L’analisi 2020 sulle reti di impresa nelle filiere dei servizi bancari e della cultura offre un quadro chiaro della situazione all’interno di questi due ambiti. Fotografia d’insieme fornita da RetImpresa che, in campo finanziario, vede 208 aziende impegnate a fare rete, con i confidi nella parte del leone con un significativo 72% sul totale.
Dati che confermano la propensione dei consorzi ad aggregarsi per potenziare le garanzie a sostegno dell’accesso al credito da parte delle Pmi. A mancare ancora all’appello sono invece le banche, presenti solo con dieci unità nel settore dei contratti di rete, istituti che preferiscono, nella maggior parte dei casi, limitarsi ad accompagnare dall’esterno i network d’imprese.
Per quanto riguarda invece l’analisi sulla filiera culturale, la banca dati InfoCamere chiarisce che in questo momento sono 344 i contratti di rete in essere e che coinvolgono 759 imprese. Come già nel 2019, la rete-contratto resta la forma preferita (74%) tra le due previste dall’ordinamento, mentre il restante 26% del campione ha scelto la rete-soggetto.
Geograficamente parlando le imprese della filiera culturale sono attive in ogni regione tranne la Valle D’Aosta, con maggiore presenza in Toscana (221), Lazio (177) e Lombardia (64). Il 63% delle imprese italiane opera nel settore delle attività sportive di intrattenimento e divertimento, con la maggior parte di queste ultime riconducibili alla gestione di stabilimenti balneari.