I recenti dati sulle immatricolazioni di maggio hanno certificato la crisi del settore automotive. Un settore che tutto compreso vale oltre 355 miliardi l’anno, offre business a più di 200mila aziende, garantendo lavoro ad oltre 1,2 milioni di famiglie ed erogando ben 26 miliardi di retribuzioni. Il comparto muove denaro pari a circa il 20% del Pil nazionale e una percentuale di poco inferiore raggiungono anche le entrate dello Stato prodotte dal comparto stesso.
Negli ultimi anni un pilastro strategico è stato il noleggio veicoli, che prima del lockdown poteva contare su una flotta di oltre 1,2 milioni di veicoli e il 25% dell’immatricolato nazionale.
Nel nostro Paese nei mesi di emergenza il settore del noleggio veicoli ha registrato un vero e proprio crollo, con le immatricolazioni che ad aprile-maggio hanno segnato il punto di non ritorno, sia per il lungo che per il breve termine; una fase dell’anno nella quale gli operatori solitamente inseriscono in flotta migliaia di veicoli per fronteggiare al meglio la stagione estiva. Negli ultimi tre mesi le auto immatricolate dal solo noleggio, che nel 2019 ha rappresentato il 25% del totale immatricolato, sono diminuite di oltre 160mila unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Dopo mesi di silenzio da parte delle istituzioni qualche spiraglio si sta aprendo e fonti governative parlano apertamente di incentivi all’acquisto di auto.
Di recente il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli in assemblea alla Camera ha invitato il governo a incentivare “il noleggio a lungo termine, che ha un grande appeal nel nostro Paese, anche per smaltire il parco a piazzale prodotto in questi mesi dalle ditte produttrici di automobili, che ovviamente hanno difficoltà oggi a essere piazzate sul mercato”. Così come il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Alessia Morani ha evidenziato più di recente la necessità di “cogliere l’occasione della conversione del dl Rilancio, per rimodulare l’ecobonus estendendolo alle motorizzazioni tradizionali più all’avanguardia, che consentiranno anche l’abbattimento delle emissioni”.
Aniasa, l’associazione che rappresenta in Confindustria i servizi di mobilità, ha accolto positivamente questi primi segnali. “Dopo la cocente delusione del dl Rilancio” – ha sottolineato il presidente Massimiliano Archiapatti – arrivano finalmente dal governo primi segnali incoraggianti per la filiera dell’auto. A seguito delle sue dichiarazioni, abbiamo scritto al ministro Patuanelli rinnovando la proposta di ripristino del superammortamento per i veicoli strumentali che potrebbe generare positivi effetti fiscali, economici e finanziari sull’intero mercato automobilistico, dai costruttori ai noleggiatori, ai concessionari, ai centri di assistenza e manutenzione. Oltre ad un positivo ritorno per le casse dell’Erario. Considerando solo le vetture a noleggio a lungo termine, tutti veicoli euro 6, il superammortamento ha prodotto nel 2016 e 2017 rispettivamente 34.400 e 30.200 immatricolazioni in più (con maggiori entrate per l’Erario rispettivamente di 170 e 148 milioni di euro)”.
Le prossime settimane saranno quindi cruciali per le sorti del settore e, più in generale, per l’intera filiera automotive. “Ora ci aspettiamo che alle parole degli esponenti del governo seguano i fatti – conclude Archiapatti. – Senza sostegni immediati ed efficaci il mercato delle quattro ruote è destinato a perdere oltre mezzo milione di immatricolazioni nel nostro Paese, con drammatiche ricadute su occupazione, indotto ed entrate fiscali”.