Che l’Italia sia un paese manifatturiero è un dato conosciuto, è meno noto che nel nostro panorama industriale esistono settori che hanno nel loro dna un’altissima capacità di proiezione internazionale.
È il caso dei costruttori di macchine, attrezzature e tecnologie per l’agricoltura, il giardinaggio e la cura del verde e la componentistica che nel Sistema Confindustria danno vita a FederUnacoma che rappresenta l’80% della produzione nazionale del comparto con un export pari al 65%. Nel 2018 il valore della produzione di trattori e macchine agricole sul territorio nazionale si è attestato sui 7,9 miliardi di euro, al quale va aggiunto il valore della produzione della componentistica e delle macchine da giardinaggio, rispettivamente pari a 2,7 miliardi e 800 milioni. Per quanto riguarda l’export l’Europa rimane il principale mercato di riferimento (67,1%) seguito da America (16%), Asia (8%), Africa (5,5%) e Oceania (3,4%).
Un settore produttivo volto a soddisfare esigenze fondamentali per lo sviluppo dell’intera filiera dell’industria dell’agricoltura e dell’agroalimentare, caratterizzato da una forte presenza sui mercati nazionali e internazionali.
Riparte quindi proprio dalla sede di FederUnacoma, a Bologna, il Road show di presentazione delle Rappresentanze Internazionali di Confindustria, la nuova modalità di azione di Confindustria all’estero, che si articola su due direttive geografiche: quella verso i Balcani, la Russia e l’Ucraina a est e quella verso l’Africa e il Mediterraneo a sud. Sono un modello di rappresentanza e servizi alle imprese originale e unico nel panorama europeo, che Confindustria ha saputo interpretare favorendo la creazione di organizzazioni strutturate e autonome in ciascun paese, alcune delle quali riconosciute come patronati dai governi locali.
Una visione di Confindustria all’estero che, attraverso dodici Rappresentanze Internazionali, ciascuna per il suo paese o area di presenza, pone l’Italia industriale al centro di una naturale macroarea geografica e che a Bologna ha voluto evidenziare, per la prima volta, il legame tra l’internazionalizzazione e la specializzazione settoriale, partendo da un comparto che rappresenta un’eccellenza italiana.