La solidarietà… va di moda.
Anche l’intero sistema della moda italiana, infatti, rappresentato dalla federazione di Confindustria che si pone tra le più grandi organizzazioni mondiali del settore, è sceso in campo al fianco delle popolazioni terremotate del Centro Italia. E nell’ambito del PGE, il Programma gestione emergenze di Confindustria, è tra coloro che non si sono tirati indietro.
Con un programma d’aiuti concreto ed efficace, come racconta il presidente di Sistema Moda Italia Claudio Marenzi.
“Immediatamente dopo il primo terremoto, a fine agosto, abbiamo avviato l’operazione con i nostri soci. Ci siamo impegnati – spiega Marenzi – per raccogliere capi e coperte per far sì che non andassero dispersi, come alcune volte accade; quindi ci siamo messi in contatto con la Confindustria territoriale delle Marche e con la Piccola Industria del presidente Alberto Baban: l’obiettivo era quello di rendere mirata l’intera azione, individuando i luoghi ma anche ad esempio verificare le esigenze di donne, uomini e bambini per le taglie. Una ricerca lunga ma che ci ha permesso di intervenire con precisione, per entrambi gli eventi sismici“.
Tanta pianificazione ha dato i suoi risultati, consentendo il successo dell’intera operazione.
“Ci siamo organizzati così – analizza il presidente – proprio per questa ragione, non volevamo disperdere i nostri aiuti. Muovendoci più rapidamente possibile su quanto privo di taglie, come coperte e beni di prima necessità. Poi abbiamo recepito le esigenze, individuando le necessità paese per paese. Pigiami, calze, magliette, golf, loden, giubbotti: abbiamo fatto richiesta sul territorio con grande partecipazione, facendo un lavoro specifico da questo punto di vista“.
Un aiuto concreto per i terremotati che, insomma, nasce dall’organizzazione.
“Ci siamo coordinati molto bene, sempre in contatto con Paolo Bastianello, vice presidente Smi. L’opportunità – conclude Marenzi – mi è piaciuta fin da quando mi è stata proposta. Abbiamo deciso di farla, ma in modo che fosse veramente efficace: devo dire che è andata proprio così“.
Claudio Marenzi, presidente di Smi da luglio 2013, si prepara anche a un’altra sfida: la fusione delle principali associazioni di categoria – Smi, Assocalzaturifici, Anfao (occhiali) e Aimpes (pelletteria) – che hanno comunicato ultimamente la nascita della loro federazione.
“Con il ministro Calenda – commenta il presidente – abbiamo fatto quest’annuncio durante l’ultimo Pitti, a Firenze. Questa nuova fusione nasce da ragionamenti fatti con lui, all’inizio del mio mandato, su un’esigenza di miglior coordinamento per quello che riguarda le esigenze del comparto. C’è un tavolo della moda aperto al Mise, coordinato dal sottosegretario Scalfarotto: si ragiona su diversi temi come distribuzione, fiere, educazione. Il settore è ampio, va dal tessile all’abbigliamento, e ciascuno ha le sue peculiarità: avevamo voglia di darci un maggior coordinamento. Stiamo definendo la governance e il nome, ma anche la sede comune (sarà a Milano). La sfida è gestire la moda dal punto di vista industriale“.
Un percorso che è già entrato nel vivo e il traguardo è una realtà dai numeri molto importanti.
“L’iniziativa non è soltanto mia – illustra Marenzi – ma di tutti i presidenti delle associazioni. In questi due anni abbiamo studiato come fare, sposando il modello della federazione. Le quattro associazioni restano all’interno. Sistema Moda Italia rappresenta 52 miliardi annui di fatturato, 580mila complessivi posti di lavoro; con Assocalzaturifici, Anfao e Aimpes sfioriamo i 90 miliardi di fatturato e i 780mila dipendenti, con l’obiettivo di rappresentare la moda a 360 gradi. Un grande risultato cui arriviamo anche con l’esigenza di dare seguito alla riforma Pesenti, per unire sempre di più le associazioni“.