Il ragazzo ha la voce timida, ma le idee chiare. La bici è in legno, ma è ultra moderna. Eccoli qua, Daniele Quintabà e la sua Carbon Wood Bike. Se pensate che abbiamo di fronte il futuro vincitore del Giro, però, siete fuori strada. Lo sport, stavolta, non c’entra. C’entra invece un progetto super innovativo che, chissà, potrebbe dar vita a una startup o essere utile per l’avvenire di qualche piccola o grande impresa, tutto nella matita di un designer e in una passione di famiglia. Nessun nuovo Contador, dunque, magari il prossimo Giugiaro. Daniele Quintabà oggi ha vent’anni, studia disegno industriale alla Scuola di Ateneo Architettura e Design dell’Università di Camerino, ad Ascoli Piceno, e due anni fa ha vinto la seconda edizione di “Ripensiamo il futuro”, concorso organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria Fermo (ndr. vedi articolo a pag. 58).
“Nel 2014 ero al quinto anno di geometra e a scuola, l’Itcg Corridoni di Civitanova Marche – racconta Daniele – venne pubblicato il bando di questo concorso. Io e papà stavamo già lavorando alla bici e pensammo di partecipare”. Papà è Paolo, anche lui geometra, anche lui con una passione innata per il legno, materiale di casa per la famiglia Quintabà “nonno – mi dice subito Daniele – faceva il falegname. Da lui abbiamo ereditato questa passione e imparato a lavorare il legno, per hobby”.
È così che nasce la Carbon Wood Bike. La bici è un oggetto che piace a entrambi, di bici in legno non ce ne sono: Paolo e Daniele studiano il progetto e capiscono che il legno da solo non può reggere. Bisogna “combinarlo” con qualcos’altro. L’idea è di utilizzare la fibra di carbonio e unire l’eleganza di un materiale antico con le prestazioni eccezionali di uno dei più moderni.
“Il telaio è realizzato completamente in legno, usiamo frassino o mogano – mi spiega Daniele – per una struttura che sembra un pezzo unico, ma in realtà è fatta di tante lamine diverse curvate e messe insieme in modo da dare l’idea di un tutt’uno”.
Dentro, l’anima segreta della fibra di carbonio che garantisce quelle caratteristiche di resistenza e leggerezza che il legno da solo non possiede e consente miglioramenti estetici e soprattutto un notevole risparmio di peso – parliamo di poco più di 9 kg – essenziale in un mezzo mosso dalla sola forza umana. Sella e manubrio, anch’essi in legno, sono sempre realizzati a mano per sottrazione dal pieno. Il risultato è una bici che assorbe bene vibrazioni e asperità del terreno e ha un’ottima guidabilità e maneggevolezza.
La produzione è tutta artigianale: “le costruiamo in casa – mi dice sorridendo Daniele – in un laboratorio poco più grande di una stanza, senza l’ausilio di particolari macchinari o di strumenti importanti”.
Un miracolo. Uno dei tanti miracoli della creatività italiana, quelli di cui noi magari non ci accorgiamo nemmeno e che invece all’estero guardano con interesse e curiosità.
“Qualche mese dopo il concorso, era il settembre del 2014 – prosegue Daniele –Confindustria Fermo ci ha presentato alla locale Camera di Commercio e su invito del suo presidente abbiamo esposto la bici nello stand che loro avevano al Micam”, la prestigiosa fiera internazionale della calzatura che si tiene due volte l’anno a Milano e dove le imprese marchigiane, eccellenze del settore, sono di casa.
“Abbiamo portato due bici – va avanti Daniele – e tra i tanti che si sono fermati per chiedere e curiosare è arrivato un intermediario che si è detto interessato a vendere le nostre biciclette negli Emirati Arabi”. Detto fatto, le bici sono sbarcate a Dubai.
E adesso? “Intanto penso a laurearmi, poi vedremo”, mi risponde Daniele, testa creativa, piedi per terra. “Nel 2015 abbiamo anche partecipato all’ADI Design Index, nella sezione targa giovani, ricevendo una menzione e la pubblicazione sul loro albo“. E poi, è arrivato Squinzi. “Anche qui devo ringraziare il presidente di Confindustria Fermo, Andrea Santori. A gennaio c’è stato un incontro con gli industriali locali e l’associazione ha pensato alla mia Carbon Wood Bike per il loro omaggio al presidente di Confindustria, grande appassionato di ciclismo. Papà mi ha detto che è rimasto davvero molto colpito dalla nostra bici, mi è spiaciuto non esserci, ma non potevo, avevo lezione all’Università.”
I piedi restano sempre a terra per questo timido ragazzo marchigiano che alla fine mi confessa un sogno nel cassetto: ”vorrei potenziare il sito che abbiamo creato al momento solo come pagina di presentazione della Carbon Wood Bike, organizzandolo magari per la vendita online: con papà stiamo continuando a lavorare al progetto, abbiamo costruito altri esemplari, fatto miglioramenti, siamo in grado di adattare la bici al gusto e alle esigenze di ogni singolo potenziale cliente”.
Il tutto, per ora, ancora con i soldi e il laboratorio di casa: avrà iniziato così anche il grande Giugiaro?
Una moderna bici realizzata unendo l’eleganza di un materiale antico con le prestazioni eccezionali di uno dei più moderni è l’idea vincente di daniele quintabà, che è stato tra i vincitori del premio “ripensiamo il futuro”