potuto ascoltare e comprendere le difficoltà di una terra bellissima, che potrebbe essere la California d’Italia, abbandonata a se stessa e con problemi di varia natura: presenza in alcune zone di malavita organizzata, mancanza di infrastrutture adeguate, ed altro ancora.
Un aspetto però è apparso fin dal primo momento evidente, sintetizzabile nella tangibile percezione di una grande forza e vitalità che si percepisce nel confronto con i tanti colleghi calabresi, soprattutto giovani, che sotto l’infaticabile leadership di Aldo Ferrara, stanno portando avanti senza sosta un processo di modernizzazione e di impegno, per risollevare la propria terra e prepararla a nuove future sfide.
Abbiamo trovato imprenditori impegnati sul tema dell’innovazione delle proprie imprese e consapevoli di un ruolo che non può cedere a compromessi; imprenditori, molti di prima generazione, che stanno profondendo grandissima passione e che investono nonostante le mille difficoltà, lontani delle logiche dell’assistenzialismo e delle clientele, consci di essere i primi a doversi mettere in discussione, perché in Calabria, nel momento stesso in cui ci si presenta al sistema bancario per chiedere attenzione ai propri progetti e poter accedere al credito per sostenere gli stessi (con un costo del denaro che arriva a toccare percentuali annue a doppia cifra), si deve necessariamente essere molto più credibili che in qualsiasi altra regione d’Italia.
L’impegno degli imprenditori calabresi è ancor più nobile in quanto trova come primo ostacolo un pregiudizio che si è consolidato nel tempo, a causa della pessima gestione della “cosa pubblica” che per decenni si è protratta in queste aree del nostro paese.
Abbiamo invece potuto osservare un Mezzogiorno che non solo rialza la testa, nonostante la crisi, ma che si propone come vera opportunità e come luogo di prospettive e di sfide, una “nuova frontiera” per l’Italia e per l’Europa.
Abbiamo spesso parlato di un’Italia costretta a crescere “nonostante” il Mezzogiorno, viceversa mai come in questo momento dobbiamo essere coscienti che non vi saranno prospettive per un’Italia che non punti su queste aree del paese, un’Italia che quindi potrà solo crescere “grazie” al fondamentale contributo del Mezzogiorno e alle forze vive degli imprenditori di queste regioni che da anni lottano con mali endemici.
Parafrasando il titolo del convegno possiamo sostenere che grazie agli imprenditori calabresi e di tutto le regioni del sud “Una nuova speranza è possibile”.
LUGLIO 2014