L’Est Europa è una delle aree di vicinato che ha rappresentato storicamente un mercato di sbocco naturale per le imprese italiane. In uno scenario globale in forte cambiamento quali sono le opportunità che le imprese possono ancora cogliere?

LUCA SERENA
L’Est Europa riveste un ruolo strategico per il nostro Paese, sia dal punto di vista geopolitico sia economico. Si tratta di un’area con una crescita media annua del Pil al di sopra di quella europea, intorno al 3,75%. È adatta ad investimenti di piccole imprese ma anche alla realizzazione di grandi progetti strategici nei quali le competenze delle aziende italiane più strutturate giocano un ruolo di primo piano. Guardato singolarmente, ogni paese che aderisce a Confindustria Est Europa attraverso la presenza di una Rappresentanza Internazionale – Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia e Ucraina – presenta delle opportunità interessanti. Dai piani infrastrutturali, sostenuti con Fondi Europei, agli incentivi per gli investimenti stranieri, a un livello di tassazione generalmente favorevole, alle disponibilità che si aprono grazie ai progetti finanziati dalle banche europee per lo sviluppo. Le opportunità spaziano in settori diversi. Infrastrutture, energia, agroindustria, turismo e logistica ma in un’ottica che guarda al futuro è necessario rafforzare le collaborazioni basate sull’innovazione. In questo contesto l’economia circolare con un mercato potenziale di 3.000 miliardi di euro nel mondo, 88 dei quali solo in Italia, assume rilevante importanza. L’Italia, primo paese nella UE in termini di tasso di riciclo, ha acquisito un know-how che passa dalle tecnologie per la riduzione dell’impiego di materie prime alla riduzione dei consumi idrici ed energetici e che presenta delle enormi potenzialità nell’est Europa dove ampi sono gli spazi di miglioramento ed adeguamento del settore finanziati dall’Ue.
In tale contesto qual è il ruolo di supporto che Confindustria Est Europa assicura alle imprese italiane del sistema Confindustria nel loro percorso di internazionalizzazione?
Confindustria Est Europa è stata costituita nel 2010, con la denominazione iniziale di Confindustria Balcani, per offrire all’imprenditoria italiana e in particolare alle aziende associate un approccio transnazionale nella regione. Il nostro assunto è quello di guardare alle caratteristiche sociali, economiche, culturali e sistemiche che caratterizzano i paesi dell’Europa orientale e che li rendono interdipendenti e strettamente collegati; di guardare alla macro area dell’Est Europa come ad un unico grande mercato, di 95 milioni di abitanti, con ampi margini di sviluppo. Diverse sono le aziende che, insediatesi in un paese, intrattengono rapporti commerciali e industriali con i paesi limitrofi portando crescita in questo modo anche in Italia. In quest’ottica Confindustria Est Europa si propone come un collettore delle esigenze delle aziende italiane che operano nell’area.
Nell’ottica di “fare sistema” all’estero, come si colloca Confindustria Est Europa nel contesto istituzionale rispetto ad Ambasciate, Uffici Ice e Camere di Commercio?
La sfida sui mercati esteri si vince se si fa sistema, lo sappiamo tutti. In un contesto istituzionale che può contare su una rete di relazioni solide e tese a generare un percorso di integrazione economica, la nostra presenza può fornire un contributo importante. Confindustria esporta qualità, conoscenza approfondita del territorio e del modello imprenditoriale e industriale italiano. La sinergia con le nostre istituzioni all’estero, il cui lavoro quotidiano è prezioso, può arricchire di competenze considerevoli il Sistema Italia sia nei confronti delle aziende italiane che già operano o intendono operare in questi paesi, sia nel dialogo con le controparti istituzionali e imprenditoriali locali.
Nel processo di internazionalizzazione associativa, quali sono i paesi nei quali ritiene che le aziende italiane abbiano bisogno di essere rappresentate da Confindustria?
Il progetto di internazionalizzazione associativa rappresenta il fenomeno organizzativo più rilevante degli ultimi anni all’interno del sistema Confindustria e nasce spesso da un’esigenza che emerge dalle imprese stesse. Le esperienze di successo riscontrate nei Balcani dove le Rappresentanze Internazionali svolgono un importante ruolo nel dialogo politico e sociale con i Governi locali, ha generato interesse anche in altri paesi. Polonia, Ungheria, Slovenia, sono questi gli obiettivi che vediamo nel prossimo futuro ma ci aspetta tanto lavoro e tante opportunità da cogliere anche in paesi più lontani per essere sempre più vicini alle imprese associate.